Cosa fare nella provincia di Salta: Quebrada de Cafayate e Valle de Cachi la magia dei colori

Francesca Di Pietro Pubblicato il

La cosa più bella di Salta sono senza dubbio le sue montagne e le sue valli, si potrebbe andare avanti per chilometri e chilometri, prima i cerros poi le quebradas poi la Puna e poi la Cordigliera delle Ande , sembra perfetto no?

La cosa più spettacolare che ci sia sono senza dubbio i canyon

Quebrada del Cafayate

Sono onesta è la mia preferita, partendo dai verdi cerros di Salta ci si immette in un vortice di rocce rosse. Un lungo susseguirsi di formazioni rocciose che alternano il rosso intenso al verde smeraldo, dovuta dal ossidazione del terreno. Tutta questa zona migliaia di anni fa era ricoperta dall’acqua che a seconda del corso che ha preso ha lasciato i suoi segni.

La Quebrada de Cafayate

Quebrada significa canyon dove in mezzo passa l’acqua, infatti al centro di questa formazione rocciosa c’è appunto un fiume, un fiumicello in molti casi, ma permette la crescita di alcune piante e da un po’ di respiro ai pastori che popolano questa zona. L’acqua di questi fiumi non è potabile dato l’elevato tasso di mineralizzazione, quindi i pochi villaggi della valle vengono riforniti dal governo di acqua potabile ogni settimana.

Il canyon si sviluppa per 180 km, non finisce mai, eppure cosa che mi ha sorpreso immensamente, non ti stai di percorrerlo, le ore volano, come se rimanessi ipnotizzato dal panorama, ogni curva svela un nuovo colore, una cavità, un canyon , una valle.

Diciamo che ci sono delle “tappe fisse” dato che l’erosione ha lasciato dei paesaggi meravigliosi:

  • la garganta del Diablo: ossia una cavernona alta bellissima
  • l’anfiteatro che è una grandissima insenatura nella roccia dove poi si apre un anfiteatro naturale che due volte all’anno viene utilizzato per degli spettacoli, data l’acustica perfetta
  • Tres Cruzes, che è il mio preferito, un mega belvedere dove da un lato hai il fiume che scorre solcando la roccia e dall’altro le rocce rosse.
  • il gan canyon , si chiama così perché ricorda la monument valley
  • la pelle d’elefante, una zona in cui l’acqua ha lasciato piccole canalture che lasciano un effetto ottico tipo pelle d’elefante.

Alla fine di questo meraviglioso percorso si arriva in una vera e propria oasi, il paesino di Cafayate dove il perfetto equilibrio tra terreno, acqua e altitudine lo ha reso uno dei posti più fertili dell’Argentina per la coltivazione della vite.

La Quebrada de Cafayate-

Il paesino di Cafayate è molto piccolo, non esattamente una piazza e due strade, ma poco più, negli anni si è molto aperto al turismo, quindi ci sono tanti alloggi, hotel boutique nella vigna, ostelli e via dicendo. Le attività principali che si possono fare sono: girare in bicicletta nella valle, fare degustazioni di vini e visitare i l museo del Vino e della Vite.

La passeggiata in bicicletta è bellissima, ma consiglio vivamente di farla solo la mattina presto o il pomeriggio dopo le 4 perché è una zona desertica e il sole è davvero fortissimo e si può avere un collasso o andare in disidratazione molto facilmente. Da tener presente che in bicicletta si può vedere l’oasi ma non arrivare alla Quebrada di Cafayate perché sono davvero tanti tanti chilometri.

Fare una degustazione è un ottima idea che perché Cafayate è l’unico posto al mondo dove si produce il Torrontés, un vino bianco che può essere vinificato dolce come un vino da dessert o secco e quindi bevibile come un bianco leggero. L’uvaggio viene dalla Rioja nel XIX secolo, in Spagna si è estino e si vinifica solo qui. [nota: quando scrissi questo su FB mi hanno detto che non era vero e che si vinifica anche a Tenerife, mi sono informata e non è così a Tenerife c’è ne è uno simile].

Bodegas

Io ho visitato la Bodega di Vasija Secreta fondata nel 1857, è una bodega molto piccola, è molto interessante perché sono ancora intatti gli ambienti dove si fermentava il vino in passato, ossia delle enormi piscine di cemento, ovviamente ora non vengono più usate.

La costruzione della finca è davvero stupenda anche la campagna, c’è la possibilità di pranzare nel vigneto io non ho pranzato quindi non so dirvi come si mangi. Ho fatto la degustazione di vini di un Torrontés dolce, particolare ma io preferisco i nostri vini dolci, e un Malbec decisamente migliore.

  • Il museo del vino e della vite

Davvero consigliatissima la visita, oltre il fatto che è organizzato in un edificio ultra moderno dove opere d’arte si alternano ad elementi didattici. Il museo è organizzato in un due settori/concetti, il primo dove spiega come si è arrivati a coltivare vino nel deserto e il secondo che spiega il lavoro dell’uomo nel vinificare.

Museo del Vino e della Vite di Cafayate
Museo del Vino e della Vite di Cafayate

A mio parere è stato più interessante la parte legata alle vigne, perché è davvero entusiasmante che a 1800 mslm si possa coltivare vino, in un luogo così secco e dove c’è un’escursione termica così ampia tra il giorno e la notte.

Nella parte legata alla vinificazione sono molto belle le foto in bianco e nero che ricordano le prime cantine e gli strumenti della vinificazioni che ancora sono rimasti.

Una piacevole visita, anche qui è possibile mangiare e fare degustazioni.

Personalmente io ho pranzato da Bacco perché me lo aveva raccomandato una mia amica di Salta, bell’ambiente, buona cucina e menù vario, mi è piaciuto.

Museo del Vino e della Vite di Cafayate
Museo del Vino e della Vite di Cafayate

Cachi e la Cuesta del Obispo

Come vi dicevo questa zona è ricca di canyon, andando verso Cachi incontriamo quella che viene chiamata la Cuesta del Obispo, ossia un enorme canyon completamente verde rigoglioso che si dirama per 60km e 260 curve, sì hai capito bene.

Il nome lo da una visita che fece il Vescovo di Tucùman nel 1622, il popolo fu talmente in festa per il fatto che avesse dormito nella vale che gli diede il nome.

Il percorso è meraviglioso, le rocce sono ricoperte da vegetazione e in molti punti incontrano un fiume forte e vorace, davvero uno spettacolo travolgente.

Cuesta del Obispo - Cachi
Cuesta del Obispo – Cachi

Ma la natura in Argentina non la smette mai di stupirti, dopo le 260 curve, inizia una parte desertica, le piante iniziano ad abbassarsi a diminuire e fino a lasciare il posto ai cactus, ma migliaia di cactus altissimi.

Siamo entrati nel Parco Nacional de los Cardones (cardon è cactus)è una zona protetta, ma in alcuni punti ci sono dei sentieri per camminare tra i cactus senza rovinare il loro habitat.

C’è anche un’altra bellissima zona protetta: Valle Encantado, il cui nome deriva dal fatto che sembra una collina delle favole, è stupenda, dolce, con meravigliose increspatura e acqua. Purtroppo a gennaio è proibito l’accesso perché cresce un fiore protetto , ma era bello anche da fuori.

Cuesta del Obispo - Cachi
Cuesta del Obispo – Cachi

Alla fine di tutta questa natura si arriva a Cachi, davvero un minuscolo paese, una piazza e qualche ristorante. In questa zona è molto famoso il cabrito asado ossia il capretto alla griglia, sarebbe meglio mangiarlo cucinato da qualcuno che al ristorante, ma se non avete alternative è decisamente buono, viene macerato in limone e spezie, io ho mangiato al Ristorante el Nevado di Cachi, molto carino l’ambiente sia dentro che fuori. Anche il cimitero del paese merita una visita, è piccolino e molto colorato, ricorda un po’ i cimiteri maya.

Parque Nacional de los Cardones - Cachi
Parque Nacional de los Cardones – Cachi

Come sempre il miglior modo di visitare queste zone e con una macchina propria in modo da poter gestire meglio il tempo e le soste.

Se proprio volete fermarvi una notte in una di queste località credo che abbia più senso farlo a Cafayate, sia perché è più grande sia perché offre in effetti di più, anche se è vostra intenzione fare foto alla Quebrada dovrete necessariamente affidarvi ad un tour dato che il bus pubblico non si ferma.

Parque Nacional de los Cardones - Cachi

Per quanto riguarda Cachi, invece credo valga più la pena farlo in giornata.

Se preferite fare i tour in giornata, cosa totalmente fattibile e non stancate, vi consiglio Incañan Turismo, vi da molta libertà nei tempi e nelle soste, non organizza quegli orrendi pranzi di gruppo in luoghi predefiniti, praticamente è un bus che però fa delle soste per le foto e poi vi lascia il tempo di esplorare il paesino, poco invasivo, a me è piaciuto come approccio.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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