Paola, dall’Argentina all’Italia al giro del mondo lungo una vita.

Serena Prinza Pubblicato il

[box style=’info’] Paola è nata in Argentina. Il suo primo grande viaggio l’ho fatto forse a 10 anni. E’ stato il viaggio che l’ha portata a vivere in Italia, ma decisamente, dopo, non è stato l’unico.Potete seguire Paola sul suo blog o sulla pagina Facebook  Pao on the Road [/box]

 1. A 27 anni decidi di dar vita a questo viaggio perché, come scrivi nel tuo blog, adori viaggiare e conoscere diverse culture. Come nasce il tuo progetto di viaggio e come hai scelto il tuo itinerario?

Il mio progetto di viaggio nasce in Polonia, precisamente a Sopot, nel mar Baltico. Erano due anni che vivevo in questo paese, dopo aver studiato polacco all’Università degli Studi di Genova, e qui iniziai a guardare sempre più spesso in tv un canale che mi avrebbe cambiato la vita: Travel channel.

Avevo sempre voluto viaggiare, ma non ci avevo mai dato peso, pensavo a studiare, trovare lavoro, farmi una famiglia, come fanno, più o meno, tutti. Fin da piccola mi era toccato viaggiare dall’Argentina all’Italia, poi durante l’università qualche viaggio in Polonia, Russia, e in Spagna dove abita mio padre. Eppure non avevo mai viaggiato da sola senza neanche un tutor.

Quando ho messo giù il mio primo itinerario pensai di andare in Australia perché i miei genitori prima di arrivare in Italia dall’Argentina avevano pensato di andare lì. Poi cominciai a fare delle ricerche su internet e trovai quello che faceva per me: un viaggio intorno al mondo.

dal Australia all Italia

Mi informai su blog e forum, mandai un mail a diverse agenzie di Londra chiedendo prezzi. Poi pensai all’India, perché in Polonia me ne avevano parlato molto, mi ero fatta due grandi amici dell’India, e il paese mi incuriosiva molto e volevo vedere gli elefanti; un’altra meta doveva essere la Thailandia, e le isole paradisiache; California e Messico.

Alla fine ho dovuto sistemarlo e rinunciare a qualche posto, per esempio il Messico mi costava molto di più. La mia idea era restare  almeno un mese, ma anche di più, in ogni paese. Comprai il biglietto a febbraio in una fuga a Londra e partii a fine Settembre per evitare il periodo dei monsoni in India.

2. Giovane e donna. Quanta gente ti ha detto che eri folle nel voler fare un viaggio così lungo e come li hai zittiti?

In verità ero un po’ spaventata, ma sapevo che avevo bisogno di un cambio importante. Più guardavo la gente che viaggiava in paesi esotici in tv, più mi convincevo che era la scelta giusta. Mi informai anche su donne che viaggiano da sole e preparai una mail per spiegare a mia madre che sarei stata al sicuro. Quando iniziai a raccontare il mio progetto ai miei amici, tutti mi dicevano: “che bello, ma come vai da sola?”. In realtà io pensavo di trovare qualche compagno di viaggio, avevo scritto su alcuni forum e  molti mi scrivevano dicendo di voler fare un viaggio del genere, ma un giorno… E infatti, alla fine, nessun partì con me. Invece mio padre e i miei fratelli mi dissero che avrebbero voluto fare lo stesso da giovani. Mancava solo l’approvazione di mia madre, che per me era la cosa più importante. Scrissi una mail lunghissima con tutte le spiegazioni possibili, volevo il suo appoggio. La reazione di mia madre fu una grande sorpresa per me. Contraria, ovviamente. Ma col tempo lo capii…

Pau in Australia

3. Come ti aspettavi che cambiasse la tua vita viaggiando e come realmente sta cambiando o è già cambiata?

Nei miei progetti avevo pensato di fare volontariato in India. Avevo già contattato diversi posti e mi avevano accettata. Quindi principalmente mi aspettavo di fare un’esperienza aiutando la gente, vivendo e conoscendo la gente del posto. Quando arrivai in India fu diverso e cambiai i miei piani: non mi sentivo pronta per fare volontariato. Viaggiai e conobbi tanta gente anche grazie al Couchsurfing. L’intenzione del viaggio era anche di conoscere un posto che mi piacesse e tornarci una volta finito il giro del mondo. Quando arrivai in Australia cambiai di nuovo i miei piani e decisi di rimanere più tempo, ma poi per ragioni di famiglia scelsi di accorciare il mio viaggio e di tornare prima del dovuto. Invece di un anno viaggiai per 9 mesi. Tornai, cercai lavoro per tre mesi e non lo trovai forse perché non riuscivo ad adattarmi e avevo la testa da un’altra parte: in Australia e Nuova Zelanda. Prima di finire tutti i soldi e prima che il mio visto scadesse, tornai in Australia. Adesso da 9 mesi che sono in Nuova Zelanda. La mia vita è cambiata molto da quando vivevo in Italia. So che posso andare dove voglio, so cercarmi la vita, so che posso muovermi, conoscere gente, fare nuove esperienze, e sopratutto so che non ho bisogno di nessuno per stare bene.Kuala Lumpur jan2012

4. Il Nome del tuo blog è : Poi, una notte di settembre me ne andai… e naturalmente, ci ricorda una canzone dei Nomadi (Vagabondo) che per molti è un inno, un manifesto. Ci spieghi perché l’hai scelta?

Vagabondo è appunto un manifesto, può essere una scelta di vita, uno status temporaneo. Scelsi questa canzone perché mi faceva sentire una sensazione di libertà, ma anche di curiosità nello scoprire dove fosse casa mia, e ovviamente perché anch’io partii a settembre.

5. Facciamo ancora per un attimo riferimento alla musica, ne hai una che ti porti dietro nei tuoi spostamenti? E c’è una musica che hai trovato durante il tuo viaggio che ormai ti porti dietro?

Adoro la musica, ma quando viaggio mi piace ascoltare la gente, i rumori, non cerco di isolarmi mettendomi le cuffie. Ascolto la musica a casa, per darmi carica, per rilassarmi e non pensare a niente, ma quando viaggio sono curiosa, e se non sono stanca o non riesco a dormire, guardo la gente e penso…

Paula in Australia

6. Quanto è importante per te condividerlo con altri attraverso l’uso dei social network o di un blog?

Mentre viaggiavo cercavo di tenere aggiornati soprattutto la mia famiglia e i miei migliori amici. Il mio blog è più che altro un diario di viaggio, nel mio vero diario (scritto a mano) mi segnavo anche i posti che raccomanderei e i consigli utili o gli errori da evitare. Ora non mi rendo conto di aver fatto questa gran cosa: partire da sola, viaggiare e conoscere tanti paesi, trovare un lavoro, ecc. Infatti quando lo racconto la penso come la cosa più normale fatta, ma quando leggo alcuni commenti mi rendo conto che non è così per tutti e cerco di dire a me stessa che non è da tutti fare un viaggio intorno al mondo e continuare a viaggiare, vivere in diversi paesi, diverse culture… Raccontarlo mi dà l’impressione di aiutare tante persone ed è per questo che vorrei condividere la mia esperienza, ma non sempre riesco a trovare il tempo per scrivere e soprattutto non credo di scrivere bene, quindi alle mail rispondo subito ma scrivere un blog è qualcosa per cui faccio un po’ più di fatica…

7. Ti è mai venuta voglia di dire: “adesso basta, torno a casa!”?

La mia famiglia è ciò che mi manca di più, ma non per questo credo sia giusto smettere di viaggiare. Sto pensando di tornare in Europa per stare più vicina, ma sicuramente non vorrò mai smettere di viaggiare.

Jaipur India

8. Ti sei mai sentita sola in questo viaggio?

Sì, mi sono sentita sola diverse volte, a volte con piacere e a volte meno. E’ facile fare amicizie quando si è da soli, ma a volte avrei voluto viaggiare con qualcuno che mi conoscesse, con i miei stessi interessi, qualcuno con cui condividere felicità e tristezza, ricordi, Ma come ho già detto ci sono pro e contro: a volte sento il bisogno di stare da sola, perdermi per poi ritrovarmi.

Thailand nov 2011

9. Dove ti senti (o ti sei sentita) a casa?

Credo di non sentirmi mai a casa. Ci sono momenti in cui mi senti come a casa, non posti, ma momenti. A volte sono le cose o le persone che mi fanno sentire a mio agio, tranquilla e in pace con me stessa. Forse in questi ultimi mesi in cui ho passato tanto tempo con persone del Sudamerica mi sono sentita più me stessa, cosa che non sentivo da molti anni.

Laos dec 2011

Clicca qui per leggere i commenti