Tre mesi in Indocina, tra Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Quel viaggio iniziò per caso, quasi per gioco e di una cosa ero assolutamente certo, non doveva durare più di venti giorni ed invece tornai a Roma tre mesi e mezzo dopo. Arrivai a Bangkok in una giornata torrida ed afosa. Non era la prima volta che ci venivo, ma prima era sempre stato per lavoro e il tempo per conoscerla bene era sempre troppo breve. Mi fermai cinque o sei giorni, non ricordo, ma questa volta andai a caccia dei posti veri, dove non vanno i turisti e fu fantastico e coinvolgente.tre mesi in indocina

Presi un pullman che sembrava più un torpedone anni 50 e andai a Ayutthaya, antica capitale del regno e città sacra, poi proseguii per Lopburi, la città delle scimmie, fuori dalle mete turistiche. Proseguii per Sukhothai, la prima capitale della Thaiandia e poi su, verso nord a Chiang Mai, la mitica, la nobile, la bellissima, così la definiscono i thay ed è vero. Poi partii per il Passo delle tre pagode sul confine birmano per piegare poi verso Chiang Rai ad ovest, definita la porta al Triangolo d’oro. Da li arrivai a Khiang Khong sul Mekong che in quel tratto fa da confine con il Laos.

Ormai avevo superato i venti giorni che m’ero dato per quel viaggio, ma non mi preoccupai più di tanto e proseguii. Presi un battello passeggeri e dopo tre giorni di viaggio fantastico e affascinante su quel fiume mitico arrivai a Luang Prabang altra meta molto ambita dei backpakers. Colori forti, profumi inebrianti e la foschia mattutina del fiume rendono magica quella città dall’aria colonialista francese. Dopo molti giorni presi un barcone che passando per Vang Vieng, che, dopo aver lasciato il Mekong ed entrando sul fiume Nam Song, attraversò il lago Ang Nam Ngum. Sbarcai a Pho Khao Khuaye presi un pullman per Vientiane la capitale del Laos. Viaggiare sul Mekong mi rimarrà nel cuore come una delle esperienze più impressionanti della mia lunga vita di viaggiatore. L’ho descritto sul mio ultimo libro “L’isola” che mai verrà pubblicato per mia scelta personale.

tre mesi in Indocina

Passai per Vientiane solo per andare a vedere il Pha That Luang, tempio fondamentale della religione buddista del Laos e ne valse assolutamente la pena. Mi imbarcai su di un residuato bellico che seguendo la 13, che costeggia il Mekong, mi portò dopo 14 ore di viaggio e con la schiena a pezzi a Pakse. Li, il giorno dopo, presi un motorino a 4 marce semi nuovo e partii alla ricerca delle cascate Nam Tok Katamtok, 120 metri di salto che si trova in una delle giungle più impenetrabili del pianeta sull’altopiano del Bolaven. Percorsi 600 chilometri in 5 giorni memorabili e intriganti. Ebbi bisogno, al mio ritorno a Pakse, di bagni caldi, di massaggi aggiusta ossa e di molto altro per riprendermi sufficientemente anche perché la strada davanti a me era ancora molto lunga. Scesi a Four Thousand Islands, dove il Mekong si allarga e dove migliaia di isole grandi e piccolissime creano un paesaggio impressionante. Avevo previsto di fermarmi un paio giorni, ma ci rimasi una settimana, la vita di un viaggiatore è sempre disponibile a regalare lunghi attimi di inebriante felicità e di coinvolgente e sublime appagamento.tre mesi in Indocina

Attraversai il confine con la Cambogia a piedi, sotto un sole feroce, in un paesaggio desolato e con i resti di segnalati campi minati lasciati dagli americani nella già lontana guerra del Vietnam. A Dom Kralor presi un pullman di linea per Siem Reap dove si trovano i templi di Angkor, altra meta sublime e fondamentale dei viaggiatori indipendenti. Li incontrai, per caso, degli amici conosciuti su altre vie e fu festa grande e, dal secondo giorno di Laolao, un gin laotiano fatto con il riso, perdemmo tutti noi la nozione del tempo e degli avvenimenti. Dopo, loro, ripresero il viaggio verso nord e io continuai il mio entrando in Vietnam puntando sul delta del Mekong,
andando poi a Ho Chi Minh City, l’antica Saigon e, sempre in autobus e poi in traghetto a Phu Quoc, un’isola bellissima di spiagge candide e con una giungla dura, ma avvincente sul confine cambogiano.

Questo è un viaggio che si può fare anche i molti meno giorni di quelli che io ho vissuto, un’accortezza, fare tutti i visti alle ambasciate dei paesi che si vuole visitare a Bangkok, serve una buona agenzia, 4 foto, cinque giorni di tempo e una cinquantina di dollari americani.

Ferruccio

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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