Massifish: partire senza soldi, viaggiare da soli in SriLanka
[box style=’success’] Massimiliano del Vacchio, meglio noto al web come Massifish, l’ho intervistato un anno fa e poi siamo rimasti amici di penna, ho seguito le sue avventure e soprattuto i suoi enormi sorrisi. Ammetto che ha ispirato il mio futuro viaggio verso lo Sri Lanka e imparando a conoscerlo via web credo che sia una di quelle persone che danno una carica di ottimismo travolgente, perché chi è felice non è colui al quale va tutto bene, ma colui che è artefice del proprio destino, sembra facile, ma non è così. Questo me lo ha insegnato lui: non devi avere tutti gli strumenti per fare una cosa, devi avere solo una grande voglia di farlo e costanza! Per seguire i suoi viaggi il suo blog è massifish2.wordpress.com [/box]
1) Potremmo definirti un nomade del nuovo millennio. Circa 1 anno fa hai preso un biglietto di sola andata per lo Sri Lanka, che aspettative avevi prima di partire?
Non avevo nessuna aspettativa ben precisa, ma sola tanta voglia di continuare questa lunga esperienza iniziata oltre 4 anni fa, insieme alla speranza di trovare velocemente un modo per guadagnare i mezzi necessari a continuare il mio viaggio.
2) Cosa hai fatto una volta arrivato lì? Hai prevalentemente viaggiato o lavorato?
Dall’aeroporto di Colombo mi sono diretto nella vicinissima cittadina di Negombo e sono arrivato in una piccola guest house, dove mi sono offerto di dare una mano in cambio di un posto letto e di qualche pasto giornaliero. In quella guest house alla fine ci sono rimasto per ben 6 mesi riuscendo a guadagnare anche un po’ di soldi che in seguito mi hanno dato la possibilità di visitare una piccola parte del Paese, prima di iniziare un nuovo lavoro nel sud. Tempo per viaggiare nell’accezione classica non ne ho avuto poi così tanto, ma diciamo che in Sri Lanka ho viaggiato e visitato quanto basta.
3) Che posti ti sono maggiormente rimasti nel cuore?
Sicuramente le zone del sud del Paese dove ho vissuto per circa 5 mesi per un lavoro di house sitting. Questa esperienza mi ha permesso di conoscere la realtà di alcuni piccoli villaggi del Sud dello Sri Lanka che ho particolarmente amato. Grazie a quel lavoro e alla persone conosciute, sono riuscito velocemente ad integrarmi in un universo per certi aspetti ancora lontano dallo sviluppo delle zone più popolari e turistiche del Paese. Se mi avessero chiesto di restare ancora per altri 6 mesi, non avrei esitato ad accettare.
4) Seguendo il tuo blog si capiva che le persone che hai incontrato hanno contribuito a rendere speciale il tuo soggiorno, perché? Cosa ti hanno trasmesso?
Quando viaggio i luoghi che visito mi interessano solo fino ad un certo punto. E’ la gente che fa la differenza. Tante persone che ho incontrato in Sri Lanka mi hanno aiutato a sentirmi rapidamente a casa e il tempo a mia disposizione mi ha permesso di conoscere i tanti pregi di questo popolo così come i suoi difetti. Questa forse è stata la carta vincente di questa esperienza, perché la consapevolezza dei difetti di questo paese, con cui mi sono dovuto più volte scontrare, mi ha permesso di limitare quelle naturali idealizzazioni tipiche del viaggiatore o turista di qualche settimana, finendo per vedere le cose per quelle che sono, nel bene e nel male.
5) Cosa ti ha insegnato questo anno in Sri Lanka?
In questo lungo anno ho imparato una volta per tutte che nella vita bisogna osare, sempre. Un anno fa arrivavo in Sri Lanka con un biglietto di sola andata e con poco più di 100 euro nelle mie tasche, ma questo non mi ha fermato affatto né demoralizzato, certo che avrei trovato velocemente un’opportunità per continuare il mio viaggio e fare ciò che desideravo profondamente. E così è stato.
6) Pensi che a tutte le età si possa imparare o crescere in viaggio?
Decisamente si. Viaggiare è un grande insegnamento per chiunque, sempre. Forse a 20 anni si è solo più ricettivi e malleabili, è indiscutibile, ma ai 40 si affronta il viaggio con una consapevolezza ed una maturità del tutto diverse a tal punto che viaggiare, così come nel mio caso, alla fine diventa una scelta di vita, rischiosa ma indiscutibilmente gratificante.
7) Se fosse stato possibile estendere ancora il visto saresti rimasto?
Sarei potuto uscire dal Paese per un paio di giorni e rientrare senza alcun problema, avendo così la possibilità di rinnovare automaticamente un nuovo ciclo di visti turistici, ma non ero pronto a trascorrere altri mesi in Sri Lanka senza avere un progetto ben preciso e a lungo termine. Credo che il mio percorso debba continuare altrove, anche se non escludo affatto la possibilità di ritornare a breve in Sri Lanka e fare di questo paese la mia casa per qualche anno. Le opportunità di lavoro ed i progetti presentatisi in questi lunghi mesi sono stati tanti, ora voglio solo prendermi il tempo giusto per valutare, scegliere e decidere la cosa più giusta da fare.
8) Quali aspetti della cultura srilankese ti sono piaciuti di più?
Lo Sri Lanka è un Paese in via di sviluppo e di conseguenza in rapida trasformazione. Pertanto ciò che ho apprezzato dello Sri Lanka è proprio l’evoluzione che esso sta vivendo, il fatto di non essere più un Paese poco conosciuto, molto povero e per certi aspetti difficile, e al tempo stesso di non essere ancora del tutto corrotto dal turismo di massa. Questo passaggio rende la vita in Sri Lanka una scoperta quotidiana ancora interessante, soprattutto da un punto di vista umano.
9) Quali atteggiamenti della cultura occidentale credi che si debbano smussare vivendo in Sri Lanka?
Il difetto di tanti occidentali, che purtroppo ritrovo fin troppo spesso, è quello di portare con sé, imponendolo indirettamente, un mondo di convinzioni e idee che ritengono sia più giusto di quello della cultura che li ospita. Quasi come se il proprio mondo (il ricco Occidente) fosse migliore e più giusto di altre realtà. Ma gli anni di viaggio mi hanno insegnato che lo sviluppo e la modernità non sempre rendono l’uomo migliore, ed è per questo che ritengo che arrivando in un Paese come lo Sri Lanka si dovrebbero mettere da parte certe idee ed esplorare quel mondo con estrema umiltà, dimenticando quello che siamo normalmente, nella nostra vita quotidiana, e porsi verso quella nuova cultura con estrema discrezione.
10) C’è stato un momento difficile?
No, non c’è stato un momento particolarmente difficile, a parte quelli di normale routine nell’arco di un viaggio. Difficile è il mio oggi, dover ricominciare da zero, una nuova esperienza di vita e di viaggio in un altro Paese, un inizio che mi sembra più duro del solito, dopo 1 anno di vita trascorso in un unico paese con cui ho un legame ancora molto vivo. Questa è la ragione che mi ha spinto a fare una piccola pausa in Italia di qualche settimana. Ora che ho ripreso il mio viaggio mi sento più che mai sereno e pronto per cominciare una nuova avventura che mi porterà in Malesia e poi a Taiwan.