E se fossi andata a vivere a Parigi, dove avrei vissuto..

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Quanti di noi hanno visto la propria vita come il film sliding doors? Se solo quel giorno non fossi andata a quella cena o se il treno fosse arrivato puntuale, cosa sarebbe accaduto della mia vita? Qualcuno dice che alla fine si ritorna sempre nello stesso punto, è solo il viaggio che cambia. In tutti i viaggi che ho fatto non ho mai sentito che un luogo sarebbe potuto diventare casa, oltre Roma ovviamente, ogni città, spiaggia, montagna è un momento più o meno lungo della mia vita, ma l’unico dubbio mi è venuto con Parigi.

Tutti pensano che gli spagnoli siano il popolo più simile a noi, ma non è così, sono i francesi quelli più simili, per questo ci litighiamo sempre, perché riusciamo bene nelle stesse cose e andiamo in competizione! Di sicuro il francese non è la lingua che parlo meglio, né i parigini sono un popolo ospitale, ma dopo tutto neanche i romani, quello che ti fa innamorare della città è l’energia che sprigiona e a parer mio una melanconia avvolgente, quella piacevole dove vorresti crogiolarti. La parte “luccicante” non è certo quella che mi piace di più, dietro le luci c’è sempre troppa ombra, a me affascinano le differenze.

vivere a Parigi

Le mie sliding doors su Parigi si sono chiuse in modo brusco ed inaspettato, ma sono arrivata a compromessi con me stessa e mi ritrovo ad andarci un paio di volte l’anno. Su Venere trovo tantissimi hotel facilmente. In quei giorni vivo la città come l’avrei vissuta se ci fossi rimasta.

La parte nord est della città, quella intorno a Place de la République a al Canal St Martin, una zona pienamente residenziale che mischia un fascino radical chic a un influenza mediorientale. Uno degli aspetti che mi affascina di più di Parigi è questo meltin pot mai del tutto integrato, come mi spiegava un ragazzo in un coworking a novembre, i mediorientali di seconda generazioni, non sono parigini per i francesi, né arabi per i loro paesi d’origine. Mi piace poter andare in un mercato marocchino e poi difronte comprare un pain au chocolat o ordinare una quiche piena di pancetta e affiano avere una macelleria kosher.

Parigi Place de la Republique

Io adoro passeggiare lungo il Canal St. Martin, magari iniziare dal Bd. Richard Lenoir dove di sabato fanno il mercatino delle pulci e non so ancora se è più interessante soffermari sule si sulle bancarelle o sulle persone che comprano. Risalendo su Quai de Jemmapes ci sono decine di piccoli bar dove anche in pieno inverno i parigini sorseggiano champagne all’aperto proteggendosi dietro un fungo riscaldato. Se si arriva fino al ponticello di ferro e si attraversa su Quai de Valmy, incontrerete Chez Prugne, un bar frequentato a tutte le ore, si forse più da ventenni che altro, ma di solito almeno una birra me la prendo sempre e poi era anche nel Meraviglioso mondo di Amelie!

Se proseguite di qualche minuto la vostra passeggiata incontrerete l’Hotel du Nord che non è un albergo, ma un ristorante abbastanza modaiolo, i parigini sono come noi italiani, a loro piace condividere il cibo e il vino con gli amici, non ubriacarsi fino a perdere i sensi, ma godere della convivialità.

café di parigi

L’Hotel du Nord è un posto perfetto per questo, si incontra bella gente, prevalentemente tavolate di amici, locale molto accogliente, ottimo agnello, mediamente caro come tutti i posti fighi di Parigi é necessaria la prenotazione almeno un paio di giorni prima.

Anche per quanto riguarda lo shopping è un posto meraviglioso,  non ci sono grandi catene né brand conosciuti, solo boutiques, negozi vintage, negozi di oggettistica, non necessariamente tutti di qualità o che sposeranno il vostro gruppo, ma di sicuro molto originali e creativi.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

Clicca qui per leggere i commenti