Sviluppare le Skills Manageriali in Viaggio

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Avete mai pensato che si possono sviluppare molte skills manageriali in viaggio?

Molto spesso in Italia il viaggio lungo, o magari addirittura un anno sabbatico è associato solo alla voglia di non fare niente, all’estero invece è molto apprezzato anche a livello curriculare.

Un viaggio lungo è come un contesto destrutturato nel quale tu metti in ballo le tue skills personali, insomma è come se fosse un enorme outdoor continuo. Se la formazione out door ha un così grande impatto sul miglioramento dell’azienda o di un team, un viggio lungo non può che avere un forte significato sulla formazione di un individuo.

Basta saper riconoscere i segnali e dare la giusta interpretazione a quello che si affronta.  Avendo lavorato per tanti anni nelle Risorse Umane, specialmente in formazione e sviluppo ho pensato che fosse importante, per chi viaggia e anche per le aziende, comprendere quali skills lavorative apprende un viaggiatore, che valore aggiunto può avere in azienda una persona che viaggia tanto, specialmente chi viaggia da solo.

  • Flessibilità:

la strada ha molte curve se pensiamo di rimanere rigidi in viaggio finiremo per deragliare. Quando si viaggia da soli per lunghi periodi è molto probabile avere in mente un itinerario di massima, poi le vicissitudini non ti protrarranno mai a rispettare quelle tappe. Quando nella vita quotidiana un imprevisto ci allontana da quello che ci eravamo prefissati generalmente risulta alquanto frustrante. In viaggio la dimensione del certo è talmente labile che il cambio di programma, l’imprevisto all’ultimo momento sono talmente parte dell’esperienza che la rendono unica. La prima vota che si arriva alla stazione e ti dicono che oggi i pullman nn partono perché qualcuno ha occupato la strada imprecherete, la seconda penserete subito a dove potreste andare a mangiare la sera. La flessibilità in un viaggiatore è una caratteristica indispensabile, si sviluppa ogni giorno di più, entra nel tuo dna e te la porti dietro in ogni cosa che fai.

  • Problem solving:

in viaggio sarà il vostro pane quotidiano. Dovete andare da A a B in 6h e non ci sono mezzi pubblici che vi ci portano, come fare?

– recuperare informazioni, chiedete in giro a più di una persona perché le informazioni tra di loro non sono mai uguali,

– chiedete ad altri turisti per avere un punto di vista occidentale

– valutate tutte le opzioni possibili elencando e costi e benefici, tipo fare l’auto stop, fare un giro molto più largo, affittare una macchina, pagate qualcuno che vi accompagni;

– ogni alternativa va messa in relazione con il proprio budget ed in fine presa una decisione che ti peretta ti raggiungere l’obiettivo con il minimo costo o se la variabile economica nn è molto rilevante, raggiungerlo nel minor tempo possibile.

Praticamente quello che si fa in azienda prima di ogni progetto importante. In viaggio sarete messi davanti a queste situazioni quotidianamente, ed in pochissimo tempo il vostro processo di problem solving sarà sempre più veloce ed efficiente

  • Pianificazione:

credo che sia l’abilità numero uno di un viaggiatore. Identificare cosa vedere e cosa fare in un luogo, capire i tempi per raggiungere le location, i mezzi e gli orari, verificarli perché in giro per il mondo non si può mai sapere. Scegliere come allocare il budget, capire su cosa investire e su cosa magari risparmiare. E quando hai un contrattempo avere l’abilità di trovare una soluzione alternativa altrettanto efficiente.

  • Team working:

A differenza di quello che si pensa, in viaggio da soli siete molto più portati a confrontarsi con gli altri. Dovete condividere spazi ristretti, tipo la camerata di un ostello o una barca, proprio come in ufficio ci condivide l’open space. Dovrete rispettare i vostri compagni, creare delle regole per il bene comune, imparare ad essere voi stessi il metro di giudizio per le regole di convivenza. Condividere il vostro tempo e i vostri spazi con altri, non è solo una condizione necessaria, ma molto spesso un’opportunità per imparare molte cose e migliorare il tuo soggiorno. Quando ti trovi a stretto contatto con altre persone, puoi imparare molto dai loro consigli o dai loro errori o puoi scegliere di iniziare a viaggiare con loro o semplicemente andarci a cena o ridurre i costi condividendo un’escursione, insomma il gruppo da un risultato maggiore della somma dei singoli.

  • Negoziazione:

non mi riferisco al mercanteggiare per comprare i souvienirs. Ma a pratiche di negoziazione avanzate. Quando si viaggia da soli, non si ha un grosso peso critico sulle agenzie locali o sui “trasporti privati”. Ammenocchè non si vogliano investire tanti soldi, bisogna essere bravi negoziatori per convincere un autista birmano a portarti in altra città con la sua macchina! E lì inizia lo sviluppo del pensiero laterale, non si tratta solo di negoziare al ribasso, ma di trovare dei “servizi ancillari”, fa un po’ ridere ma è così, iniziano contrattazioni del tipo: “se mi porti li per 10 euro io vado a mangiare nel ristorante di tuo fratello con i i miei 4 amici del ostello” oppure “ se mi fai questo prezzo io ti chiamo anche domani per andare a vedere il tempio di ..” potrei andare avanti all’infinito su esempi di questo tipo. La cosa interessante e che si impara ad allontanarsi dal focus economico. Si ingrandisce la prospettiva e quando si guarda più campo si trovano più soluzioni.Si sviluppa creatività nel trovare altre soluzioni che possano essere vantaggiose per entrambi.

  • Intelligenza emotiva:

essere da soli a migliaia di kilometri di distanza da casa, in un paese in cui si parla un’altra lingua ti spinge naturalmente a sviluppare la tua intelligenza emotiva. Capire in poco tempo se di una persona ci si piuò fidare o meno, comprendere quando una situazione puo diventare pericolosa, cercare di leggere dietro le parole della gente, ascoltare se stessi, farsi un bagno di umiltà.

Magari ci piace l’idea di fare qualche cosa, ma siamo davvero convinti che reggiamo allo stress fisico o mentare al quale ci stiamo per sottoporre? In viaggio questa è una domanda che bisogna imparare a farsi. Leggerisi dentro, osservarsi per vedersi proiettati in una situazione, capire le proprie emozioni per prendere consapevolezza e forse a volte poterle gestire, lo conferma in una intervista anche Emma Vites CEO di The Apprentice Project di Londra.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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