Lavorare come cooperante in Guatemala, ferite e sorrisi!

Francesca Di Pietro Pubblicato il

[box style=’info’] Mentre ero in viaggio in Guatemala mi ha scritto Maria Vittoria, una mia lettrice che lavora in Guatemala, mi ha chiesto di incontrarci per un caffè perchè voleva conosceremi, invece credo che il vero valore aggiunto ce l’ho avuto io nel conoscere lei, mi ha raccontato tanto di quello che significa lavorare in Guatemala e soprattutto degli aspetti di violenza sulle donne e pregiudizi cattolico cristiani che bloccano questo paese, ho voluto condividere con voi questo modo e i nostri lunghi discorsi sotto la pioggia ad Antigua.[/box]

Maria Vittoria, ho 27 anni, sono cresciuta a Ferrara e sono educatrice. Sei mesi fa ho finalmente seguito il mio istinto, scegliendo di lasciare la routine per cambiare vita. Non me ne pento e voglio continuare il viaggio!

 

1. Cosa ti ha spinto a fare un’esperienza da volontaria in Guatemala?

Avevo bisogno e voglia di fare un’esperienza lavorativa e di vita nuova e fuori dal mio contesto abituale.

L’anno scorso è arrivato il momento perfetto, mi ero appena laureata, non avevo legami sentimentali a trattenermi, stavo lavorando in un ambiente che non mi permetteva di crescere professionalmente.

Così ho deciso di provare e ho iniziato a cercare progetti nel sociale in paesi “in via di sviluppo”.

Sul Guatemala che dire…  La verità è che non l’avevo scelto immediatamente come meta. È stata un’opportunità che si è aperta in seguito: la mia attenzione e il mio interesse erano rivolte a tutt’altra zona del mondo. La proposta è arrivata dalla ONG italiana che organizza i progetti  e con la quale avevo fatto la selezione. L’associazione guatemalteca che sto appoggiando ora infatti, è perfettamente in linea con le mie esperienze lavorative passate, anche se, chiaramente, mi trovo in una situazione diversa, con modalità totalmente differenti! È un centro a cui si rivolgono donne vittime di violenza, i casi sono di vario tipo, si va dalla violenza economica a quella sessuale, e arrivano persone di ogni età, dalla bambina di 4 anni alla signora di 60.

Come succede spesso, alla fine le opportunità che non hai direttamente cercato si rivelano le più positive.

 

Io e Maria Vittoria ad Antigua - Guatemala
Io e Maria Vittoria ad Antigua – Guatemala

2. Come è la realtà? cosa vuol dire vivere sull’altiplano guatemalteco?

Posso provare a spiegare come io vivo la realtà guatemalteca, da prendere come  mia personale interpretazione, perché parlare di “realtà” mi suona inverosimile!

Il Guatemala è un contesto che mi mette continuamente alla prova.

È un Paese ricco di storie, persone e luoghi incredibilmente attraenti e pieno di fascino, ma anche sfruttato, corrotto e poco rispettato.

Egoisticamente cerco di vedere tutto ciò come un insegnamento, dall’altro lato però mi chiedo spesso se, quando, e come, la situazione potrebbe cambiare. Non mi so dare risposte.

In generale, dopo i primi 6 mesi e a metà del percorso, mi sento bene, diciamo che riesco a stare in equilibrio!

Abito il Guatemala tentando di integrarmi il più possibile, viaggio con i bus pubblici, compro al mercato, mangio i cibi locali (infatti poi a volte sto male!), parlo il “loro” castellano (molto diverso dallo spagnolo di Spagna!), evito di essere vista come la “turista” di turno. Non sempre ci si riesce ma mi sembra il modo più ricco per vivere questa esperienza!

3. Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato?

Le difficoltà ci sono e sono importanti. La più grossa è il contatto continuo e costante con la violenza, che è vissuta da molti come normalità, come fosse naturale. Violenza in ogni genere, dal pericolo di assalti, furti, truffe varie, fino all’alto tasso di omicidi. Diciamo che è difficile camminare per la strada e sentirsi sicuri!

Vivo in una cittadina di circa 15mila abitanti, lavoro in una città poco distante che ne fa quasi 100mila nell’area urbana. Sono contesti non turistici, dove spesso sono l’unica straniera in giro per la strada, è difficile passare inosservati, e il pensiero che qualcosa potrebbe succedere da un momento all’altro…c’è!

Altra questione che mi crea molto disagio è il problema di spazzatura e inquinamento: la plastica sembra essere entrata prepotentemente nelle abitudini di questo popolo all’improvviso, tutto è contenuto in recipienti di plastica, di mille forme, misure e colori, che vengono sistematicamente gettati a terra dopo l’uso. Ogni volta che sono in un bus e vedo il mio vicino finire la bibita e, in automatico, buttare la bottiglia dal finestrino, è come prendere un pugno nello stomaco… e ci si prova a sensibilizzare la gente, ma non si può neanche stare tutto il tempo a fare pedagogia!

La spazzatura contamina e inquina la terra,l’acqua e quindi il cibo che mangiamo, viene bruciata al bordo delle strade e inquina l’aria. Per non parlare della tristezza che si prova nel visitare un sito naturale bellissimo…ma rovinato da montagne di rifiuti ad ogni angolo! 

Lavorare come cooperante in Guatemala
San Antonio Palopo’ Guatemala

4. In cosa ti sta cambiando nel profondo questa esperienza?

Penso che me ne renderò davvero conto solo una volta terminata. Ma mi sento come se grazie a questa esperienza si fosse aperta la diga su un fiume, e il flusso del fiume avesse iniziato a scorrere liberamente! Non so se mi spiego… il punto è che ora fatico a vedermi di nuovo nella tranquilla vita borghese di Ferrara, con un lavoro con cui arrivare forse a fine mese, un’auto da mantenere, un affitto da pagare eccetera… Sto già pensando a quello che farò dopo febbraio e mi piacerebbe lasciare che il fiume continui il suo corso liberamente!

5. Cosa consigli a chi vuole lavorare nel sociale in Guatemala?

In generale per lavorare nel sociale è necessario avere delle competenze di base… non è vero che chi lavora nel sociale lo può fare perché è bravo, buono e generoso! Quella si chiama beneficenza ed è un’altra cosa.

Perciò è importante fare una scelta in linea con le proprie conoscenze e interessi. Tenere in conto che si andrà ad operare dentro una cultura diversa, quindi armarsi di pazienza e darsi il tempo di osservare prima di permettersi di giudicare. Questo vale per qualsiasi luogo e contesto…non solo per il Guatemala!

Lavorare come cooperante in Guatemala
El Tejar Guatemala

6. Tu sei una cooperante di lavoro, ma per chi vuole fare un’esperienza di volontariato c’è una associazione che consigli?

Di associazioni, organizzazioni, ONG ce ne sono una marea! Per un giovane che voglia fare un’esperienza di volontariato ci sono molte modalità, consiglio di informarsi sui programmi come lo SVE, il Servizio Civile, campi di lavoro eccetera. Il mio progetto è dentro al programma di Servizio Civile per esempio. Più che scegliere l’associazione consiglio di scegliere un progetto che rispecchi gli interessi e le competenze di ciascuno.

Dipende anche dal periodo di tempo in cui una persona si vuole impegnare.

7. Tre cose che si devono sapere prima di partire per il volontariato?

L’idea che ho del volontariato si può rappresentare bene con una immagine… hai presente quando lanci un sasso dentro l’acqua? Si formano dei cerchietti concentrici che si allargano e si allontanano sempre di più dal centro. Prima di partire bisogna sapere che siamo come quel sasso, e il nostro arrivo produce quel movimento.

Tre cose da sapere:

  1. non avere la presunzione di arrivare e cambiare il Mondo! Non è possibile e non è l’obiettivo.
  2. essere consapevoli che spesso si è solo di passaggio. Coglierne i lati positivi!
  3. pur non cambiando il Mondo e pur essendo di passaggio, le nostre azioni possono avere dei riscontri e sostenere un cambiamento, che avverrà poco a poco, forse.

Masachapa Nicaragua (2)

8. Come è la situazione delle donne in Guatemala? quanto lavorare con questo tema ha cambiato la tua visione del paese?

Tasto dolente!

C’è bisogno di tanto lavoro. Educazione e impegno. Manca una prospettiva di equità di genere. Le donne vivono una condizione di disparità allarmante, da quando sono bambine fino all’età avanzata. Ci sono ancora casi, nelle comunità rurali, in cui quando nasce un maschietto, la “matrona” che assiste il parto può farsi pagare di più, la famiglia celebra l’evento e la comunità tutta si congratula.

La donna è spesso relegata all’ambito domestico, non necessita studiare perché  per fare tortillas e allevare figli non ha bisogno di saper leggere. I livelli di analfabetismo sono alti. Non sanno di avere gli stessi diritti di un uomo e pensano che sia normale dipendere emotivamente, psicologicamente ed economicamente prima dal padre e dai fratelli, poi dal marito. Ovviamente non è così per tutte, le cose stanno cambiando. Nel 2008 è stata approvata una legge contro il femminicidio e tutti i tipi di violenza contro la donna e qualcosa inizia a muoversi. Grazie a quella legge esistono luoghi come questo in cui lavoro, dove le donne possono essere accolte ed accompagnate gratis lungo tutto il percorso di uscita da una situazione violenta. Anche se sono ancora pochi e non del tutto funzionanti.

Mi scontro quotidianamente con casi che hanno dell’incredibile, come la bambina di 13 anni costretta a diventare madre, perché non le consentono di abortire dopo un abuso e, invece di appoggiare almeno il suo diritto a lasciare il bambino perché venga dato in adozione, fanno leva sul suo senso di colpa e spingono perché si tenga il figlio! Forzandola ad una vita al fianco di un essere umano che le ricorderà per sempre quello che ha passato. Potrà amare quel figlio? Chissà! E il ciclo della violenza si ripete!

La violenza come vedi si moltiplica, ed in seguito a quella sessuale originaria si sommano le violenze istituzionali, negli ospedali, tribunali eccetera…

Mi chiedi quanto tutto ciò cambia la mia visione? La mia visione dipende quasi totalmente da questa prospettiva ed è il motivo per cui non accetto neanche la più piccola mancanza di rispetto verso una donna… come le aggressioni verbali in strada. Perché così vanno chiamate e bisogna trattarle come tali! Le donne devono imparare a non stare zitte e a difendersi, è un nostro diritto.

Monterrico Guatemala
Monterrico Guatemala

9. Facendo volontariato si può anche viaggiare intorno al luogo in cui si lavora?

Si si e si!!! sto viaggiando tanto ed è uno degli aspetti che mi da più gioia!

Quasi sempre riesco a spostarmi nel fine settimana o utilizzando ponti e festività varie! Ho visitato vari posti, in alcuni sono ritornata più volte: la costa di sabbia vulcanica del Pacifico, il lago Atitlan e i vari pueblos che lo circondano, la regione di Alta Verapaz con Semuc Champey e la sua natura stupenda, il Rio Dulce, la costa atlantica, i mercati… sto conservando giorni di vacanza per visitare la zona del Peten, Flores, Tikal e le rovine Maya al di la del confine con Belize, probabilmente andrò a dicembre, approfittando di più giorni per fare un giro unico e possibilmente risalire la costa fino su in Yucatan.

Sono stata in Nicaragua e due volte in Messico, in Chiapas che amo e Oaxaca. Adesso sono tutta presa dall’emozione del prossimo viaggio che farò a fine mese: dal Costa Rica scendendo fino a Panamà!! non vedo l’ora! 

10. L’oggetto più importante per un cooperante?

Un buon libro, per i momenti in cui abbiamo bisogno di compagnia!!

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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