Viaggiare da soli in Giappone: come fare?

Elisa Sanguanini Pubblicato il

Viaggiare da soli è stupendo, ti fa conoscere gente nuova, ti mette alla prova, ti fa superare mille paure e sei libero di fare quello che vuoi quando vuoi: ma il Giappone è un Paese adatto a tutti?

Punto 1. Preparativi pre-partenza: passaporto

Per andare in Giappone è necessario il passaporto che abbia la data di scadenza posteriore al giorno di rientro in Italia.

Non servono vaccinazioni e nemmeno il visto: all’ingresso del Paese vi attaccheranno un foglietto al passaporto che sarà tolto il giorno del rientro in patria.

viaggiare da soli in giappone

Punto 2. JR o non JR?

Per girare il Giappone senza pensieri, il consiglio migliore è di acquistare il JR Pass, l’abbonamento che permette di girare sulla linea metropolitana JR di Tokyo e di usare i treni proiettile per gli spostamenti tra una città e l’altra.

E’ disponibile per una/due e tre settimane e si acquista esclusivamente al di fuori dall’Italia, ordinandolo online o nelle agenzie.
Il costo inciderà molto sul vostro budget ma il servizio offerto è alto: treni estremamente in orario, puliti, personale di servizio disponibile, gente a bordo educata…un altro mondo. In genere il comportamento dei giapponesi sui treni è una delle cose che più colpiscono noi occidentali e che ci manca appena rientrati in Italia.

Se avete in programma di spostarvi da Tokyo (per esempio anche solo a Kyoto), ordinando il JR Pass risparmierete molti soldi rispetto all’acquisto dei biglietti singoli.

Se al contrario visiterete soltanto Tokyo (ma personalmente ve lo sconsiglio: chi si farebbe 12 ore di viaggio per visitare un’unica città?) allora è più conveniente l’abbonamento giornaliero della metro e dei mezzi pubblici.

Punto 3. Mi fido ad andare da solo in Giappone?

Se la situazione di pericolo è doversi esibire al karaoke allora vi sconsiglio di andarci. Scherzi a parte, il Giappone è uno dei Paesi più sicuri al mondo.

Quindi non preoccupatevi di finire nel quartiere sbagliato o di girare da sole alla sera: nessuno vi deruberà. Probabilmente vi capiterà di vedere giapponesi ubriachissimi barcollare da una parte all’altra di Pontocho, il quartiere dei locali di Kyoto, o di Shinjuku a Tokyo, ma i giapponesi sono un popolo timido e rispettoso, quindi al massimo vi capiterà (come detto sopra) di venire invitati a qualche karaoke.

Detto questo, rimane comunque il fatto che il miglior consiglio è di usare sempre il buonsenso in qualsiasi nazione vi troviate: meglio evitare di cacciarsi in situazioni ambigue. Fare una vacanza non significa viaggiare; un turista non è un viaggiatore.

viaggiare in giappone da soli

Punto 4. Ho dei problemi motori e ho stampelle e/o carrozzina: come sarà?

Il Giappone è un Paese attrezzato completamente per persone con disabilità motorie e fisiche e non ci saranno problemi. Gli attraversamenti pedonali hanno segnali musicali, i mezzi pubblici sono attrezzati con pedane funzionanti e il personale è sempre disponibile.
Da quando scenderete dall’aereo, al trasferimento dall’aeroporto con il treno al centro città fino all’ultima fermata della metro prima di arrivare in hotel, verrete accompagnati dal personale: a ogni fermata della metro ci sarà almeno un addetto ad attendervi davanti alla porta automatica del vagone in cui sarete.

Punto 5 alias il tasto dolente: la lingua.

Se ci deve essere un punto negativo del Giappone, è sicuramente la lingua. Non sperate di cavarvela con l’inglese, i giapponesi non lo sanno, o meglio: sanno qualche parola a modo loro.

Uno dei metodi di scrittura è il katakana (gli altri sono hiragana e kanji) con cui i giapponesi hanno tradotto le parole dall’inglese e le hanno fatte loro, e cercheranno di instaurare un dialogo con quelle.
Praticamente vi troverete ad ascoltare una frase con un misto di inglese e giapponese. Per farvi qualche esempio “hotel” diventa “hoteru”, “lemon” diventa “remon” e “toilet” sarà “toire”.

I giapponesi sono estremamente gentili, se vi vedono in difficoltà si offriranno di aiutarvi, ma non è detto che poi la situazione migliori. Se già spiegarsi con l’inglese sarà una tragedia, dovete anche mettere in conto che dire “no” o “non lo so” è per la loro cultura scortese e piuttosto di ammettere di non riuscire a orientarsi con la cartina vi manderanno in una direzione a caso.

viaggiare a tokyo da soli

Orientarsi in Giappone è il problema che trovo più grande, soprattutto in stazioni di treni e metro a 4 o 5 piani in cui molto probabilmente non troverete indicazioni in caratteri occidentali. Mi è capitato più di una volta di sentire esperienze di persone che sono andate e poi non essendo riusciti a farsi capire o a orientarsi sono rimasti molto delusi (e pure incacchiati di aver fatto 14 ore di aereo e aver visto poco).

Ora tocca a voi: siete viaggiatori seriali? Andateci. L’idea di affrontare un paese totalmente diverso dal nostro vi rende insicuri?

“Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati.”
(Roman Payne)

Pubblicitaria, professoressa di grafica e fondatrice dell'Associazione Kokeshi, adora viaggiare e trova sempre la scusa di andare in Giappone o in qualche stato dell'Asia. Vorrebbe passare le giornate in kimono a mangiare sushi e pizza assieme alla sua anima a quattrozampe, che la segue ovunque (tranne quando ci sono da prendere gli aerei).

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