Quando si pensa al viaggiare da soli la prima cosa che si associa è la sensazione di sentirsi soli in viaggio.
[box style=’success’] Viaggiare da soli non significa che starai da solo per tutto il viaggio, vuol dire solo che parti senza compagni e che i compagni verrano strada facendo. La marcia in più, quando si viaggia da soli, è che con i tuoi compagni stipuli un patto quotidiano, non sei obbligato a viaggiare con loro, non sei obbligato ad “abbozzare” fino alla fine del viaggio, è una scelta quotidiana, da entrambe le parti, è una scelta che viene confermata solo sulle basi del piacere di stare insieme e quindi è vera fino in fondo. [/box]
Questo ti permette di stringere dei rapporti molto intensi anche con persone con le quali condividi poco tempo, perchè le relazioni sono essenziali, senza fornzoli sociuali, senza mediazioni inutili, solo tu e lui: “nudi”!
Questo non significa che tutte le persone che incontrerai ti saranno magicamente sipatiche e che diventereanno dei grandi amici, dico solo che hai la possibilità di trovare persone simili a te perchè hanno fatto scelte simili, che condividono la tua quotidianità e che hanno i tuoi stessi bisogni per il tempo limitato al viaggio.
Come fare per incontrare nuove persone in viaggio?
1. Vivi l’ostello
Si sa che quando si viaggia da soli la scelta migliore è soggiornare in ostello, sia perchè ti permette di ridurre i costi, di poterti cucinare autonomamente, sia perchè è frequentarto da altri viaggiatori come te che hanno voglia di fare nuove amicizie.
Non basta soggiornare in ostello per avere dei nuovi amici, devi trovare dei punti di contatto. L’ambiente più importante in un ostello è la sala comune, mediamente il pomeriggio e la sera è altamente popolata e questo è il momento ideale per frequentarla.
Non importa se ti sdraierai su un’amaca a leggere o su un divano a guardare in DVD: sorridi! I sorrisi si sa sono contagiosi, e anche se a volte creano imbarazzo; uno dei due lo romperà con qualche parola. In un ostello non hai bisogno di pensare scuse fantasiose per conoscere qualcuno, basta fare la domanda più comune del mondo: “di dove sei?” e da lì si aprirà un mondo, che solo tu deciderai di chiudere o di lasciare aperto.
2. Fai couchsurfing
la cosa più importante quando si viaggia, non è smarcare i monumenti nella vostra To Do List, ma entrare in contatto con la gente del posto, altrimenti, meglio guardare il National Geographic dal divano di casa. Tutti vorrebbero visitare una città con un insider piuttosto che seguendo itinerari turistici consigliati da una guida australiana, ma non spesso è facile entrare in contatto con i locali.
Sopratttutto per questa ragione è nato il couchsurfing. Andare a vivere a casa di uno sconosciuto che vuole mostrarti la propria cultira, darti suggerimenti su cosa vedere e soprattutto conoscerti! Couchsurfing è più di dormire gratis, è una maniera di confrontarsi, di conoscere i limiti della propria cultura e i vantaggi di quella straneira (o viceversa), è un modo per verificare cosa pensano di noi all’estero, quali abitudini che per noi sono scontate non vengono messe in pratica in un paese straniero.
3. Partecipa ai CSMeeting e ai ASW dinner
Sia couchsurfing.org che A Small World ( www.asw.com – al quale si accede solo su invito) organizzano cene o eventi serali per aggregare gli stranieri e i locali. Nelle città più grandi ci sono grosse comunità di couchsurfers che non potendo ospitare persone nella loro casa, si offrono per organizzare uscite serali. Partecipare ad una di queste è un modo facile per incontrare altri viaggiatori o locali che vogliono fare amicizie.
Ad ogni modo se non ci fosse un evento già organizzato, potrete proporne uno voi stessi, scrivendo un post nel gruppo della città nella quale vi trovate e sicuramente qualcuno si aggregherà.
4. Fai networking
prima di partire, comunica il tuo itinerario ai tuoi amici, è molto probabile che qualcuno di loro abbia un amico all’estero proprio nella tua destinazione. Non abbiate timore, fatevi mettere in contatto; è sempre bello conoscere gli amici degli amici e voi sarete sicuri di avere almeno un interesse in comune con questa nuova persona.
Personalmente l’ho fatto molte volte e una delle esperienze migliori l’ho avuta Lima, dove una mia amica mi ha introdotto ad un ragazzo simpaticissimo che mi ha scarrozzato in giro per tutta la settimana, facendomi conoscere posti che non avrei mai potuto scoprire visitando la città da sola.
5. Usa mezzi pubblici
Girare in bus sulle lunghe distanze, prendere mezzi locali per visitare le zone turistiche invece che i tour organizzati ti permette di conoscere molte più persone. Quando ci si aggira intorno a località turistiche è molto frequente che qualcun altro decida di fare il nostro stesso itinerario e quindi quale occasione migliore per attaccare bottone alla fermata del bus? Oltre che ad incontrare una persone con la quale far passare più velocemente il tempo, potresti anche incontrare qualcuno con il quale condividere il taxi o magari un trasporto privato verso una località. Insomma ottimizzare anche il lato costi. Uno dei lati negativi di viaggiare da soli è che si ha scarso potere negoziale con i locali, ad esempio se volete raggiungere una località non molto battuta a volte dovrete aspettare delle mezz ore che parta il mezzo pubblico, dato che in molti paesi partono solo quando sono pieni. Ma se invece siete in un gruppetto di 3-4persone potete scegliere di dirigervi con taxi o qualcosa di simile, dividendo le spese e guadagnando tempo.
6. Mangia nel ristorante più affollato
Se una sera non vi va di cucinare in ostello e non trovate nessuno con il quale andare a cena, non disperate. Fate ricadere la vostra scelta non sulla cucina che preferite, ma sulla popolarità del locale.
Ogni paesino ha un ristorantino battuto dai backpacker, voi dirigetevi verso quello e sedetevi al bancone, se possibile.
Anche se siete in Thailandia e state per ordinare un hamburger, vedetelo come un investimento sociale.
Se c’è un bancone accomodatevi li, è il posto più di passaggio e la vostra prossemica ravvicinata con chi si siederà a canto faciliterà la conversazione. Piantatevi un bel sorriso sulla faccial, siate curiosi, e sicuramene a fine serata starete bevendo la birra in compagnia di qualche simpatica persona.
Questi sono semplici consigli, ma ricordatevi che dipende tutto da voi, quando si viaggia da soli si è artefici del proprio destino e come dico sempre io: se finisci la serata cenando da solo è stata una tua scelta!
Il viaggiatore solitario ha sempre delle esigenze di solitudine, dei momenti di riflessione che vi arricchiranno non poco, ma devono essere sempre delle scelte personali, non affidatevi all altro per socializzare, non sperate che qualcuno vi inviti a mangiare, fate voi il primo passo, altrimenti sarete solo voi a perderci.
Qualcuno ha qualeche altra tecnica per socializzare da condividere?
Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori!
Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.
16 comments on “Come evitare di sentirsi soli in viaggio”
Un’altra tecnica e’ quella di coltivare i propri interessi anche all’estero, magari frequentando dei corsi. Per esempio, io faccio burlesque nella citta’ in cui vivo e in vacanza a New York ho frequentato una lezione. Al termine della lezione, parlando con le ragazze che erano rimaste ho scoperto che alcune di loro andavano a vedere lo stesso spettacolo che volevo andare a vedere io. Cosi’ invece di andarci sola ci sono andata in compagnia.
Ho visto il tuo intervento in tv a Kilimangiaro e ho rivissuto le sensazioni dei miei ultimi 2 viaggi ( Amsterdam e Belgio con Bruges ed Anversa) fatti da solo.Questo di viaggiare da soli era il mio sogno da tempo, anche quando avevo una compagna che mi assecondava abbastanza nei miei spostamenti a scopo culturale. Poi ho deciso che potevo fare a meno della compagna ma non di viaggiare alla scoperta di ogni angolo monumentale della vecchia Europa. Lo so forse i miei obiettivi sono un pò limitati, ma ovunque vada , da solo, godo di un privilegio impagabile: l’assoluta e completa libertà. Il prezzo che pago è quello di avvertire qualche momento di solitudine, anche per la mia scarsa propensione per l’inglese, ma me la cavo quasi sempre per la mia apertura mentale verso la cultura e le abitudini degli altri e la mia grande curiosità verso il prossimo. Diciamo che, pur non essendo psicologo, mi sorprendo spesso a studiare i vari comportamenti di tutte le persone che ho modo di osservare durante i miei viaggi , cosa che in compagnia non avrei il tempo e il modo di fare. L’abitudine allo studio dell’altro è una deformazione professionale in quanto insegnante un pò agé e quindi esperto nell’esercizio dell’osservazione degli altri. Tornando ai viaggi, credo che difficilmente potrei godere delle stesse sensazioni con un altra persona, perchè quello che colpisce me può essere insignificante per un altro.
Comunque grazie per aver scoperto che non solo l’unico ad avere questa passione ( a volte ho anche pensato di non essere tanto a posto con la testa.
1+quattro?? domanda trabocchetto?? ahaaha cmq ciao. Ho visto alle falde del kilimanjaro… condivido in tutto quello che hai detto!! soprattutto il discorso che non si hanno testimoni, non si deve rendere conto a nessuno e ci si sente liberi di fare quel che si vuole, senza amici che ti giudicano!! evviva i viaggiatori in solitaria!!!!
Fino ad ora ,ho fatto solo uan esperienza in solitario,e devo dire che mi è piaciuta. Approfittando di un concorso che dovevo fare a Torino,ho avuto modo di visitare anche se non per intero,questa splendida città.
i vantaggi di stare da soli,sono stati notevoli:libertà di orario,non tener conto delle esigenze degli altri,etc…..
Complimenti per questo sito,che ho scoperto per caso……
Francesca, vuoi sapere come faccio io per socializzare in viaggio? Decido di provare a fare qualcosa di astruso e complicato che da solo non riuscirei… e mi metto a chiedere aiuto ai locali! Nessuno si rifiuta mai di darti una mano, perché la curiosità verso un viaggiatore straniero è sempre tanta, così come la voglia di spezzare la monotonia della propria giornata con un piacevole, divertente o bizzarro imprevisto! E poi a tutti piace sentirsi utili, no? A pensarci bene, io a casa faccio proprio la stessa cosa, quando mi metto a totale disposizione di qualunque forestiero mi chieda questo o quello… perché, tu no?
Io ho seguito il tuo consiglio e degli altri viaggiatori solitari esperti,è da domenica che sono in Spagna e devo dire che l’ostello offre momenti di aggregazione che aiutano a socializzare anche a persone non abituate a farlo come il sottoscritto.Il mio viaggio in solitaria ha proprio questo scopo mettermi alla prova cercare di aprirmi di più fare nuove esperienze di vita.Diciamo che come carattere sono una persona abbastanza ansiosa e incline ad avvertire il giudizio altrui però mi stò rendendo conto che avvertire questa sensazione proviene dai propri preconcetti per i quali se si è soli si è emarginati o cose simili,devo riuscire a smussare questa parte del mio carattere e stò cercando di lavorarci.Già il fatto di essere in viaggio mi stà aiutando anche se non posso dire ancora di sentirmi completamente a mio agio cmq è un esperienza che consiglierei vivamente a tutti di fare almeno una volta chissa che poi ci si prenda gusto,daltronde siamo tutti cittadini del mondo o no?
non è necessario seguire una tecnica per cercare compagni-e , durante il proprio itinerario si incontrano altri viaggiatori che in quel momento il loro percorso si incrocia col tuo.
Carissima Francesca, che bello il tuo sito. E’ una boccata d’aria per le giovani donne che scelgono di dare un calcio a tanti stereotipi e provare l’esperienza profonda del viaggio. Una piccola divagazione: sarebbe bello approfondire la differenza di genere sulla percezione del viaggio, sul modo di viverlo.
Io ho viaggiato da sola due volte: a diciotto anni sono stata 21 giorni in Gran Bretagna, Brighton, e Toscana, dintorni di Lucca.
Coltivo da diverso tempo l’hobby della fotografia e della scrittura autobiografica e questo mi porta a fare delle piccole trasferte in borghi storici, festival culturali o giornate della memoria. Non sono proprio viaggi in solitaria, però, tutto il flusso di persone che incontro, racconti ecc., mi portano spesso a staccarmi dal gruppo o dalla compagnia con cui vado.
La scrittura in viaggio è una grande compagnia e alle volte indispensabile per registrare e conservare il ricordo di emozioni grandi, improvvise, intense. 😉
Voi che ne pensate?
Be sono d’accordo, non a caso ho due blog! Sulle differenze di genere, effettivamente potrebbe essere interessante, ma devo fare una ricerca, altrimenti scriverei solo frasi fatte. Brava continua così.
Nella mia esperienza, si stringono amicizie soprattutto quando si acquistano brevi tour/escursioni di alcuni giorni in loco; si parte sempre con un gruppo di sconosciuti che, alla fine di quelle ore, ti sembrano amici di una vita. Qualcuno non lo vedì più, altri restano. Ed è molto bello. Sono sempre stranieri…durante i miei viaggi in Indocina, non ho MAI conosciuto un italiano;)
Comunque, io parto da sola perchè voglio questa condizione: ben vengano le conoscenze, di ore o di qualche giorno…ma reclamo la mia solitudine! Altrimenti parto in compagnia:)
Sono d’accordo Sebastiano: le vite delle persone si intrecciano senza fare nulla: sembra che ci si incontri per caso, invece non è mai un caso. Però, essere predisposti all’incontro aiuta: io sono in anno sabbatico da 6 mesi per scrivere, e sto viaggiando per l’Asia. Pochi giorni fa ero a Tehran e, visitando un palazzo, due iraniani venuti dagli Stati Uniti erano sempre al mio fianco, e uno di loro mi sorrideva. Finale: tre giorni dopo ho intrapreso un viaggio in macchina verso sud con loro, a ridere e mangiare, condividere le nostre vite e approfondire la conoscenza della loro splendida cultura. Se non avessi avuto scritto sulla fronte “Sono qui, parlatemi pure, vi voglio conoscere”, avrebbero probabilmente girato alla larga. Quando però la solitudine si fa dura (l’ho sperimentato in Cina), si possono conoscere persone sul sito http://www.internations.org.
Un’altra tecnica e’ quella di coltivare i propri interessi anche all’estero, magari frequentando dei corsi. Per esempio, io faccio burlesque nella citta’ in cui vivo e in vacanza a New York ho frequentato una lezione. Al termine della lezione, parlando con le ragazze che erano rimaste ho scoperto che alcune di loro andavano a vedere lo stesso spettacolo che volevo andare a vedere io. Cosi’ invece di andarci sola ci sono andata in compagnia.
Grazie Arianna mi sembra un ottimo suggerimento.
Ho visto il tuo intervento in tv a Kilimangiaro e ho rivissuto le sensazioni dei miei ultimi 2 viaggi ( Amsterdam e Belgio con Bruges ed Anversa) fatti da solo.Questo di viaggiare da soli era il mio sogno da tempo, anche quando avevo una compagna che mi assecondava abbastanza nei miei spostamenti a scopo culturale. Poi ho deciso che potevo fare a meno della compagna ma non di viaggiare alla scoperta di ogni angolo monumentale della vecchia Europa. Lo so forse i miei obiettivi sono un pò limitati, ma ovunque vada , da solo, godo di un privilegio impagabile: l’assoluta e completa libertà. Il prezzo che pago è quello di avvertire qualche momento di solitudine, anche per la mia scarsa propensione per l’inglese, ma me la cavo quasi sempre per la mia apertura mentale verso la cultura e le abitudini degli altri e la mia grande curiosità verso il prossimo. Diciamo che, pur non essendo psicologo, mi sorprendo spesso a studiare i vari comportamenti di tutte le persone che ho modo di osservare durante i miei viaggi , cosa che in compagnia non avrei il tempo e il modo di fare. L’abitudine allo studio dell’altro è una deformazione professionale in quanto insegnante un pò agé e quindi esperto nell’esercizio dell’osservazione degli altri. Tornando ai viaggi, credo che difficilmente potrei godere delle stesse sensazioni con un altra persona, perchè quello che colpisce me può essere insignificante per un altro.
Comunque grazie per aver scoperto che non solo l’unico ad avere questa passione ( a volte ho anche pensato di non essere tanto a posto con la testa.
Claudio
Grazie a te! Mi fa molto piacere leggere come tu vivi questa esperienza.
1+quattro?? domanda trabocchetto?? ahaaha cmq ciao. Ho visto alle falde del kilimanjaro… condivido in tutto quello che hai detto!! soprattutto il discorso che non si hanno testimoni, non si deve rendere conto a nessuno e ci si sente liberi di fare quel che si vuole, senza amici che ti giudicano!! evviva i viaggiatori in solitaria!!!!
Grazie Stefano, continua a seguirmi e dare il tuo contributo.
Fino ad ora ,ho fatto solo uan esperienza in solitario,e devo dire che mi è piaciuta. Approfittando di un concorso che dovevo fare a Torino,ho avuto modo di visitare anche se non per intero,questa splendida città.
i vantaggi di stare da soli,sono stati notevoli:libertà di orario,non tener conto delle esigenze degli altri,etc…..
Complimenti per questo sito,che ho scoperto per caso……
Francesca, vuoi sapere come faccio io per socializzare in viaggio? Decido di provare a fare qualcosa di astruso e complicato che da solo non riuscirei… e mi metto a chiedere aiuto ai locali! Nessuno si rifiuta mai di darti una mano, perché la curiosità verso un viaggiatore straniero è sempre tanta, così come la voglia di spezzare la monotonia della propria giornata con un piacevole, divertente o bizzarro imprevisto! E poi a tutti piace sentirsi utili, no? A pensarci bene, io a casa faccio proprio la stessa cosa, quando mi metto a totale disposizione di qualunque forestiero mi chieda questo o quello… perché, tu no?
Che ridere! Tipo mi fai un esempio? mi racconti un aneddoto?
Io ho seguito il tuo consiglio e degli altri viaggiatori solitari esperti,è da domenica che sono in Spagna e devo dire che l’ostello offre momenti di aggregazione che aiutano a socializzare anche a persone non abituate a farlo come il sottoscritto.Il mio viaggio in solitaria ha proprio questo scopo mettermi alla prova cercare di aprirmi di più fare nuove esperienze di vita.Diciamo che come carattere sono una persona abbastanza ansiosa e incline ad avvertire il giudizio altrui però mi stò rendendo conto che avvertire questa sensazione proviene dai propri preconcetti per i quali se si è soli si è emarginati o cose simili,devo riuscire a smussare questa parte del mio carattere e stò cercando di lavorarci.Già il fatto di essere in viaggio mi stà aiutando anche se non posso dire ancora di sentirmi completamente a mio agio cmq è un esperienza che consiglierei vivamente a tutti di fare almeno una volta chissa che poi ci si prenda gusto,daltronde siamo tutti cittadini del mondo o no?
Fantastico!! se il mio sito ti è stato anche solo un po’ d’aiuto per affrontare questa avventura, ho centrato il senso di tutto questo lavoro!
non è necessario seguire una tecnica per cercare compagni-e , durante il proprio itinerario si incontrano altri viaggiatori che in quel momento il loro percorso si incrocia col tuo.
Carissima Francesca, che bello il tuo sito. E’ una boccata d’aria per le giovani donne che scelgono di dare un calcio a tanti stereotipi e provare l’esperienza profonda del viaggio. Una piccola divagazione: sarebbe bello approfondire la differenza di genere sulla percezione del viaggio, sul modo di viverlo.
Io ho viaggiato da sola due volte: a diciotto anni sono stata 21 giorni in Gran Bretagna, Brighton, e Toscana, dintorni di Lucca.
Coltivo da diverso tempo l’hobby della fotografia e della scrittura autobiografica e questo mi porta a fare delle piccole trasferte in borghi storici, festival culturali o giornate della memoria. Non sono proprio viaggi in solitaria, però, tutto il flusso di persone che incontro, racconti ecc., mi portano spesso a staccarmi dal gruppo o dalla compagnia con cui vado.
La scrittura in viaggio è una grande compagnia e alle volte indispensabile per registrare e conservare il ricordo di emozioni grandi, improvvise, intense. 😉
Voi che ne pensate?
Be sono d’accordo, non a caso ho due blog! Sulle differenze di genere, effettivamente potrebbe essere interessante, ma devo fare una ricerca, altrimenti scriverei solo frasi fatte. Brava continua così.
Nella mia esperienza, si stringono amicizie soprattutto quando si acquistano brevi tour/escursioni di alcuni giorni in loco; si parte sempre con un gruppo di sconosciuti che, alla fine di quelle ore, ti sembrano amici di una vita. Qualcuno non lo vedì più, altri restano. Ed è molto bello. Sono sempre stranieri…durante i miei viaggi in Indocina, non ho MAI conosciuto un italiano;)
Comunque, io parto da sola perchè voglio questa condizione: ben vengano le conoscenze, di ore o di qualche giorno…ma reclamo la mia solitudine! Altrimenti parto in compagnia:)
Sono d’accordo Sebastiano: le vite delle persone si intrecciano senza fare nulla: sembra che ci si incontri per caso, invece non è mai un caso. Però, essere predisposti all’incontro aiuta: io sono in anno sabbatico da 6 mesi per scrivere, e sto viaggiando per l’Asia. Pochi giorni fa ero a Tehran e, visitando un palazzo, due iraniani venuti dagli Stati Uniti erano sempre al mio fianco, e uno di loro mi sorrideva. Finale: tre giorni dopo ho intrapreso un viaggio in macchina verso sud con loro, a ridere e mangiare, condividere le nostre vite e approfondire la conoscenza della loro splendida cultura. Se non avessi avuto scritto sulla fronte “Sono qui, parlatemi pure, vi voglio conoscere”, avrebbero probabilmente girato alla larga. Quando però la solitudine si fa dura (l’ho sperimentato in Cina), si possono conoscere persone sul sito http://www.internations.org.