Francesca: come viaggiare in Corea del Nord
Francesca una grandissima viaggiatrice innamorata del Asia ha fatto un viaggio di 150 giorni che racconta in questa intervista.
1. Come si organizza un viaggio per la Korea del Nord?
Organizzare un viaggio per la Corea del Nord è relativamente “semplice”: bisogna contattare un’agenzia specializzata in viaggio organizzati di gruppo o privati verso la Corea del Nord. Non è possibile visitare la Corea del Nord da autonomi. L’agenzia si occupa dell’intera organizzazione del viaggio, compresa l’emissione del visto nordcoreano. Il visto nordcoreano è composto da un librettino azzurro a parte: non viene apposto nessun visto o timbro nordcoreano sul passaporto. Per effettuare questo viaggio è fondamentale ottenere il visto di doppia entrata per la Cina, questa è l’unico passo che dobbiamo fare autonomamente.
2. Quanto tempo prima si può organizzare?
Io ho iniziato ad organizzarmi a settembre 2019. Consiglierei almeno un paio di mesi prima, ho trovato un pò “lungo” il periodo d’emissione del visto cinese.
3. Come funziona nello specifico il tour organizzato?
Si può scegliere tra un tour privato o di gruppo. Per ragioni economiche ho preferito optare per un tour di gruppo. Noi eravamo accompagnati da tre guide: due guide nordcoreano e un guida occidentale appartenente all’agenzia. In più avevamo un autista e un video-maker entrambi nordcoreani. Il tour inizia nella città di Pechino, dove ho conosciuto i partecipanti al tour e la nostra guida occidentale. Durante la riunione ci viene spiegato ciò che possiamo fare e ciò che non dobbiamo fare in Corea del Nord. I turisti possono scegliere se raggiungere Pyongyang via terra oppure via aerea con un cospicuo supplemento. Io ho scelto di raggiungere la Corea del Nord in treno.
4. Che luoghi si visitano?
Ho trascorso buona parte del mio soggiorno in Corea del Nord a Pyongyang. Le maggior parte delle attrazioni turistiche girano intorno al culto della personalità della dinastia dei Kim come per esempio il “Palazzo del Sole”, il mausoleo che custodisce i corpi di Kim Il Sung e Kim Jong Il. Però abbiamo potuto presenziare ad uno spettacolo circense in onore di Kim Jong Un, per il suo compleanno. Nella periferia della capitale abbiamo visitato un allevamento di struzzi. Una delle esperienze più interessanti è stata trascorrere una piacevole serata in un birrificio della capitale: la birra era davvero buona (a differenza della cugina del sud), ma soprattutto era interessante osservare i locali intorno a noi (ci tengo a precisare che gli avventori facevano parte dell’élite della capitale). Abbiamo avuto il permesso di visitare il più “grande centro commerciale della DPRK”: questo grande supermarket ha un posto molto speciale nel cuore dei coreani perché lì è avvenuta l’ultima apparizione pubblica di Kim Jong Il prima della sua scomparsa. Altre esperienze interessanti avvenuto nella capitale sono state la visita ad alcune stazione della metropolitana e l’incontro con alcuni pittori. Abbiamo potuto visitare la DMZ (zona demilitarizzata tra le due Coree) e le città di Kaesong e Sariwon (purtroppo non ho alcun ricordo di questa città, perché non mi sentivo molto bene e sono rimasta sul bus). Insieme ad altri quattro componenti del gruppo abbiamo deciso di prolungare la nostra permanenza in Corea del Nord visitando una località turistica di montagna e la città di Sinuiju. Sinuiju è una città piuttosto fiorente per gli standard nordcoreani, perché si trova sul confine con la Cina.
5. Si ha mai la possibilità di parlare con qualcuno del luogo?
I nordcoreani non possono parlare con gli stranieri. L’unico vero contatto che ho avuto con un locale, che non fossero le mie guide, è stata con uno studente universitario conosciuto presso il Dongrim Hotel, situato in una bella località di montagna: in quell’hotel non eravamo gli unici ospiti, bensì la maggior parte delle camere erano occupate da rampolli delle sfere alte di Pyongyang (ci tengo a precisare che coloro che vivono nella capitale sono dei privilegiati).
6. Quanto è limitata la tua libertà?
In Corea del Nord non è possibile muoversi autonomamente, mi spiego meglio: non è permesso passeggiare senza una guida per le strade di Pyongyang e non si può lasciare il proprio albergo (gli hotels sono delle vere e proprie città in miniatura, per soddisfare qualsiasi esigenza). Non è permesso scattare foto a militari ed edifici in costruzione. Bisogna dimostrare rispetto nei confronti dei leaders. Si ha sempre l’impressione d’essere sotto controllo.
7. Quanto costa ad oggi un tour in Corea del Nord?
Viaggiare in Corea del Nord è piuttosto costoso. Il tour costa 795€ (la tariffa comprende camera doppia condivisa, biglietto andata e ritorno del treno Pechino-Pyongyang, pasti, entrate ai musei e le guide), però bisogna aggiungere le seguenti spese: visto cinese, mance per lo staff nordcoreano (guide e autista), biglietto aereo per la Cina, 263 Euro per il prolungamento del soggiorno, 40 Euro assicurazione sanitaria e spese personali. Calcolate 1500-2000 Euro per una settimana.
8. Che sensazione ti ha trasmesso visitare un luogo così chiuso?
Malgrado stiamo vivendo un momento molto difficile, credo che noi europei dobbiamo ritenerci dei fortunati. Parlare della Corea del Sud non è un tabù, anzi la riunificazione tra le due Coree è il desidero di qualunque nordocoreano. Osservando le persone, non mi sono sembrate dei robots. La gente sorride, spettegola, scatta foto con il proprio cellulare al proprio pargolo. Nonostante tutto, le persone rimangono persone. Ovviamente a noi è permesso vedere soltanto la superficie di ciò che succede nell’ultima vera dittatura comunista.
9. Il momento che porterai più nel cuore?
Un’esperienza in Corea del Nord è surreale, non è facile da digerire e sistemare tutte le tessere del puzzle. Nella città di Sinuiju sono successe moltissime cose, per la prima in Corea del Nord ho respirato normalità e umanità: una domenica al parco in famiglia, ragazze giocare a pallavolo e bambini giocare a nascondino.
Sarà che che ciò che è proibito è ciò che affascina di più, ma un tour in Corea del Nord è veramente una figata, anche se è molto improbabile che possa un giorno andarci.