Cosa fare a Johannesburg in 48 ore: Soweto e Maboneng

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Molte persone cercano d’evitare una sosta a Johannesburg ed ammetto che l’avevo fatto anche io le prime due volte che sono andata in Sudafrica, ma poi ho ascoltato quello che mi dicevano tutti i sudafricani che incontravo e ci sono andata.

Indubbiamente Joburg, come viene chiamata in slang, è una città molto violente, è stata pericolosissima per tantissimi anni, ma a differenza di Cape Town c’è molto melting-pot, è una città africana dove bianchi e neri si sono finalmente uniti, cosa che non si può dire di Cape Town.

È una città molto viva, con tantissime iniziative artistiche e creative è il centro della moda e del design sudafricano e secondo me, se vi capita almeno un paio di giorni dovreste dedicarli.

Johannesburg - Maboneng

Dove dormire a Johannesburg

La zona nord è la parte più lussuosa della città, dove ci sono tantissimi condomini “chiusi” ossia recintati con la security, ti danno un po’ la sensazione di “California made in Africa” è una delle opzioni per alloggiare in un posto bello e sicuro. Consiglio di scegliere un’appartamento su Airbnb (se usi il mio coupon e non ti sei miai iscritto hai uno sconto di 30€) ce ne sono per tutti i gusti.

Personalmente, come credo ormai sappiate, io adoro gli ostelli, anche perchè credo siano il luogo più indicato per i viaggiatori solitari. Mi sento di consigliare 2 ostelli:

  • Once in Joburg, che è una catena presente in diverse città del Sudafrica, si trova nel quartiere di Braamfontein, che è un quartiere universitario, molto vivo e pieno di ragazzi. Tutti gli ostelli di Once sono curati e di alto livello, ovviamente c’è ristorante interno e un tour operator locale. Io ho scelto di non alloggiare lì perché preferivo un’altro quartiere.
  • Curiocity che è dove ho alloggiato io e che consiglio al mille per mille. Si trova nel quartiere di Maboneng, ossia il quartiere del design della città. L’ostello è bellissimo, ha uno stile molto urban, il personale è meravigliosamente disponibile. Organizzano cene, tour e danno supporto in ogni attività, come in ogni ostello del resto, ma mi è piaciuto perché è davvero bello e in un bellissimo quartiere.

curiocity - Johannesburg - Maboneng

Cosa fare a Maboneng

L’ostello dove alloggiavo il Curiocity, organizza delle visite guidate a piedi per il quartiere, consiglio vivamente di partecipare perché ti spiegano in maniera molto completa la storia della zona e in più vi sentirete sicuri.

Maboneng è iniziato a decollare nel 2004 grazie ad un ragazzo che ha comprato tantissimi edifici e poi ha investito per farli diventare officina di creatività. Sono stati organizzati diversi festival di street art, infatti lungo tutto il quartiere si trovano bellissime opere molto simboliche. Dicono che il più importante sia questo che riporto qua sotto dove la ricchezza dell’Africa è vittima del capitalismo che ha ridotto moltissimi neri in schiavi.

Forte, come tutto quello che contraddistingue questo posto.

Johannesburg - Maboneng

L’idea alla base di Maboneng è stata quella di comprare gli edifici prima degradati e trasformarli in spazi per esposizioni o laboratori per artisti. Ci sono molte gallerie d’arte molti designer, io adoro i negozi che fanno vestiti con stoffe tipiche africane, un perfetto esempio di fusione e modernità della città. Se capitate a Joburg nel week end non perdete il Sunday Market, sicuramente la vena più hipster del week end di joburg. Se invece capitate durante la settimana ricordatevi che i negozi al piano superiore sono aperti, c’è una galleria molto bella e c’è la sede di un progetto stupendo di cui vi voglio parlare.

I was shot in Joburg è un’idea davvero carina nata nel 2009 che è diventato un vero e proprio modo sostenibile di aiutare i ragazzi di strada. Facciamo un salto in dietro nel 2009 un fotografo, Bernard, decise di insegnare ai ragazzi di strada di Johannesburg cosa fosse la fotografia, come cercare il bello, come raccontare una storia con degli scatti. Dopo varie lezioni per renderli partecipi fornisce ad ognuno di loro delle macchine fotografiche usa e getta e li spinge a scattare la città vista con i loro occhi. Dopo pochi mesi fa la prima mostra fotografia proprio a Maboneng ed è subito un successo. Così inventa un progetto che in se ha già un gioco di parole molto forte I was shot in Joburg, ossia “mi hanno sparato a Joburg” e allo stesso tempo “mi hanno fotografato” un nome talmente forte da attirare l’attenzione e allo stesso tempo un progetto talmente bello da far in modo che molti ragazzi non vengano per l’appunto uccisi. Ora con questo brand ci sono tantissimi prodotti che si possono comprare in loco e on line, ammetto che ci sono delle foto che mi sono rimaste stampate nella mente per quanto il messaggio fosse forte!

Johannesburg - Maboneng

 

Prima di abbandonare Maboneng fate un salto al mercato degli sciamani Zulu, purtroppo non è permesso scattare fotografie quindi non ne ho, ma è una esperienza davvero intensa. A Joburg c’è un’altissima percentuale di zulu che, anche se sono urbanizzati, come dicono loro, mantengo le loro tradizioni nella medicina e nelle cerimonie. In questo mercato si possono trovare tutti gli ingredienti della medicina naturale zulu e cosa ancora più strana tutte le pelli per i vestiti tradizionali. Sto parlando di leopardi, antilopi, gazzelle. Nella loro cultura è accettato vestire di pelli di animali selvatici e ogni animale corrisponde ad un livello dierso nella scala sociale del villaggio, il più importante è ovviamente il leopardo.

Nel centro di Johannesburg è accaduto un fenomeno piuttosto interessante, dopo la caduta dell’apartheid i palazzi governativi dei bianchi sono stati abbandonati perchè si pensasse venissero attaccati dai neri, cosa che non è mai accaduta. In alcuni casi sono diventati degli squat ossia dei centri occupati, in altri casi negli anni sono stati abbattuti e rifatti in altri casi ancora, come si può vedere nel centro sono rimasti vuoti con i primi piani completamente barricati! Ed al lato di questi strani cadaveri nascono palazzi super moderni.

Al centro di Joburg c’è quella che viene chiamata “top of Africa” ossia il Carlton Center il grattacielo più alto d’Africa, 223 metri d’altezza. La cosa brutta a mio parere è lo stato in cui è conservato, si arriva sulla cima e ci sono “i resti dello sfarzo che fu” si vede una struttura anni ’70 praticamente abbandonata con foto in bianco e nero alle pareti. Mi raccomando se c’è nebbia considerate che non si vede nulla, se la giornata è bella potrete ammirare la vastità della città.

Johannesburg - Maboneng

Visita della Township di Soweto

Soweto è la township più grande dell’Africa, sia per vastità che per popolazione, infatti ci vivono circa tre milioni di persone, praticamente una piccola Roma dentro una città più grande. Personalmente ero molto desiderosa di vederla per la sua importanza storica. Ho visto già molte township in Sudafrica e non morivo dalla voglia di vedere altra miseria, ma la storia di questo paese è qualcosa alla quale sono molto legata e più che altro fa parte di quelle follie che l’essere umano fa alle quali non riesco a dare una spiegazione. Quindi mi sono affidata a Good Holiday Travel che è una società di Johannesburg che organizza visite guidate di Soweto. Devo ammettere che il servizio è di alta qualità, ti vengono a prendere in hotel, hanno delle macchie bellissime e la guida è gentilissima. Soweto si visita quasi totalmente in macchina, solo in alcuni punti si va a piedi, è talmente grande che sarebbe impossibile visitarla tutta a piedi. Mi ha colpito molto la differenza con Langa, la township di Cape Town, ho trovato Langa molto ma molto più degradata. Una buona parte di Soweto è stata totalmente bonificata, con fogne e acqua corrente, ci sono delle zone direi “lussuose” con ristoranti e bar alla moda. La strada con la casa di Mandela e dell’Arcivescovo Tutu è molto curata e piena di bar nelle vicinanze.

soweto johannesburg

La piazza con il monumento a Hector Peterson ha un opera d’arte moderna che simboleggia la forza che si trasforma in libertà e non so se è perchè pioveva quando ero lì, ma mi ha lasciato una sensazione di sacralità, ti veniva voglia di stare in silenzio e pregare. Hector Peterson è il simbolo della rivoluzione studentesca di Soweto quando i ragazzi hanno iniziato a manifestare per l’obbligo di studiare in africaans invece che in inglese, Hector fu la prima vittima, aveva 13 anni.

Mentre attraversavo quelle strade dentro una macchina, con il freddo e la pioggia non potevo smettere di pensare al fatto che mentre io andavo alle scuole medie, in quel quartiere mancava ogni diritto umano e le persone morivano solo per poter dire la propria opinione.

Soweto joburg

Per capire effettivamente come sia la vita a Soweto bisognerebbe parlare di più con la gente o alloggiare in una delle guest house che si trovano lungo la strada, ma superficialmente posso dire che mi ha dato una impressione positiva, come di ripresa.

Vi consiglio di fare una lunga sosta anche al museo dell’Apartheid, è un bellissimo luogo di informazione, specialmente fotografica. Uno dei pochi luoghi dove si può vedere quello che realmente succedeva durante le manifestazione, grazie ai fotografi così poco famosi in occidente e così tanto importanti per la storia di questo paese, gente che è morta per far conoscere al mondo le ingiustizie di un governo malato.

Magari dopo questa giornata decisamente pesante, regalatevi una serata piacevole in uno dei tanti ristoranti alla moda di Joburg!

 

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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