Essere Nomadi Digitali: perché non è più quello che voglio

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Quando nel 2011, all’alba dei miei 31 anni ho lasciato il lavoro, l’unica cosa che volevo e che vedevo davanti a me era viaggiare. Volevo andare lontano, conoscere persone diverse da quelle di Roma, fare esperienza nuove, visitare più posti possibili, divertirmi! E così ho fatto! Dopo circa 1 annetto e più di viaggi il mio sito si è trasformato nel mio nuovo lavoro e quindi con enorme soddisfazione ho capito che avrei potuto guadagnare senza dover mai più tornare a lavorare in azienda.

Bellissimo! il sogno della mia vita che diventa realtà, così per circa 8 anni e qualcosa ho viaggiato e lavorato in tutti i continenti, ho fatto tantissime esperienze meravigliose, molte delle quali non ho mai raccontato sul web. Ero entrata finalmente nel super invidiato gruppo dei “nomadi digitali“.

Ma chi sono esattamente queste persone? Letteralmente dovrebbero essere delle persone con uno stile di vita nomade ossia che continuamente si spostano, spesso inseguendo l’estate. Si fermano diversi mesi in ogni luogo, ma avanzano costantemente. C’è anche un altro gruppo che semplicemente si è trasferito altrove, magari in un posto più caldo ed economico e che non viaggia per niente, ma non so perché si fa chiamare ugualmente nomade digitale.

Io solitamente facevo due lunghi viaggi l’anno che andavano da un minimo di 2 mesi ad un massimo di 4 e molti viaggi più brevi in Europa nei mesi restanti. In pratica facendo un calcolo di giorni in cui realmente vivevo a Roma ho toccato anche punte in cui sono stata circa 2 mesi a casa in un anno.

La mia reazione negli anni è stata molto variegata, all’inizio ero super felice d’andare via continuamente, poi ho iniziato  a desiderare di potermi sdoppiare per poter essere sia a Roma con i miei amici sia all’estero a viaggiare. In questi anni ci sono stati dei luoghi in cui sono andata per capire se mi ci sarei mai voluta trasferire in via più o meno definitiva, luoghi che amo moltissimo come Bali, Buenos Aires, Cape Town, e alla fine la risposta è stata sempre no.

In questo paragrafo sarò sincera, so che molti mi attaccheranno, ma almeno la verità per me è stata questa. Io ho cambiato vita a 31 anni e ho deciso di iniziare ad esplorare il mondo come nomade digitale, questo progetto è andato benissimo, ma quando si decide di fermarsi in un luogo senza averne un reale motivo (tipo un lavoro) mi sono resa conto che è molto difficile trovare un gruppo di pari se si è da soli. In molti paesi la gente della mia età è quasi totalmente con famiglia e quindi non ho modo di incontrarla in un coworking o al bar, ad esempio quando vivevo a Cape Town ho fatto pochissime amicizie, era difficilissimo incontrare qualcuno che avesse più di 30/32 anni e ipotizzare di vivere lì faticando per trovare persone simili a me era troppo.

Inoltre io a differenza di molti nomadi digitali amo girare parecchio e quindi i miei viaggi, in un modo o in un altro sono sempre molto stancanti e ammetto che con gli anni si reagisce diversamente alla stanchezza.

Tornando al tasto “ritorno” mi sono accorta che le persone danno sempre per scontato che tu non ci sia, quindi anche nei mesi in cui ero a Roma, la domanda costante era sempre “quando riparti” oppure “non ti ho chiamato perché pensavo non ci fossi”. Nel 2019 sono rimasta di più a Roma per motivi personali e mi sono resa conto che in poco tempo ho recuperato molti rapporti messi in pausa dai miei viaggi e fatto nuove amicizie più simili a me.

Con questo non voglio dire che se sei intorno ai 40 e single tu non possa fare la nomade digitale, ma dico solo che è più difficile e che soprattutto dipende dai caratteri e da cosa si cerca. Io sono figlia unica e ho sempre cercato persone, amici, socialità attorno a me, sono sempre stata una persona che conosce “tutti” con giri di amici molto variegati.

Così in mesi di pensieri e di meditazione, in particolare quest’estate in Messico ho capito che lo stile da nomade digitale con me non ha funzionato, forse, fossi stata 10 anni più giovane avrei potuto continuare, ma ora no. Mi sono resa conto, che trascorrere le mie serate con persone che conosco da più di 10 anni ed in alcuni casi 20, mi fa stare bene, mi fa sentire protetta e felice. Il lato positivo del mio lavoro è che non ho vincoli, quindi posso scegliere sempre in ogni momento quando partire. Quindi credo che per questa nuova decade sceglierò di coltivare di più i rapporti con le persone che amo, con la mia Roma, con il mio cucciolo rosso e di viaggiare per periodi più “contenuti” che mi permettano di mantenere i rapporti umani con l’intensità che cerco. In fondo ogni viaggio ha in sé un ritorno, altrimenti sei un gitano, questo è il mio modo di tornare. Buon anno e buona decade!

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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