Carlo Alberto Cavallo: da Lisbona a Vladivostock con Bla Bla Car

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Carlo Alberto Cavallo, ex psicologo, ex televisionaro, ex altra roba seriosamente varia. Ora dedito solo allo studio, pratico, dell’inconscio collettivo. Non sulla carta, ma cercandolo anche nei posti più sperduti o nei modi più inconsueti. Ho deciso di percorrere due continenti, da Lisbona a Vladivostock in Siberia utilizzando solo passaggi di Bla Bla Car.

  1. Come mai hai deciso di attraversare due continenti chiedendo passaggi?

“Se po’ fà!”, dicono a Roma, quando qualcosa si presenta come stravagante e difficile.

L’ultima volta del mio “Se po’ fà!”, ero andato, da Venezia a Pechino con un motorino, sulla stessa rotta. Dieci anni dopo il modo di viaggiare è cambiato. È diventato ‘social’. Che, secondo me, non vuol dire affatto condividere il proprio viaggio su facebook e simili, credendosi interpreti di un Grand Tour ottocentesco. Bensì, invece, viaggiare ‘social’, cioè con altri, sconosciuti, sulla stessa rotta.

  1. Secondo te come è cambiato il concetto di “autostop” grazie a Bla Bla Car?

Questa domanda è semplice! L’autostop non ti permetteva di scegliere né i tempi, né tantomeno il guidatore. Certo, era gratis, ma potevi stare anche ore ad aspettare. E soprattutto avevi pochi secondi per decidere se fidarti o meno di chi ti offriva un passaggio. Con BlaBlaCar scegli tutto, orario, percorso, e soprattutto guardi il profilo del guidatore, se è affidabile, che auto ha, se fuma, se fa deviazioni, etc etc.

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  1. Pensi che viaggiando in paesi di cui spesso non si conosce la lingua questa piattaforma possa ispirare più fiducia?

Di fatto qualche parola di inglese la sanno tutti. E se non sai l’inglese, un qualsiasi smartphone fa il lavoro di traduzione per te. Servono poche frasi, forse anche una sola: Dove ci deviamo?

Dunque non è la lingua che conta, ma, appunto, la conoscenza delle persone cui ci si affida per co-viaggiare.

  1. Con il passare dei chilometri come è cambiata la gente?

Non è cambiata, se non negli ovvii stili di nazionalità. La cortesia è comune a tutti, e anche l’accortezza di una guida responsabile. Per tutti il motivo dominante del viaggiare con BlaBlaCar è anzitutto il risparmio, ma spesso superato dalla curiosità. E la curiosità è universale.

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  1. Pensi che a seconda dei paesi che hai visitato hai dovuto modulare la maniera di rapportarti a chi ti dava i passaggi?

Non ce ne è stato bisogno. Peraltro trovo abbastanza insensato dire che devi accettare, in quanto viaggiatore, gli usi e costumi di chi incontri. Perché mai dovrei farlo? Che la gentilezza ed il rispetto devono essere adattati a seconda della Nazione? O non sono invece principii universali!

  1. Cosa stai imparando da questa esperienza?

Onestamente? Poco. A dirla tutta, niente. L’esperienza di viaggiare ‘social’ non è in alcun modo diversa dal salire su un autobus o su un treno. O anche dal fare la fila alla Posta. Si sta insieme, nel far qualcosa, in questo caso viaggiare. Non è l’esperienza che insegna, ma le persone con cui la fai.

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  1. Come reagiscono gli automobilisti al fatto che hai una telecamera? Li avvisi prima?

Non li avviso, mi presento con la telecamera, e spiego, e chiedo il permesso. Nessuno ha mai avuto nulla da obiettare, anzi si divertivano. Le ragazze, però, chiedevano di vedere il filmato, per controllare che il trucco fosse a posto!

  1. Anche io ho attraversato la Siberia anche se in treno, tu cosa ne pensi dell’ospitalità russa?

Se non si fa gli sboroni, i Russi sono ospitali, ne più ne meno che tutti gli altri popoli del mondo. L’ospitalità è criterio universale, forse anche più forte del rispetto.

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  1. Credi che al giorno d’oggi sia ancora possibile viaggiare solo con un pollice alzato o ormai il web è il filtro di tutto?

Pollice alzato? Certo che è possibile. Anche senza una lira in tasca, come ha fatto la mia amica Darinka Montico attraversando da sola, senza un soldo, tutta l’Italia, dalla Sicilia al Piemonte. Ragazza (bella), sola, senza un soldo (davvero) con pollice alzato, senza web. Chapeau!

  1. Quanto è importante secondo te conoscere le lingue per un viaggiatore?

Zero. Gli ultimi 3.000km, oltre la Siberia, li ho fatti viaggiando con un cantante d’Opera. Che non conosceva che poche parole d’inglese. Quando ho capito che era un Basso, gli ho cantato, come nel Rigoletto: “Come ti chiami?” E lui, con voce da Basso, proprio come nel Rigoletto, ha risposto a tono: “Sparafucile!”.

Ci siamo parlati per tre giorni con canzoni, d’Opera ma anche dei Beatles. Ogni tanto si fermava a fare un bagno, nel fiume. E uscendo dall’acqua cantava: “ba, ba, ba, good vibrations!”.

Coast-to-Coast – low cost (by car sharing) from Carlo Alberto Cavallo on Vimeo.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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