In cosa consiste la Cerimonia del Temazcal: la mia esperienza

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Dopo tanti viaggi in Messico ho deciso di fare il temazcal l’antica cerimonia di purificazione maya che si è tramandata ad oggi. Sapevo alcune cose su questo rito, ma non ero mai scesa nel dettagli, da alcuni anni, come forse sapete, sono molto vicina al mondo della meditazione e mi è capitato di fare rituali molto forti in cui il mio corpo ha preso i comandi della mia mente. Come sempre vi racconterò quella che è stata la mia esperienza personale, non voglio né generalizzare né arrivare a conclusioni affrettate.

Il temazcal nasce come cerimonia rituale e curativa per tutte le popolazioni preispaniche del nord e mesoamerica, con l’avvento della conquista fu proibito perché non ritenuto in linea con la religione cattolica, ma nacque una vera e propria resistenza che ha mantenuto questa pratica in vita.

Nella penisola dello Yucatan soprattutto, è diventato molto di moda prendere parte a questa cerimonia tanto che si sta trasformando in un’attrazione turistica, molti hotel la offrono e ci sono addirittura tour tematici. La bellezza del Temazcal è data da colui che lo conduce, quindi prima di farlo cercate bene la persona che vi guiderà, io vi consiglio di chiedere a persone del luogo e non in centri turistici. Personalmente ho chiesto ad un amico che ha vissuto 3 anni in Messico, di cui la maggior parte del tempo in Quintana Roo, lui mi ha messo in contatto con dei suoi amici e dopo qualche giorno di telefonate varie sono riuscita a trovare il temazcal che cercavo. Io l’ho fatto a Tulum Pueblo, in una cerimonia durante la notte di luna piena.

Il Temazcal rappresenta un rito di purificazione, è come morire per poter rinascere, o almeno lasciar morire parti di noi, guidati dagli spiriti de l “abuelita”, letteralmente vuol dire la nonnina, ma ovviamente si intende una figura atavica che ci guida.

Il rito è concentrato sul tema del fuoco e dell’acqua che rappresentano la morte e la vita.

Prima di iniziare la cerimonia ognuno prende un pezzo di tabacco e semina in questa foglia o un desiderio o qualcosa che si vuole lasciare andare, poi si getta nel fuoco e lo si regala agli spiriti.

Si inizia intonando dei canti per chiamare gli spiriti dell’abuelita, canti ritmati a suon di tamburo, rivolti verso il fuoco dove stanno cuocendo le pietre, lo sciamano brucia molto copal (una resina profumata simile all’incenso), l’odore nell’aria è molto piacevole e il ritmo incalzante, quasi ipnotico.

Prima di iniziare il rito ognuno di noi viene purificato da nuvole di copal fatte scorrere intono al corpo.

Piano piano si entra in una capanna molto bassa, con un buco al centro, la nostra sarà stata 2.5mt di diametro ed eravamo circa in 15 compresi lo sciamano e 2 aiutanti. Si entra tutti camminando da sinistra in senso sempre orario, ci si siede per terra, con le gambe raccolte, tutti sono molto vicini, illuminati solo da un paio di candele. Lo sciamano fa entrare le pietre, 6 volte, ogni volta le nomina in modo diverso e tutti le benedicono, una persona scelta tra il gruppo recita 6 invocazioni, una per ogni pietra e alla fine brucia del copal sulla pietra incandescente. Quando tutte le pietre sono entrate si benedicono e si chiude la porta, in questo momento si resta raccolti all’interno della capanna, come se fossimo nel ventre della madre terra. Lo sciamano ti spiega che non si può uscire, che si deve respirare prima con il naso, poi con la bocca e se fa troppo caldo ci si può sdraiare, che la sensazione è forte, ma non succederà nulla.

Ammetto di essermi alquanto preoccupata del fatto che fossi impossibilitata ad uscire. Lo sciamano inizia a pregare, ad invocare gli spiriti e a gettare acqua sulle pietre con dei mazzetti di erbe aromatiche e spicchi di pompelmo. L’aria diventa immediatamente caldissima, tutti iniziamo a sudare enormemente, l’acqua bagna le candele ed è subito buio assoluto, siamo al centro della madre terra con un fuoco di rinascita. Lo sciamano canta, ci libera, invoca l’aquila e l’abuelita. Non sapendo bene cosa mi sarebbe aspettato ho temuto che questo momento durasse per un ora o di più che dovessi rimanere lì sepolta con un caldo asfissiante.

Per fortuna non era così, dopo l’ultima preghiera la porta si apre e noi possiamo uscire a respirare la fresca aria della sera.

Solo dopo il primo ciclo ho capito che il Temazcal è composto da 4 momenti, o meglio dire 4 porte, una per ogni punto cardinale: ovest che rappresenta la volontà e il maschile, est rappresenta il femminile, sud rappresenta le frustrazioni, il nord rappresenta la morte e da infine spazio ala rinascita.

Capire che dopo circa una 10/15 ina di minuti sarei potuta uscire mi ha dato molta forza nel resistere. Purtroppo ogni porta è più calda della precedente, anche se per me la più calda è stata la terza, l’aria era così incandescente che mi è iniziata a bruciare la pelle, le mie mani erano in fiamme e ogni volta che respiravo espiravo aria ancora più calda, è stato terribile.

Nella 4 porta ho iniziato a sentire qualcosa nel mio corpo, qualcosa che si muoveva, come una paura profonda che veniva fuori, ma per quanto mi riguarda la posizione così scomoda non mi ha permesso di meditare e di concentrarmi sulle mie sensazioni, cercavo solo di resiste, di sopportare questa tortura.

La fine è un momento molto bello, ti sembra di essere veramente arrivata alla fine di un cammino, come quando si finisce un trekking difficile. Durante tutto il temazcal c’è acqua in abbondanza sia per bere che per buttarsela addosso per abbassare la temperatura corporea. Alla fine c’è anche molta frutta che ti aiuta a recuperare gli zuccheri e i sali persi. Personalmente non ho visto grossi cambiamenti su di me, mi sentivo forse più leggera, più rilassata, ma almeno al livello propriocettivo non ho visto cambiamenti. Altre persone del gruppo invece hanno fatto viaggi, alte hanno avuto miglioramenti immediati di alcune problematiche fisiche.

Come tutte le esperienze mistiche il temazcal è un momento personale, dipende dallo stato che si sta vivendo in quel momento e alle capacità di lasciarsi andare di ognuno. Sicuramente avrei preferito che qualcuno mi spiegasse bene nel dettaglio a cosa andavo in contro, forse avrei avuto meno paura all’inizio. Molte persone, anche tra quelle che erano lì con me, lo usano come cura medica perché elimina le tossine e le scorie del nostro corpo, c’era gente che lo faceva 5 volte alla settimana.

Come tutte le esperienze forti, sono contenta d’averla provata e vi suggerisco di provarla, non ci sono pericoli, non si utilizzano sostanze psicoattive e non si sviene, è solo dura!

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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