Cinque paranoie che mi fanno gli amici prima di partire da sola

Elisa Sanguanini Pubblicato il

Stavolta mi rivolgo a voi, amici viaggiatori in solitaria: quali sono le domande e le paranoie che vi fanno i vostri amici o i vostri parenti dopo aver detto “sai che sto per partire?”? 

Nonostante siano parecchi anni che giri il mondo appena il lavoro me lo consente, ogni volta che sto per farlo ecco che come da copione nascono domande che a cui oramai so già come rispondere.

1. Beata te che hai tutti questi soldi per viaggiare!

Se avessi tutti i soldi che mi si attribuiscono, viaggerei per almeno 6 mesi all’anno e i restanti sei mesi mi comprerei il famoso chiosco di gelati in riva al mare che tutti sognano (che poi probabilmente rivenderei anche subito perché stare costantemente in spiaggia senza fare niente mi annoia da morire, e andrei a spendere il guadagno della vendita in altri viaggi).
Comunque è una questione di priorità. Ognuno decide in che modo spendere i propri soldi, e per me è in viaggi. Non ho vizi particolari, non ho una famiglia da mantenere (a parte Mojito, il mio cane che adoro) e non faccio shopping sfrenato nei centri commerciali al sabato pomeriggio. Praticamente mentre ho le amiche che tengono d’occhio le vetrine in centro città per i saldi di scarpe e borse, io tengo d’occhio le offerte delle compagnie aeree su internet.
Qualche anno fa ad agosto ho prenotato per 2 weekend a fine novembre per andare a Praga e a Vienna a vedere i mercatini di Natale, e ricordo di non aver speso più di 50 euro a volta di volo (che siano santificate le compagnie low cost!); l’anno scorso io e un’amica abbiamo speso a settembre sui 500 euro per prenotare il volo per il Giappone a febbraio.  

lo slogan della compagnia lowcost asiastica Air Asia: "everyone can fly" ..verissimo!
lo slogan della compagnia lowcost asiastica Air Asia: “everyone can fly” ..verissimo!

2.  Non so come fai tu, ma io non potrei mai viaggiare da solo, non riesco a stare senza parlare con qualcuno per giorni.

Ma viaggiare da soli non vuol dire fare l’eremita. Quando viaggio non vado a fare la Vecchia dell’Alpe come il nonno di Heidi..neanche quando ero in Svezia e sono arrivata fino al Polo Nord ero da sola!
La bellezza del viaggiare da soli è che nessuno ci pone vincoli o orari e si fa quello che si vuole: le persone si possono conoscere sui bus, al ristorante, negli ostelli. Se ho voglia di stare con qualcuno ci sto, se ho bisogno di tempo per me (e io ne ho spesso bisogno visto che vivo da sola da quando ho 23 anni) non c’è nessuno che mi impedisce di isolarmi dagli altri. Nell’ultimo viaggio in Malesia ho passato una bellissima giornata con un ragazzo francese che ho conosciuto sul bus mentre stavo andando a Malacca, anche lui viaggiava in solitaria (ricordiamoci che all’estero non è così strano farlo) ed essendo gli unici due occidentali è stato un attimo attaccare bottone.

Poi lui alla sera è tornato a Kuala Lumpur e io sono rimasta a Malacca, ma ci siamo risentiti e scambiati le foto tramite social nei giorni seguenti.

Jeremy, un francese conosciuto su un bus per Malacca
Jeremy, un francese conosciuto su un bus per Malacca

3. Voglio ritrovare me stesso e quindi voglio fare il mio primo viaggio da solo. Dove mi consigli di andare?

Per le esperienze che ho avuto io, non è viaggiando che ci si ritrova. I problemi del fidanzato che ci ha lasciato ci sono anche quando si torna, e anzi, sarà peggio perché avremo fatto una vacanza spensierata e poi tutto ritornerà alla solita routine.
“Mangia, prega, ama” è un film che mi piace tantissimo, ma ricordiamoci che è un solo film, trovare la propria spiritualità non è una cosa così semplice che arriva prendendo un aereo.
Viaggiare da soli fa superare i propri limiti e le proprie insicurezze, ma se prima non si sta bene con sé stessi rischierete di avere un’esperienza davvero negativa.

4. Ma quando viaggi da sola come fai a girare? E se ti perdi?

Visito un posto come si fa ovunque: a me piace particolarmente camminare perché così mi rendo conto di come orientarmi, meglio che se sono su un bus o in metropolitana.
Mappe alla mano e si va. Se mi perdo, non sono nel deserto del Sahara, la gente a cui chiedere c’è e se proprio sono dalla parte opposta e ho fretta ci sono i taxi.
E non è un problema neanche di lingua, si fa leggere il nome del posto e ci si capisce con i segni (chi di noi non ha mai indicato “vai dritto, gira la seconda a destra e poi a sinistra”?)

5.  I tuoi genitori cosa dicono che viaggi da sola? Chissà quanto stanno in pensiero!

Prima di tutto i miei genitori sono abituati a vedermi viaggiare, anni che lo faccio e mai una volta che sia stata derubata o mi sia trovata in situazioni di pericolo o abbia dato loro motivo di preoccuparsi.
Quando si è all’estero basta il buon senso, non vado di sicuro a ubriacarmi nei locali o ho atteggiamenti provocatori.
Per comunicare a casa non faccio come ET telefono-casa, ma prima di prenotare dove dormire controllo che ci sia il wifi disponibile, così mi posso vedere con i miei genitori su Skype, chattarci su Facebook, Line o Whatsup..proprio come facciamo tutti quanti anche quando abitiamo a 3 kilometri di distanza.

- nella giungla del borneo malese, nonostante dovessi stare senza wifi per 3 giorni, sono riuscita a sopravvivere.
– nella giungla del borneo malese, nonostante dovessi stare senza wifi per 3 giorni, sono riuscita a sopravvivere.

Chiudo questo post con una citazione: “non c’è problema tanto piccolo che non possa essere ingigantito.” – Arthur Bloch

Pubblicitaria, professoressa di grafica e fondatrice dell'Associazione Kokeshi, adora viaggiare e trova sempre la scusa di andare in Giappone o in qualche stato dell'Asia. Vorrebbe passare le giornate in kimono a mangiare sushi e pizza assieme alla sua anima a quattrozampe, che la segue ovunque (tranne quando ci sono da prendere gli aerei).

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