Elisa: viaggio estremo crociera in Antartide in solitaria

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Elisa è una fotografa e una scrittrice di viaggi, amante del freddo e di tutto ciò che si trova al di sopra del Circolo Polare Artico o al di sotto del Circolo Polare Antartico. Ama viaggiare, scoprire nuovi scorci di mondo sconosciuti e conoscere culture diverse dalla propria. Ha viaggiato in lungo e in largo in tutto l’Artico, ha visitato villaggi di pescatori in Groenlandia e alle Lofoten, ha guidato per centinaia di chilometri la sua motoslitta nel Deserto Artico delle Svalbard, in Lapponia e in Groenlandia, ha vissuto insieme ai Nenets della Siberia e ha passato tanto tempo con i Sami in Lapponia. Ha percorso diversi chilometri in Super Jeep nelle Highlands islandesi e chilometri di trekking alle Faroe. Recentemente si è spinta ai confini del Mondo, esattamente dalla parte opposta del globo, sfidando le acque più agitate al Mondo, il Passaggio di Drake, e mettendo piede sul continente Antartico.

Ha ideato tre progetti legati a questo angolo di mondo così ostile e inospitale:

 

  1. L’Antartide è il sogno di molti, ma molto difficile da raggiungere, come si organizza un viaggio del genere?

 

Era anche un mio grande sogno, il più grande, e ancora non riesco a credere di esserci stata veramente! Sapevo di questa splendida collaborazione da maggio dello scorso anno, prima della mia spedizione estiva oltre l’80° parallelo Nord alle Svalbard, e da allora è iniziato un interminabile conto alla rovescia. La prima cosa da fare è capire con quale compagnia viaggiare e quale itinerario si desidera seguire. Una volta trovata la compagnia che più fa al caso vostro, potete iniziare ad organizzare il tutto.

Per organizzare un viaggio in Antartide bisogna muoversi con largo anticipo, circa un anno e mezzo prima, sia per trovare posto o eventuali offerte early booking sia per trovare dei voli a buon prezzo. I voli per il Sud America costano tanto e le tariffe a buon prezzo terminano in fretta. Le navi per l’Antartide partono da Ushuaia, perciò dovrete raggiungere prima Buenos Aires e poi Ushuaia con un volo interno. Tenete presente che dovrete arrivare ad Ushuaia almeno due o tre giorni prima della partenza della spedizione, in modo da avere tempo a sufficienza in caso di cancellazione del volo o ritardo dei bagagli, e calcolate anche una notte o almeno mezza giornata al ritorno.

Una volta presi i voli, dovrete contattare la compagnia per bloccare i posti e versare la caparra.

  1. Ci racconti un po’ il tuo viaggio in loco?

Durante il mio viaggio ne ho approfittato per visitare anche Buenos Aires, dove sono atterrata, le bellissime Cascate di Iguazu, raggiunte con un volo interno, Ushuaia e poi al ritorno ho dedicato qualche giorno alla Patagonia.

Una volta raggiunta Ushuaia è inutile dire che fremevo dalla voglia di imbarcarmi ogni volta che passavo dal porto, vero?

Prima della partenza ne ho approfittato per visitare questa piccola e splendida cittadina e per avere un primo assaggio di quello che avrei vissuto durante i giorni successivi. Tra le varie escursioni, ho preso parte anche ad una crociera sul Canale di Beagle raggiungendo l’isola dei leoni marini, l’isola dei cormorani e l’isola dei pinguini, per finire con una visita ad una estancia.

Arrivato il giorno della partenza si è scatenato in me un vortice di emozioni, gioia e preoccupazione. Ero preoccupata per il tanto famoso e temuto Passaggio di Drake. Non soffro il mal di mare, ma l’idea di trovarmi in mezzo ad onde alte anche 15 metri non mi faceva proprio dormire sonni tranquilli. Per fortuna invece all’andata il tempo e il mare sono stati clementi, le onde erano relativamente basse e il viaggio non è stato troppo movimentato. Tutto il contrario del ritorno, dove la nave oscillava quasi di 45°. Il tempo a bordo della nave passa velocemente, tra una lecture e un documentario, quattro chiacchiere con le guide e i compagni di viaggio.

Durante la mia permanenza in Antartide invece ho trovato sempre giornate splendide, cielo sereno e un sole che riscaldava il cuore. Il mio primo approccio con queste terre sono state le isole Shetland del Sud, dove ho incontrato per la prima volta una colonia numerosissima di pinguini Gentoo che stavano nidificando. Qui ho avuto la fortuna di vedere per la prima volta anche un paio di teneri e morbidi cuccioli appena nati. Mi è capitato poche volte di piangere dall’emozione, ma di fronte a questo spettacolo della natura non sono riuscita a trattenere le lacrime. Così come non è stato per niente semplice trattenermi dal corrergli incontro per coccolarli! Ritrovarmi circondata da migliaia di pinguini, poterli osservare per tanto tempo e poter capire i loro comportamenti è stato emozionante e interessante allo stesso tempo. Ma non sapevo ancora che il meglio doveva ancora arrivare.

Durante i giorni seguenti ci sono state una sorpresa dietro l’altra. Ho avuto la fortuna di vedere decine e decine di balene con cuccioli che nuotavano e saltavano intorno alla nave e con alcune ho avuto un incontro davvero ravvicinato. Talmente ravvicinato da riuscire a guardarle negli occhi, un incontro che difficilmente dimenticherò. Ho avvistato diversi gruppi di orche giocare intorno agli iceberg, foche di Weddell e Crabeater riposarsi sul ghiaccio marino, pinguini di Adélie, Gentoo e Chinstrap in ogni angolo, uccelli di varie specie e colei che per me è la regina indiscussa dell’Antartide: la foca leopardo. L’incontro con lei è stato rapido, ho avuto l’enorme fortuna di riuscire ad avvistarla dallo zodiac durante la discesa in una base antartica cilena. Stava inseguendo un malcapitato pinguino e mi ha dato giusto il tempo di vederla qualche secondo, per poi scomparire nelle fredde acque antartiche. Sperare di rivederla per un po’ più di tempo è un buon motivo per tornare laggiù molto presto!

Ho passato diversi giorni circondata da isolette una più bella dell’altra e da iceberg giganteschi, dalle mille sfumature di azzurro e dalle forme più bizzarre, tanto che alcuni sembravano dei castelli appena usciti da una fiaba. Gironzolare tra gli icerbeg con lo zodiac è stato uno dei momenti più belli del viaggio. I ghiacciai sono talmente maestosi da lasciare senza parole. Mi sono sentita veramente un piccolo punto in un universo di ghiaccio.

  1. Sei andata in estate, come sono le temperature e come ci si deve attrezzare

Durante l’estate australe le temperature lungo la Penisola Antartica non sono così rigide come, ad esempio, nell’Artico in inverno. Mediamente nelle giornate serene la temperatura si aggira intorno agli 0° o poco sotto. Il vero problema dell’Antartide è il vento, che quando soffia forte fa aumentare esponenzialmente la percezione del freddo (wind chill).

Equipaggiarsi con dell’ottimo abbigliamento termico e tecnico è fondamentale proprio per ripararsi dal vento. Il segreto è vestirsi a strati. Il primo strato è composto da un ottimo abbigliamento termico, il secondo da un pile pesante e il terzo strato una tuta da sci impermeabile e anti vento. L’impermeabilità è un altro fattore importante in quanto durante i landing con gli zodiac ci si bagna e si deve entrare in acqua. Sono fondamentali anche dei buoni scarponi imbottiti e impermeabili, alti fino al ginocchio.

Per proteggere testa e mani servono sciarpa e cappello in lana, calzettoni in lana e sotto guanti termici da indossare sotto un guscio protettivo in caso di vento.

  1. Da Ushuaia a volte si ha la possibilità di prendere last-minute dei posti liberi sulle crociere, risparmiando molto, tu lo consigli?

Si è possibile, ne ho visti due davvero interessanti quando ero la. Lo consiglio se non si hanno problemi economici in quanto bisogna saldare tutto subito e soprattutto non si hanno problemi di tempo. Spesso i last minute più interessanti sono sulle crociere più lunghe, dai 15 ai 20 giorni.

C’è da dire però che negli ultimi anni il mito dei last minute è andato un po’ a scemare. Non si trovano più prezzi stracciati come gli anni passati.

  1. Come si fa a scegliere la compagnia migliore per andarci?

La prima cosa da verificare, secondo me, è che sia certificata dalla IAATO e che segua rigorosamente le guidelines imposte da quest’ultima. Questo serve a rispettare il fragile ambiente, la sua flora, la sua fauna e anche i ricercatori che ci lavorano. Inoltre, impone rigide regola da far rispettare anche ai turisti.

La seconda cosa che consiglio è quella di scegliere una nave di piccole dimensioni, a discapito di quelle più grandi. È vero, sulle navi piccole il Passaggio di Drake e il mare mosso si sentono tutti, dalla prima all’ultima onda, ma è anche vero che queste navi possono portarti in ogni angolo più nascosto e remoto e ti danno la possibilità di passare tanto, tantissimo tempo in ogni singolo luogo.

In Antartide possono sbarcare solamente 100 persone alla volta e non ci possono essere due navi nello stesso luogo. Una nave da 90 passeggeri, come la mia, permette di rimanere a terra e godersi la pace e la bellezza dell’Antartide anche 3 o 4 ore, mentre le navi da 200 o peggio ancora 300/400 passeggeri devono fare a rotazione. Va da se che il tempo per restare a terra è davvero pochissimo e spesso non si riesce ad effettuare tutti i landing programmati per mancanza di tempo.

La terza cosa, non per importanza, è quella di verificare con la compagnia scelta quanti landing giornalieri sono previsti. Sceglietene una che ne programmi almeno 2 al giorno.

  1. il momento che non dimenticherai mai

Ce ne sono più di uno. Il primo impatto con l’Antartide e la maestosità della calotta polare è sicuramente quello che più mi ha emozionata, tanto da farmi piangere per l’ennesima volta. Il secondo è sicuramente l’aver visto diverse balene giocare di fianco alla nostra nave, deliziandoci di salti fuori dall’acqua, giravolte quasi a volerci salutare con le pinne, e addirittura una di loro che è venuta talmente vicino tanto da sembrare che volesse spiarci.

L’incontro con le orche, uno tra i miei animali preferiti, e l’essere circondata da pinguini.

E poi quello che più desideravo in assoluto, l’incontro con la foca leopardo, seppur rapido.

  1. Che tipo di persone si incontrano in un viaggio in Antartide?

Avventurieri, un po’ pazzi e amanti delle terre polari. Persone curiose e allo stesso tempo rispettose dei fragili ecosistemi di questi luoghi. Scienziati, ricercatori e fotografi in cerca dello scatto perfetto, di qualcosa di inusuale da raccontare. Amanti di questi angoli di Mondo fragili e inospitali.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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