Alberto: in viaggio dal Canada al Centro America dietro la macchina da presa

Nicole Tirabassi Pubblicato il

Alberto nato in Sardegna, ma gli ultimi anni li ha vissuti a Roma; è in viaggio da due mesi e mezzo. Dopo aver visitato il Canada dal Quebec all’Ontario e lo Stato di New York e New Jersey negli USA, è approdato in Florida. In questo suo itinerario sta anche realizzando un documentario in cui documenta alcune delle storie suggestive incontra nel suo cammino. Dalle rigide temperature canadesi, ha in programma di arrivare in Messico e poi scoprire il Centro America.

Da quanto sei in viaggio?

Sono in viaggio da 2 mesi e mezzo.

Quali posti hai visitato finora?

Finora sono stato in varie città del Canada tra Quebec e Ontario, poi sono entrato in Usa nello Stato di New York, New Jersey e ora mi trovo in Florida.

In questo viaggio stai facendo un documentario molto interessante. Di cosa si tratta esattamente?

È un film/documentario che documenta alcune delle storie suggestive che incontro durante il mio cammino. Il processo è volutamente molto “day by day” perché ho organizzato tutto solo all’ultimo minuto prima di partire. A quel punto ho acquistato l’attrezzatura in Canada ed eccomi qua, a portare avanti questo incosciente progetto!

Quali sono i momenti più indimenticabili che hai vissuto in questo viaggio?

Ah ce ne sono tanti guarda. Ad esempio non potrò mai dimenticare la prima volta in cui ho visto Mars, la persona che mi ospitava a Sainte Veronique in Quebec, fare un buco nel lago ghiacciato per prendere l’acqua. Vivevamo in montagna con una temperatura media di -20°C senza acqua corrente, e quella era la nostra unica risorsa per cucinare e lavarci. Non aveva un bell’aspetto – era gialla – e nemmeno un buon sapore: stupendo.

Altro momento indimenticabile è stato a Montreal, quando, in un ostello, un ragazzone indigeno voleva uccidermi: era enorme e completamente fuori di sé. Fortunatamente in qualche modo l’allarme ha fatto arrivare i pompieri e sono scappato in mezzo a questi che facevano irruzione.

Una volta arrivato a New York mi sono finto un’altra persona per entrare gratuitamente nelle attrazioni della città. Avete presente il film “Il talento di Mr. Ripley”? ecco, mi sentivo esattamente come il protagonista di quel film, ma a differenza sua non ho ucciso nessuno: sono un bravo ragazzo!

Puoi raccontarci quali storie, tra quelle che hai raccolto finora, ti hanno colpito di più?

Certamente le cascate del Niagara sono mozzafiato, è incredibile la potenza che emana la natura e quanta riesca ad infonderne all’uomo, no? Io credo che ogni luogo visitato abbia le proprie peculiarità, le proprie energie da offrire, ombre e luci da esibire e queste siano piacevolmente mutevoli a seconda delle circostanze.

Questo fatto mi ha colpito: ero già stato a New York, eppure questa volta mi è sembrata completamente diversa: diversi gli odori, diversi l’aspetto e l’atmosfera. Alcune volte riusciamo a interiorizzare alcuni luoghi solo dopo anni, magari tornando una seconda o addirittura una terza volta.

Quando e dove potremo vedere il tuo documentario? 🙂

È troppo presto per darti certezze e la distribuzione sarà da impostare in base a ciò che sarà poi il prodotto finito. Sto lavorando senza una sceneggiatura basandomi sulle storie che incrociano la mia strada, per cui anche il metodo di racconto è da impostare volta per volta e ciò definirà anche che tipo di prodotto sarà.

Ti posso dire senz’altro che mi piacerebbe partecipare ai Festival Internazionali, ma per scaramanzia e per mettere le mani avanti ti dico: let’s see!

 

Tra Canada, USA e Messico ci sono stati dei posti che ti hanno sorpreso e altri che, invece, hanno deluso le tue aspettative?

Mi informo molto poco prima di visitare una nuova città perché voglio lasciarmi sorprendere e travolgere dalla sua energia, per cui non ho mai delle reali aspettative: sono semplicemente eccitato dal viaggio in sé con tutto ciò che implica.

Altro luogo fantastico è Quebec City, una piccola città molto elegante con un’atmosfera davvero magica, la neve dona alle sue strade una cornice natalizia molto suggestiva.

Quali consigli pratici daresti a chi avesse voglia creare un documentario mentre viaggia?

Lasciare perdere. Scherzo! Non me la sento di dare consigli perché mano a mano sto imparando dai miei errori e questo per me è un gioco filmato. Posso dire quel poco che ho imparato finora, e cioè che bisogna senz’altro essere molto curiosi, ma parlando a dei viaggiatori questa è inutile retorica; direi che per poter sviluppare un prodotto di questo genere sia importante andare avanti nonostante tutto e tutti e non fermarsi davanti ai primi no, per cui direi: se hai un’idea, vai avanti per la tua strada e soprattutto seleziona accuratamente chi è in grado di collaborare con te.

Come si svilupperanno i tuoi progetti in futuro?

Ti giuro non so nemmeno se avrò un tetto sotto cui dormire tra qualche giorno. Dovrò partire per il Messico, poi spero di arrivare anche in Centro America e lì mi lascerò guidare dalle opportunità: a me piace così.

Nicole Tirabassi

nicoleti83@gmail.com

Per lavoro vivo con e nel Web per aiutare altre professioniste a riprendersi tempo, libertà, sogni. Quando non esploro la Rete, probabilmente sto saziando la mia fame di conoscenza viaggiando nel mondo reale. Cerco sempre di trovare soluzioni per farlo in maniera sostenibile. Umorismo, meditazione e connessione umana sono alla base del mio rapporto con la vita. Di tutto questo, ormai, non potrei più fare a meno.

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