Il culto della Santa Muerte: ritualità ndlle strade di Città del Messico

Emanuele Di Cesare Pubblicato il

Nel mondo oltre 10 milioni di persone venerano la Santa Muerte, un culto del popolo nato nelle strade del Messico e diffuso principalmente in Centro America e negli Stati Uniti

Nell’ultimo anno sono stato due volte in Messico per documentare il culto della Santa Muerte, lì la morte prende forma in un’entità raffigurata in vari modi ma sempre come uno scheletro ricoperto da una lunga tunica e viene venerata come una Madonna o un Santo. Sono Emanuele, viaggiatore in solitaria dal 2012 e fotografo da qualche anno in più, sono incuriosito da quello che accade nei posti popolari o in periferia dei luoghi che visito ed è così che ho scoperto la Santa Muerte. La Santa Muerte infatti è un culto che ha tanto seguito proprio nei bassifondi di Città del Messico dove i più poveri, gli ultimi, gli emarginati ed in generale le classi basse chiedono grazie e protezione alla niña blanca, uno dei tanti nomignoli che prende la Santa Muerte.

È un culto che ha radici in antiche venerazioni che in epoca precolombiana avvenivano in Centro America, ma ad oggi è un mix surreale di liturgia cattolica, rituali vicini alla santeria cubana, ed elementi della religione dei Yoruba, un gruppo etno-linguistico dell’Africa occidentale (Nigeria, Benin, Togo e Sierra Leone). Fino alla fine degli anni ‘90 era un culto privato e semiclandestino, spesso lo si nascondeva agli avventori della propria casa. Poi dagli inizi del 2000 è uscito allo scoperto, proliferando a macchia d’olio ripreso anche da film e serie TV.

A Città del Messico ci sono oltre 1.500 altari in strada, alcuni piccoli come le edicole votive che si possono trovare in Italia, ma la maggior parte sono grandi alle volte fino a raggiungere i 4-5 metri d’altezza, io ne ho girati vari e sono stato molto tempo all’altare del Tepito che è il più importante della città.

Ogni primo del mese migliaia di persone si recano agli altari, c’è chi porta un dono alla Santa Muerte, chi porta la statuina che ha a casa per farla benedire, chi percorre in ginocchio la strada asfaltata in segno di grande devozione.

Attorno a questo culto sono molteplici le leggende e le dicerie che negli anni sono state diffuse alle volte solo per screditarlo, in primis la Chiesa Cattolica che lo ha bandito e bollato come culto oscuro e satanista. In generale tutta l’opinione pubblica, fatta eccezione dei fedelissimi della Santa Muerte, non guarda di buon occhio a questo culto spesso associato al narcotraffico che in realtà non ci è riuscito a mettere le mani.

Tutto questo mi ha suscitato grande interesse, ho comprato vari libri che trattano l’argomento, ho letto pubblicazioni universitarie e principalmente ho ascoltato quello che avevano da raccontare le tante persone che ho incontrato nei miei viaggi.

Ho deciso di farne un libro che sto iniziando a vendere in pre-ordine (https://www.emanueledicesare.it/order_santa_muerte), come i precedenti che ho pubblicato anche questo è un’edizione indipendente ed uscirà a fine Maggio.

 

 

La Santa Muerte in Italia è un fenomeno poco conosciuto, anche se sono in contatto con alcune persone che nelle proprie case hanno piccoli altari ma la maggior parte delle persone confonde il culto della Santa Muerte col culto e l’attaccamento che i messicani hanno con i morti. Infatti tutto quello che ruota attorno al Día de Muertos, all’iconografia dei teschi (calaveras), a quello che abbiamo visto nel cartone animato Coco, ha poco a che vedere con il culto della Santa Muerte (https://www.emanueledicesare.it/90-wild_facts_santa_muerte).

Fotografo professionista innamorato dell'America Latina, ha creato i progetti indipendenti di Wild Facts e Urban Facts. I suoi lavori su www.emanueledicesare.it

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