Perchè tutti dopo un lungo viaggio vanno in fissa con lo Yoga e Meditazione?

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Mi sono posta questa domanda mille volte, non capivo come mai tantissime persone che conoscevo prima facevano sollevamento pesi poi tornavano da un anno in giro per il mondo e si convertivano allo yoga e alla meditazione. In un primo momento, in modo superficiale, ho pensato che fosse una moda, un po’ come quando vai all’aeroporto di Mumbai e vedi tutti questi occidentali vestiti di bianco e d’arancio che ti dicono “shanti” “shanti”; perchè in fondo si sa il buddismo è di moda, il cattolicesimo è out.

Poi ho iniziato a viaggiare anche io tanto, per lunghi periodi, a stare molto tempo in Asia e magicamente mi sono accorta di un sacco di cose, ad esempio che respiravo male, che anche se ho sempre fatto sport in realtà mentre mi alleno ho la tensta sempre concetrata sui miei pensieri, che non sempre dopo un ora di palestra mi sento veramente distesa.

Un po’ per caso, un po’ per tenermi in forma in viaggio ho iniziato a fare yoga e dopo le enormi difficoltà a mantenere le posizioni mi sono accorta che aveva su di me una reazione che non immaginavo.

Essendo così concentrata a mantenere i muscoli contratti, l’equilibrio, il respiro, non avevo tempo per pensare ai miei problemi o anche semplicemente ai miei pensieri. In quei 90 minuti mi distendevo completamente 100%. Ero talmente concentrata sulla mia propriocezione, che davvero riuscivo a distendere muscoli che non pensavo di tenere contratti. E dopo 90 minuti di pratica mi sentivo svuotata, ma in un modo bello, come quando piangi tanto e poi ti senti leggera.

La prima volta che ho provato yoga nella mia vita è stata nel 2005, ho iniziato a farlo perchè ero molto stressata dal mio nuovo lavoro, mi dovevo alzare tutti giorni alle 6.30 che per me era prestissimo e avevo disturbi del sonno, iniziai a farlo in una specie di scantinato buio e poi dopo mezz ora dalla fine della lezione andavo al mio allenamento di salsa (ho studiato per tanti anni salsa cubana) risultato: mi annoiavo, non mi rilassavo, mi incupivo.

Ho messo in pausa questa pratica noiosa finché non sono andata per 2 mesi in Indonesia e lì ho capito che c’erano degli elementi che avevo sottovalutato: la location, la durata, il prerido del giorno.

Ho iniziato ad apprezzare la componente ambientale, a capire che la potenza dello yoga è direttamente proprozionale all’energia della natura che ti circonda. Quindi oltre al fatto di appassionarmi allo yoga all’aria aperta ho visto che anche il fatto d’avere una sala yoga vista mare o vista alberi era meglio di uno scantinato.

Praticando sempre di più lo yoga e la meditazione mi sono accorta che un sacco di aspetti in me migioravano, mi aiuta tantissimo per la respirazione quando faccio immersioni, consumo meno aira e riesco a mantenere il mio corpo più caldo, i miei muscoli perdono un po’ della loro isterica contrazione, la mia mente di distende.

La prima volta che ho provato a meditare era nel 2004 durante il mio master practitioner di PNL, il mio coach ha provato per decine di minuti di mandarmi in trance e non c’è mai riuscito, con la pratica della meditazione mi sono accorta che il sole ha un potere calmante sul mio corpo, quando mi metto all’aperto con i palmi delle mani verso l’alto io sento davvero un’energia che fluisce, sembra molto molto frikkettone, ma è la verità.

Meditare è diventato un nuovo modo di vivere i luoghi che amo, prima li vedevo, li fotografavo e poi andavo via, ora cerco di sedermi e restare a “sentire” il luogo per un po’ e la mia mente fluttua talemnte tanto che alla fine mi accorgo di essere stata lì un sacco di tempo.

Quindi tornando alla domanda originaria. “Perchè tutti dopo un lungo viaggio vanno in fissa con lo Yoga e Meditazione?”

Perchè secondo me viaggiare vuol dire imparare a mischiare, è un po’ come la cucina fusion, si dovrebbe avere una vita fusion, prendere dalle altre culture quello che a noi manca, per cercare quello che tutti in fondo cercano: il benessere.

La nostra cultura è molto concentrata sull’intelletto, ha recluso il corpo ad uno strumento invece il flusso è bilaterale, si può lavorare sul corpo per agire sulla mente, in fondo si dice anche in psicologia bioenergetica, ma poi nella vita pratica in pochi lo fanno.

A parer mio nella nostra cultura “cattolico/occidentale” la meditazione è associata alla preghiera, una cosa che non ci hanno mai veramente insegnato a fare e che nei secoli è stata strettamente collegata alla mortificazione del corpo. Invece in altre culture si è sempre collegato la meditazione al benessere del corpo e cosa da non sottovalutare, si insegna a meditare, non si dice come da noi “vai lì e prega!”

In fondo Gesù faceva come gli yogi andava sul monte e meditava per giorni è tutto il casino che ci hanno costruito intorno che ha rovinato il senso. Ma meglio femarci qui con le mie riflessioni religiose ce poi arrivano gli haters.

Ad ogni modo credo che il viaggio sia scoperta non solo di luoghi, ma anche di usi e pratiche. Dopo aver vissuto in Spagna ho imparato a cucinare i calamari con i fagioli e dopo che ho viaggiato tanti mesi ho imparato a capire che il mio corpo e la mi anima hanno bisogno di meditare e fare yoga all’aria aperta.

In realtà proprio sulla base di questo a giugno partirà un mio nuovo progetto che si chiama #YogAround ma ve lo spiego più in là.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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