Tra il dire e il fare: Il viaggio tra programmazione ed improvvisazione

Antonella Macchi Pubblicato il

Ancora non si può viaggiare, ma si può sempre sognare il nostro prossimo viaggio e iniziare a programmarlo.

Da quando ho iniziato a viaggiare in solitaria ho sempre programmato da sola i miei viaggi, senza rivolgermi ad agenzie o tour operator. Di solito mi affido a una buona guida cartacea che diventa la mia compagna di viaggio e da lì parto per decidere i posti che mi piacerebbe visitare.

Ovviamente ci sono dei must da vedere per ogni destinazione, ma a me piace anche uscire dai sentieri più battuti ed esplorare zone meno turistiche.

Ho avuto la fortuna di poter realizzare viaggi lunghi, talvolta di un mese, in luoghi bellissimi del mondo e questo mi ha permesso di potermi prendere del tempo per andare alla scoperta di posti da cartolina, toccati da pochissimi viaggiatori.

Il bello di viaggiare in modo indipendente sta proprio nell’opportunità di poter decidere liberamente quali luoghi visitare e quali tralasciare.

Ovviamente per fare questo è necessario documentarsi bene su una destinazione prima di partire e raccogliere tutte quelle informazioni che ci possono essere utili durante il viaggio: sapere quali documenti servono per entrare nel Paese e se è necessario ottenere un visto sono solo le prime due cose su cui informarsi quando si vuole partire. Poi ci sono da prenotare i voli, le sistemazioni in hotel (almeno quelle per le prime notti), comprare una buona assicurazione medico-bagaglio, verificare la valuta locale, il clima, i sistemi di pagamento e tante altre piccole informazioni che è bene sapere per non sentirsi completamente spaesati quando si arriva in una nuova destinazione.

Questa parte iniziale di programmazione è per me il primo step per iniziare a viaggiare, anche se solo con la mente, e mi diverto tantissimo a farlo con la mia guida cartacea in mano e andando a cercare maggiori informazioni su un blog di viaggi affidabile. Se non avete tempo da dedicare a questi passaggi preliminari meglio affidarsi a un buon travel designer che vi aiuterà a costruire il vostro viaggio e saprà darvi tutte le informazioni che vi permetteranno di sopravvivere in destinazione.

Sappiamo però che, anche se abbiamo programmato tutto nei minimi dettagli, quando siamo in viaggio l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e dobbiamo essere preparati a cambiare i nostri piani: tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo l’arte di saper improvvisare, la capacità di trasformare un possibile problema in un’occasione di scoperta.

Dovremmo fare come gli attori della Commedia dell’Arte: questo genere teatrale nato in Italia nella metà del Cinquecento e rimasto vivo fino alla fine del Settecento, ha la particolarità di non avere un copione da seguire. Gli attori interpretano la loro parte basandosi su un canovaccio, che contiene solo le informazioni principali sulla storia che devono raccontare. In questo modo gli attori si trovano a dover improvvisare ed è dal loro talento che sono nati personaggi come Arlecchino, Brighella, Pulcinella e Colombina.

E allora perché non lasciare un po’ di spazio all’improvvisazione durante la realizzazione del nostro viaggio? Seguire il proprio cuore, perdersi tra le strade di una città, lasciarsi trasportare dai colori, dagli odori e dai sorrisi delle persone: questo è viaggiare e avere l’occasione di scoprire non solo nuove culture, nuove persone e nuove storie, ma anche parti di sé che erano nascoste nel più profondo di noi.

Pedagogista alla ricerca di una nuova strada lavorativa nel settore del turismo sostenibile. Amante del viaggio in tutte le sue forme. "Mi piace perdermi tra le strade di paesi sconosciuti, facendomi guidare dal cuore e lasciandomi sorprendere dagli odori, dai colori e dai sorrisi delle persone."

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