Aspetti postivi del ritorno dal viaggio

Elisa Sanguanini Pubblicato il

Ogni volta che parto e sto via varie settimane, mi viene chiesto se ero contenta di tornare a casa.

Che dire? Ogni viaggio ti cambia. Torni e non sei più quella che è partita. Perché in ogni viaggio vieni messa alla prova, affronti situazioni che non ti saresti aspettato o di cui hai sempre avuto paura, e quando le risolvi capisci che erano solo stati mentali, non problemi.

Quando affronti un viaggio da sola ti ritrovi davanti a te stessa e vedi da fuori la vita che hai per il momento lasciato a casa: a chi pensi, chi ti manca, se sei felice di come sei, del tuo lavoro, se stai vivendo la vita che vorresti. Analizzi ogni aspetto e a mente fredda riesci a decidere i buoni propositi per quando dovrai riprendere la vita normale.
Ed ecco che in un attimo (eppure sono settimane) arriva il giorno del rientro: l’aereo che atterra, le persone che parlano la tua lingua, ti sembra strano leggere le pubblicità sui cartelloni e capirle, accendi il cellulare e la prima cosa che fai è riattivare la connessione dati, mentre per giorni hai fatto l’antenna umana andando alla ricerca di un wifi gratuito. Sei a casa.

il ritorno dal viaggio_

Se mi avete seguito nei miei post, avrete di sicuro capito che mi riferisco al mio ultimo viaggio, quello in Malesia. Avete presente la perfezione del Giappone? Bene. La Malesia non centra niente.

Scaraventata in una realtà in cui non mi ero mai trovata prima, la Malesia mi ha chiesto tante energie ma mi ha anche saputo dare tanto, mi ha fatto capire quante cose non sapevo di me, e ogni volta mi stupivo di me stessa e di come riuscivo ad affrontare le mie paure: camminare in una giungla tra fango, liane, sanguisughe, acquazzoni…io che sono l’antipalestra. O sempre io, che sono l’organizzazione e pianificazione fatta a persona, decidevo di giorno in giorno come e dove andare e quindi mi arrivavo nelle città dovendo cercare un posto per dormire.

il ritorno dal viaggio

E poi il ritorno, con la mia famiglia (e quanto mi è mancato il mio cane!!), la mia casa con il mio bagno e il mio letto senza formiche, gli amici, la mia associazione sull’Oriente, il lavoro di grafica pubblicitaria, le mille cose da raccontare.

Facile? No.

Perché non riesci a spiegare che quel viaggio ti ha cambiato, che a casa stai bene ma saresti pronta a ripartire perché viaggiare è come una droga, ti fa sentire viva perché si conoscono nuove culture e nuovi punti di vista: che siano belli o brutti non importa, perchè prima di allora neanche li avevi mai presi in considerazione.

Dopo che racconto della Malesia, la domanda che mi viene fatta è: “ma allora sta Malesia ti è piaciuta o no?” Per certi versi questo viaggio è stato stupendo, certe cose ora le farei in modo diverso, ma non ho mai fatto un viaggio “brutto” e per il prossimo anno sicuramente organizzerò il viaggio di gruppo con la mia Associazione. In altre parole la Malesia mi è piaciuta, ma è un viaggio particolare per persone con spirito di adattamento e zaino in spalla.

Adesso però, come dicevo prima, è ora di pensare al prossimo viaggio: il mio ritorno in Cina.

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Pubblicitaria, professoressa di grafica e fondatrice dell'Associazione Kokeshi, adora viaggiare e trova sempre la scusa di andare in Giappone o in qualche stato dell'Asia. Vorrebbe passare le giornate in kimono a mangiare sushi e pizza assieme alla sua anima a quattrozampe, che la segue ovunque (tranne quando ci sono da prendere gli aerei).

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