Cosa si impara a viaggiare da soli in Colombia

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Quando ho detto ai miei amici che stavo per partire due mesi per al Colombia, hanno avuto una reazione incredibile, praticamente mi avevano dato per morta o rapita come e la Betancourt.

Onestamente basta informarsi da fonti un po’ più attendibili per rassicurarsi sulla situazione colombiana e scoprire che è un paese in forte sviluppo del tutto sicuro.

Durante il mio soggiorno Colombiano, ho cercato di stare più a lungo possibile, con la gente del posto, uscendo nei locali tradizionali, facendo couchsurfing, parlando con i ragazzi degli ostelli e la cosa che mi ha colpito di più è quanto la popolazione ci tenga a far cambiare l’idea che si ha sul paese.

Credo che siano rimasti per troppo tempo vittime di loro stessi, segregati nelle loro stesse città, senza la possibilità di vistare il paese o di farlo visitare agli stranieri. Questo ora li ha resi molto aperti, ospitali e incredibilmente gentili. Anche se devo dire che come in molti paesi, c’è differenza tra la gente del nord e del sud. La gente della costa è abituata al turista, specialmente quello Nordamericano e ricco ed arrogante, è abituata a spremerlo, a fargli pagare anche l’aria che respira. Personalmente questa situazione, specialmente in città come Cartagena mi ha stancato molto, io prediligo stare nei piccoli centri, dove le persone sono più genuine.

Cosa si impara viaggiando in Colombia?

Secondo me a relativizzare la propria vita,

non è un paese povero, tutt altro, e la qualità della vita è decisamente elevata, ma ogni volta che ascoltavo le storie della gente mi si stringeva lo stomaco. Vedere quanto la guerriglia prima e la lotta dei cartelli della droga poi, abbia colpito nel profondo la vita di ogni cittadino, ti fa pensare molto a quanto siano spesso fatui i nostri problemi quotidiani.

L’effetto sorpresa,

lasciare che un paese ti sorprenda. È incedibile quante cose ci siano da fare e la varietà di esse anche in 100km, lasciarsi trasportare dalla terra, non avere itinerari rigidi, essere flessibile ai propri desideri.

Si dice che più si sa e più si vorrebbe sapere, il segreto è trovare il giusto bilanciamento tra quello che si vuole fare ed il tempo che si ha per farlo, sembra banale ma non lo è. Di solito prima di partire si ha un itinerario in mente, per quello che abbiamo letto sulla guida o che ci ha consigliato un amico. Poi arriviamo in un paese che offre molto di più di quello che immaginavamo e il segreto è riformulare l’itinerario, sceglie un’esperienza piuttosto che un luogo da visitare, fare qualcosa che di solito non faremmo nella vita di tutti i giorni, dove la società ci obbliga a programmare tutto.

Un buon consiglio è: iniziare ad ascoltare la gente e fare una pausa dalle nostre guide.

Che i pregiudizi rovinano tutto, nei rapporti così come anche nei viaggi.

L’immagine della Colombia, è fortemente legata a quest’immaigne di paese pericolosissimo, dove ovunque ci sono narcotrafficanti e guerrilleros, per quanto il governo sita facendo un buonissimo lavoro di immagine, in europa questa nuova realtà stenta ad arrivare. E’ bello fare un viaggio in Colombia e tornare sorpresi, un po’ come quando si finisce per uscire con il più antipatico della classe per scoprire che invece è una persona simpaticissima, ma timida. La Colombia è così, tutti la collegano alle cose brutte, ma lei fa di tutto per mostrare solo quelle belle. Bisogna andarvi per comprendere la differenza con l’immagine che abbiano in Italia di questo pese e di quella gente, davvero ospitale.

Se avete altri dubbi sulla sicurezza della Colombia, leggete il mio post. Altrimenti scrivetemi pure.

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Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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