Cosa cambia quando scegli di fare meditazione tutti i giorni #21DaysMeditationChallenge

Francesca Di Pietro Pubblicato il

La vita ti lancia dei messaggi, sta a noi ascoltarli o andare diritti sulla strada che stavamo percorrendo. Una cosa è certa, se non cambiamo quello che facciamo, non cambieremo mai il risultato delle nostre azioni e quello che stiamo vivendo. Sempre più persone, più o meno vicine a me mi hanno raccontato di aver cambiato stile di vita e di aver puntato la sveglia ogni giorno un po’ prima per prendere del tempo per se stessi da dedicare alla meditazione.

Così una domenica sere di circa 3 settimane fa ho deciso che era arrivato questo momento anche per me di iniziare questo nuovo cammino.

Da più di un anno la meditazione è entrata a far parte della mia vita, da quando ho fatto il teacher training di yoga, dove meditavamo circa un’ora e mezza al giorno. Da quel momento la mia pratica di yoga si è sempre accompagnata ad un momento di meditazione, diciamo che il tempo cambiava molto a seconda dei miei impegni, ma di sicuro meditavo. Purtroppo però non riesco a praticare ogni giorno, quindi non avevo l’opportunità di meditare ogni giorno e ho deciso di intraprendere questi due percorsi come indipendenti.

Ho deciso di provare, per un tempo abbastanza ridotto, ossia 21 giorni a meditare ogni mattina appena sveglia, anche se se magari in poche ore avrei praticato yoga e quindi meditato ancora, anche se nel pomeriggio mi aspettava una pratica di yoga nidra da 90 minuti. Ho scelto di aggiungere meditazione alla mia giornata, infondo, ho pensato, male non mi farà. Ho adertito alla #21daysmeditationchallenge

Così ho iniziato puntando la sveglia prima del solito, e regalandomi quei 15 minuti, lo ammetto non sono tantissimi, ma ho preferito provare con un tempo limitato perchè senza praticare yoga o pranayama è più difficile concentrarsi.

La meditazione è un po’ come lo yoga, come lo sport, non tutti i giorni è ugale, non tutti i giorni hai la concentrazione giusta, forse per questo è importante farlo con costanza.

Io medito sempre sul mio terzo occhio, su shambhavi mudra, tenere la concentrazione su quel punto mi aiuta tantissimo a mantenere il mio stato, a non volare con i pensieri e quando poi respiro e mente sono allineati si vola.

Per rendere la pratica più ipnotica spesso uso un app che produce suoni, come campane tibetane, rumore del ruscello, o della pioggia e ci sono dei suoni che mi fanno veramente vibrare.

Io vedo la meditazione come un percorso che apre delle porte, non sempre si riesce a trovare la chiave, ma quando accade la sorpresa può essere molto forte.

Quello che sto scoprendo io in questi giorni solo le emozioni soppresse. Non so voi, ma io sono cresciuta con un’educazione che mi imponeva di sopprimere le mie emozioni, specie quelle connesse con i sentimenti romantici. Era da deboli piangere per amore, soffrire per amore, mostrarsi rattristati o colpiti da una delusione, non dovevo mai mostrarlo, altrimenti mi avrebbero visto tutti come debole, poi vorrei capire cosa c’è di male nell’essere debole, ma non importa.

Questo tipo di “imprinting” può portare che spesso si reprimono la maggior parte delle emozioni, anche quelle belle, anche quelle terribili, ma consentite (tipo soffrire perchè qualcuno muore). La meditazione mi sta portando a lavorare su queste emozioni, sulle mie emozioni represse, a volte si aprono delle scatole, la maggior parte delle volte belle, come se aprissi un cofanetto d’amore o di tenerezza, altre volte invece di aprono delle scatole di paura o ansia. In ogni caso credo che sia molto sano sentire quello che proviamo o abbiamo provato senza reprimerlo o ignorarlo. Anche in psicologia, la repressione delle emozioni porta spesso a diversi disturbi, in alcuni casi molto gravi. Quindi ora la meditazione costante è diventata uno strumento che lavora di pari passo al mio percorso come psicologa.

Sicuramente devo ringraziare i miei amici che mi hanno ispirato questo cammino e ho deciso che continuerò a meditare per 15 minuti ogni mattina e con il tempo spero di aumentare i minuti e possibilmente anche il mio benessere.

Sarei curiosa di sapere che tipo di sensazioni ha portato su di voi e se sono l’unica che abbia mai fatto questo tipo di challenge.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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