Perché mi piace viaggiare zaino in spalla: i miei 6 motivi

[et_pb_section fb_built=”1″ _builder_version=”3.22″][et_pb_row _builder_version=”3.25″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”3.25″ custom_padding=”|||” custom_padding__hover=”|||”][et_pb_text _builder_version=”3.27.4″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat”]Sicuramente nell’arco della tua vita sperimenterai modi diversi di viaggiare, a volte spinto dalle circostanze, a volte dal caso, a volte per scelta consapevole. Io viaggio da quando sono piccolissima, ma il mio modo di viaggiare è in continua evoluzione, si evolve in base a come cambio e a come cresco negli anni. Tra i tanti modi di viaggiare che ho sperimentato nella vita, sicuramente, ad oggi, il mio preferito è viaggiare zaino in spalla. In effetti in italiano non abbiamo un’unica parola per esprimere questo concetto, e spesso si fa difficoltà a capire esattamente cosa significa se non lo si ha mai fatto.

Sei motivi per cui mi piace viaggiare zaino in spalla:

1. Perché mi piace viaggiare leggera:

Partiamo dalle cose semplici, in viaggio mi piace essere leggera, magari se vado un week end al mare mi posso portare dei vestiti che non userò mai, ma se parto per un viaggio itinerante preferisco portare con me il meno possibile, che in anni di esperimenti con zaini vari direi che possono condurre al mio 38L Salomon, lo zaino perfetto! È piccolissimo ma dentro riesco a metterci davvero tutto quello che mi serve e il suo bilanciamento sulla schiena, per una ragazza minuta com me è perfetto. Con lo zaino sulle spalle mi sento più sicura quando mi muovo nelle città o anche nelle stazioni, mi sento libera di potermi spostare a piedi senza troppe difficoltà per poter trovare da dormire o raggiungere un luogo. Ci metto poco tempo per rifare lo zaino e partire, so praticamente sempre in che punto dello zaino troverò quello che cerco.

2. Perché puoi viaggiare più a lungo spendendo meno:

In gergo fare backpacking o viaggiare zaino in spalla, non indica solo una scelta di valigia, ma uno stile di viaggio, solitamente associato ad un viaggio più essenziale, dove si spende di meno a favore di altro. Per molti anni della mia vita mi trovavo a viaggiare per 9 mesi l’anno e quindi risparmiare sulle spese era fondamentale, ammetto di non essere mai scesa in media sotto i 50€ al giorno tutto compreso. Molto spesso preferisco risparmiare sull’alloggio per non lesinare sulle attività, infatti come magari sai, mi piace provare sport diversi, amo fare immersioni e sono sempre curiosa di provare cose nuove.

3. Perché incontri persone con storie interessantissime:

Tra i viaggiatori zaino in spalla c’è una sorta di solidarietà non detta, ci si aiuta, si danno consigli l’un l’altro e quando si ha modo si condividono i trasporti o i pasti. Nei miei viaggi ho incontrato persone meravigliose, ho trascorso settimane, mesi o a volte solo una giornata con persone straordinarie che non avrei mai incontrato rimanendo a casa o alloggiando in una grande catena alberghiera internazionale. Mi piace ascoltare i percorsi che hanno fatto altre persone, le scelte magari drastiche che li hanno portati dove sono ora. Nella mia vita sono stata ispirata da migliaia di altri viaggiatori, pensa che uno dei motivi che mi ha spinto a lasciare il mio vecchio lavoro a tempo indeterminato è stato un ragazzo in un ostello in Patagonia nel 2011, che mi disse che dopo una fiorente carriera nel marketing si era regalato un anno per viaggiare, quella cosa mi colpì talmente tanto che dopo 4 mesi, in pratica feci qualcosa di molto simile. Immagino che anche i miei racconti abbiano ispirato delle persone, di alcune per fortuna lo so, ho conosciuto  così tante anime belle  che ormai in quasi tutte le città in cui vado, conosco qualcuno che ho incontrato tempo prima sul cammino.

4. Perché il mondo si vede dal basso verso l’alto:

Se hai mai letto il mio libro, sai che questa è la frase che utilizzo per distinguere un turista da un viaggiatore. Viaggiando zaino in spalla, si vede il mondo dal basso verso l’alto, si entra più in contatto con le condizioni reali di un paese, hai modo di vedere il bello, ma soprattutto il reale. Il tuo processo di scoperta di un luogo è lento e in salita, non vivi di verità assolute recitate da una guida, ma dai tu stesso una risposta alle tue domande, osservando, chiedendo alle persone, ad altri viaggiatori, comprando un libro usato su una bancarella.

5. Perché entri in contatto con la gente del popolo:

Una delle cose che amo di più quando viaggio è spostarmi con i mezzi locali, e non solo perché lentamente osservi il paese dal finestrino, ma perché puoi chiacchierare con le persone sedute accanto a te. Sì, certo non sempre ne hai voglia, a volte fa troppo caldo, a volte sei stanco, a volte la musica è altissima, ma tantissime volte, invece, finisci per chiacchierare con delle signore che ti raccontano della loro famiglia, dei loro nipotini, discuti delle differenze politiche tra il tuo e il loro paese, incontri gente che ha vissuto in momenti storici terribili e al tempo stesso iconici, come la guerra del Vietnam e l’epoca di Pablo Escobar e ti fai raccontare come era veramente la vita in quei giorni. Impari cose che in un’auto privata o in aereo magari non avresti imparato e quei momenti li porto sempre dentro di me.

6. Perché capisci come vive il popolo:

Fa molto rivoluzione panamericanista questa frase, ma sicuramente utilizzando i trasporti pubblici, mangiando dove mangiano i locali, hai un’idea più reale di un luogo. Ho sempre pensato che per me il viaggio sia un modo fondamentale per imparare, io sono molto appassionata di storia e mi sono resa conto, che spesso non visitando in prima persona un luogo e quindi appassionandosi alla storia locale, ignoriamo moltissimi dettagli. Viaggiando a stretto contatto con gli abitanti di una nazione hai un bagno di realtà, capisci veramente quale sia la situazione locale, nel bene e nel male. Viaggiare non è cercare qualcosa di più bello di casa, ma qualcosa di diverso da casa. Sicuramente farò storcere qualche naso, ma ho sempre pensato che andare in Kenya per restare chiusi in un villaggio o volare fino a Sharm el Sheikh, senza conoscere altro dell’Egitto sia uno spreco di carburante aereo, meglio una vacanza in Salento! Non dico che non si debba cercare un po’ di relax e di comfort, ma che si debba mischiare con esperienze altrettanto reali ed autentiche, magari non strettamente organizzate per noi occidentali.

Come sai esorto sempre le persone, in ogni viaggio a provare qualcosa di nuovo per la prima volta. Se non l’hai ancora fatto, il tuo prossimo viaggio cerca di fare backpacking, compra uno zaino, muoviti con i mezzi pubblici e mangia con i locali, poi scrivimi e dimmi che ne pensi, sono curiosa.

 

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