Sulla via della Seta, Ferruccio un viaggiatore di altri tempi.

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Percorrere, o”fare”, come dicono i backpaker  la Via della Seta è un sogno di tanti, ma in verità in pochi riescono a farla tutta e io, purtroppo, sono uno di quelli. Sul confine cinese, dopo tre mesi di viaggio e settemila chilometri, ho dovuto mollare per gravi motivi di salute. via della setaLa vera Via della Seta parte da Istanbul e puntando a levante arriva a Xi’An, in Cina. 12.000 km, 1000 più mille meno, non importa per chi viaggia, è la distanza da percorrere. Il periodo migliore per partire è tra aprile e maggio, assolutamente non più tardi, troppo caldo fino in Tajikistan e troppo freddo, una volta arrivati, sull’alta via del Pamir. Tutti i paesi che si attraversano pretendono il visto e per averli tutti ci vogliono almeno un paio di mesi. Carte di credito abilitate è bene averle, ma il contante, euro o dollari di piccolo medio taglio, è decisamente meglio. Medicine di base sono fondamentali, abbondando possibilmente. Viaggiare leggeri è importante, un sacco seta lenzuolo e tre cambi più un’ottima felpa con cappuccio bastano, se si ha bisogno d’altro lo si compra strada facendo.

_DSC4130 Sparirete dal mondo per settimane, semplicemente per mancanza di connessioni internet e il telefono è spesso un’utopia. Un buonissimo libro guida è fondamentale, uno sull’Asia Centrale e uno sulla Cina Meridionale, ultime edizioni. Treni, autobus, camion, macchine private, gambe, tutto è buono per andare avanti, per toccare con mano realtà inimmaginabili e per odorare profumi sconosciuti. La gente, i popoli insomma, che s’incontrano sono straordinariamente semplici e affascinanti, pieni della tua stessa curiosità. Arrivare con un sorriso apre porte e disponibilità insperate come a Dusambè in Tajikistan. Ero fermo a guardarmi intorno alla ricerca di un posto per dormire quando passa sulla strada un corteo di macchine in festa per un matrimonio. Sorrisi agli sposi applaudendoli e loro bloccano il corteo e mi invitano a salire su di una macchina per partecipare alla loro festa.via della seta

Memorabile, indimenticabile fino al coinvolgimento emotivo. Cibo, musica, balli e Vodka fino alle sei del mattino o almeno fino a che non crollai insieme ad altri sotto ad un tavolo per risvegliarmi con la mia testa appoggiata sul polpaccio di uno sconosciuto che dormendo russava come un bufalo. La festa durò tre giorni e poi, quando tutto dovette finire, abbracci, baci, giuramenti di amicizia eterna e promesse. Attraversare il deserto del Karakorum  in 5 giorni perché il mio visto per il Turkmenistan stava scadendo fu un’altra grande avventura.  50° di temperatura media e il nulla all’infinito, ma anche li c’è un mondo che vive e che ti sorride offrendoti il niente che hanno. Lì ho visto una manifestazione della natura forse unica al mondo. Una voragine larga 100 metri da dove un fuoco alimentato da gas naturale rende l’aria arroventata dando l’esatta idea di quello che potrebbe essere l’inferno dantesco.

via della setaPoi Samarcanda in Uzbekistan, la mitica, la grandiosa e radiosa con le sue moschee azzurre e i minareti svettare nel cielo color indaco e poi ancora l’alta via del Pamir lungo il confine afgano una via che da sola vale tutto il grande viaggio della Via della Seta. 1600km a quote incredibili che vanno da un minimo di 3500 ai 4000 metri fatti su di un camion cinese che trasportava carne in scatola, a piedi attaccato alla coda di un asino che trasportava il mio zaino, sul sellino di una Dneper, una antidiluviana motocicletta russa, guidata da un rifugiato afgano che in barba alla sua religione mussulmana era ubriaco fradicio e non faceva altro che ridere come un demente non guardando mai dove metteva le ruote della sua moto. Poi, tutto è finito. Diarrea, ascesso dentale, febbre costante, perdita di 5 unghie dei piedi e una ferita profonda alla mano che non si voleva assolutamente rimarginare. Sul confine cinese all’Irkeshtam Pass ho mollato e sono tornato con non poche difficoltà a Roma.via della seta

Racconto e foto di Ferruccio, un viaggiatore che mi ha aperto la finestra sui suoi viaggi e che io ho voluto condividere con voi, un uomo che incarna l’idea che ho di viaggio.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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