Come viaggiare senza programmare tutto in anticipo

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Le cose più belle che si possono avere in viaggio sono il tempo e la libertà, sul tempo purtroppo non posso aiutarvi, io sprono sempre le persone a fare viaggi lunghi, magari se si lavora come impiegati a mettere da parte le ferie per potersi concedere qualche giorno in più, per la libertà qualche consiglio ve lo posso dare.

Le persone si dividono in due macro categorie, quelle che in viaggio vogliono programmare tutto per avere tutto sotto controllo e odiano gli imprevisti e chi viene assalito da un senso di claustrofobia ad avere uno schedule fitto e che preferisce decidere di volta in volta, ma che qualche volta sarà costretto a riformulare il suo piano perché magari non trova posto dove dormire o nei trasporti. [ovviamente sto forzando lo stereotipo]

Come cappello di questo mio articolo ci tengo a precisare che se decidiamo di partire in alta stagione e prenotare poco e nulla dobbiamo essere molto flessibili o ad accontentarci di posti non bellissimi o di spendere di più, diciamo che i miei consigli, che sono poi il modo in cui io organizzo i miei viaggi, sono da intendersi non in alta stagione.

Ho deciso di scrivere quest’articolo perché qualche giorno fa una ragazza mi ha scritto su Instagram raccontandomi che lei quando viaggia da sola non prenota nulla, ma poi una volta che arriva in un posto, spesso si rende conto di aver sbagliato qualcosa, errore che secondo lei non avrebbe fatto se avesse prenotato in anticipo, quindi ora vi racconto come faccio io.


Non prenotare non significa non studiare la destinazione

 


Spesso si fa un errore grossolano, si pensa che non prenotare significhi viaggiare senza conoscere nulla di un luogo, certo ci sono persone che lo fanno e generalmente sono quelle che hanno tanti mesi o anche anni di viaggio, ma se state ipotizzando un viaggio di due, tre settimane, io vi consiglio di non prenotare tutto, ma di studiare la destinazione.

Cosa significa studiare una destinazione?

Immagino che se avete scelto un luogo ci sarà stato una “elemento ispirante” scatenante, può essere stato un libro, un film, un racconto di un amico, o anche un reel su Instagram, non importa ma qualcosa che ha attirato la vostra attenzione esiste, partiamo da quello.

Partiamo da una mappa

Nei secoli si è viaggiato leggendo solo le mappe, ora sempre meno persone le comprano, invece avere una visione d’insieme è importante, capire come è fatto un paese, se durante il nostro itinerario incontrerete montagne, fiumi, parchi nazionali. Io compro sempre le cartine se sto facendo un viaggio piuttosto articolato, magari guidando, ad esempio quando sono stata in Namibia, in Sudafrica in Sudamerica, mentre per l’Europa generalmente mi basta Google Maps, questo è il mio modo, diciamo che se guidi tu avere una cartina aiuta molto.

Reperire informazioni:

Io sono una blogger di viaggio quindi ogni volta che leggo un articolo di viaggio anche su una rivista qualsiasi, vedo una foto di un luogo che mi ispira o un amico mi racconta di un posto, di un hotel o un ristorante io lo segno! Non importa se non è in programma di andare in quel luogo in quel momento, io intanto me lo scrivo, può sempre essere utile, certo perché questo è il mio lavoro e io viaggio moltissimo, ma se magari viaggiate meno di me potreste avere quest’approccio anche solo per la destinazione del vostro prossimo viaggio. Comprare una guida potrebbe essere un buon punto di partenza, ognuno ha lo stile di guida che preferisce, c’è chi cerca guide più didascaliche come il Touring, o più fotografiche come National Geographic a me piacciono quelle pratiche, che mi danno consigli concreti per spostarmi da un paesino all’altro, info sui mezzi pubblici sulle attività che si possono fare, sono sincera compro sempre Lonely Planet, non tutto quello che mi interessa è sulla guida, ma per organizzare mi piace. Al giorno d’oggi tutti cerchiamo informazioni su internet, solitamente dopo che abbiamo comprato il biglietto, cerchiamo la nostra destinazione o i singoli luoghi in cui vogliamo andare e vediamo cosa consigliano i vari blogger per poi fidarci di quello che ha lo stile di viaggio più simile al nostro. Molti amano ancora comprare riviste di settore, altri ancora cercano su Instagram per essere ispirati dai luoghi dove vorrebbero andare.

Come prendere appunti

Benissimo ora ho tutte queste informazioni ma come me le ricordo? Cosa ci faccio? Come in molti aspetti della vita, dipende dal vostro stile cognitivo e da come preferite organizzare i dati, ci sono i romantici che creano un taccuino di viaggio con i vari appunti, i metodici che preferiscono il file excel, quelli che fanno le cartelle sul computer o sul browser preferito. Io nella mia vita forse ho usato tutti questi metodi, ma ora ho trovato la svolta: Google Maps!

Come usare Google Maps per organizzare i viaggi

Google Maps è l’app perfetta per i viaggiatori anche se non è il suo uso principale. Come forse avrai visto ha la possibilità di salvare i luoghi, e cosa ancora più figa ha la possibilità di creare delle liste. Io ho una lista per le Strutture in cui dormire, i Ristoranti e i luoghi dogfriendly che uso prevalentemente per le spiagge; il mio modo di organizzare è di pinnare con la classica bandierina verde tutti i luoghi che voglio vedere per qualche motivo, che siano naturalistici, artistici, o street art e poi nelle note metto perché l’ho salvato ed il resto nelle liste di cui vi parlavo prima.

Uso questa strategia da circa 5 anni, prima lo facevo solo dei luoghi in cui sarei dovuta andare a breve ora lo faccio con tutti i posti che suscitano il mio interesse e devo dire che mi aiuta moltissimo sia nel lavoro che nelle organizzazioni di ogni tipo di viaggio, perché ormai ho appunti su mezzo mondo!

Quindi se state organizzando un viaggio nel Sud della Spagna, ad esempio, iniziate man mano a salvare i vari paesini di cui vi parlano, anche quelli che catturano la vostra attenzione mentre leggete la guida, o i luoghi trovati su Instagram, ristoranti in cui sono andati amici e così quando sarete lì avrete tutto già a portata di mano e non dovrete perdere tempo a rileggere la guida per capire cosa fare giorno per giorno.

Studiare prima e prendere appunti vi salva tempo

Come gestire il pernotto senza prenotare con largo anticipo

Io per circa 9 anni della mia vita ho viaggiato per tantissimi mesi l’anno, restavo in una destinazione uno o più mesi e mi muovevo lentamente, in questi casi non ho mai prenotato nulla, arrivavo in un luogo, che sia un paesino delle Ande o un’isola della Thailandia, camminavo, chiedevo in giro e negoziavo (molto) il prezzo, così potevo restare in ogni luogo quanto volevo. Ho sempre escluso da questo processo le grandi città, perché il quel caso è più complicato magari trovare l’alloggio nel quartiere dove vuoi stare ad un prezzo per te accettabile, quindi in quel caso ho sempre prenotato almeno il giorno prima di arrivare o la mattina per la sera, ma comunque via internet.

Negli anni le mie esigenze e quello che cerco in un luogo sono cambiate, ad esempio in questo momento della mia vita preferisco alloggiare in zone non troppo centrali o caotiche e preferisco luoghi con uno spazio all’aperto e che mi permettano di essere a contatto con la natura, quindi in molti casi, dove siano è importante. Faccio un esempio pratico, a giugno sono stata in Cilento e volevo trascorrere due giorni nell’entroterra in un posto che fosse baricentro tra 2 trekking che avrei voluto fare, ho cercato su Booking e su Airbnb nei paesini che immaginavo fossero vicini e non mi è piaciuto per nulla quello che ho trovato, così ancora una volta ho usato il mio adorato Google Maps e ho cercato sulla mappa degli alloggi che fossero nella zona che mi interessava, poi ho visto le foto caricate su Maps e quando ho trovato uno che mi piacesse ho chiamato e ho prenotato, in molti casi c’è il link diretto ai principali portali di prenotazione.

Non amo prenotare con largo anticipo se faccio un on the road (anche in italia) perché mi capita che a volte la mia idea di un luogo sia diversa da quella che avevo immaginato, magari voglio stare di più perché scopro che ci sono tantissime cose interessanti, in altri casi non mi piace l’atmosfera e preferisco andare via.

A volte mi capita di fare anche delle ricerche sui portali di prenotazione in anticipo e di salvarmi gli alloggi che hanno le caratteristiche che cerco in delle liste, così poi quando si avvicina la data posso fare la ricerca direttamente tra quelle strutture che so che mi piacevano.

A molti di voi può sembrare un processo articolato, ma non lo è, direi che è più uno stile mentale, “studiare” dilatando il tempo in modo da non dover far tutto prima della partenza, a me mette meno ansia così.

Come organizzare gli spostamenti

Quando parliamo di spostamenti è importantissimo osservare il territorio, spesso diamo per scontato che le strade siano tutte simili, rettilinee e asfaltate, quando vediamo 10km di distanza istintivamente un posto ci sembra vicino, ma ovviamente non è sempre così, la morfologia del territorio fa cambiare tutto, magari devi salire una montagna, magari sono solo tornanti o la strada non è asfaltata, questo incide moltissimo sui tuoi programmi, sui tuoi itinerari. Se sto facendo un viaggio on-the-road è probabile che abbia una media di ore di macchina che sono disposta a guidare al giorno, perché io non amo guidare e cerco di spezzettare molto le distanze. Quindi quando guido io all’inizio dello studio dell’itinerario faccio delle simulazioni con google maps per capire quanto ci metto nelle singole tappe, in modo da carpe non solo dove dormire, ma anche se ci sono luoghi che voglio vedere lungo il tragitto.

Quando utilizzo i mezzi pubblici, generalmente controllo quella parte della Lonely Planet che si chiama “da e per” si trova alla fine di ogni cittadina di cui parlano e ti spiega nel dettaglio quali mezzi la raggiungono. In quel caso se ci sono molti mezzi non prenoto nulla, se magari ce ne è solo uno, o pochi in orari che mi vanno bene li prenoto, a seconda della circostanza con uno o due giorni d’anticipo. Nell’arco dei miei viaggi mi è successo diverse volte di dover prendere tanti mezzi perché magari non ero riuscita a prendere il trasporto diretto o che mi trovassi a dover cercare altri viaggiatori in ostello per condividere un trasporto privato per visitare alcune destinazioni in orari più comodi, fa tutto parte del viaggio, in questo caso la variabile tempo gioca a nostro favore.

Mi hanno recentemente chiesto, ma non ti succede mai di capire d’aver preso la decisione sbagliata o che era meglio fare in u modo diverso o che quando arrivi in un posto piove per giorni? Certo, moltissime volte. Personalmente credo che l’importante sia prendere la decisione migliore con i dati in nostro possesso, e scegliere di testa nostra, se poi si scopre che era meglio fare in modo diverso vorrà dire che ai nostri amici consiglieremo il modo migliore.

Molte persone credono che viaggiare “fai da te” sia un modo economico per evitare il viaggio organizzato, invece è proprio un’esperienza diversa, direi un viaggio diverso. In un caso il bello è non pensare a nulla e affidarsi a qualcuno che ha già programmato tutto in anticipo, nell’altro caso il bello è proprio l’avventura, la ricerca, la scoperta, la meraviglia e anche le disavventure che poi diventano gli aneddoti più simpatici da raccontare.

C’è un modo migliore dell’altro? No, c’è solo un modo più adatto a te e ti esorto a seguire solo quello, ciò che ti fa stare più sereno e ti da più gioia. Se ti piacciono le locubrazioni sui viaggi ti consiglio di ascoltare il mio podcast Travel Therapy: il podcast dei viaggi trasformativi; lo trovi su tutte le piattaforme di podcasting. Per altri consigli di viaggio, forse non lo sai ma ho scritto un libro: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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