Viaggiatore Solitario di Jack Kerouac
VIAGGIATORE SOLITARIO
di Jack Kerouac
edito da Sugarco Edizioni
Ok devo a metterlo quest’uomo sa come scrivere, non ho fatto la scoperta della luna, ma è stato un pensiero che è nato piano piano.
Kerouac è un viaggiatore d’altri tempi, uno che sceglieva di lavorare ovunque nel mondo solo per provare a vivere diversamente, che non si soffermava sul mezzo, ma solo sullo scopo. Lavorare per mesi in una crociera come aiuto cuoco o addetto ai freni delle ferrovie americane, non era di per se stancante, umiliante, al di sotto delle sue possibilità, era un mezzo per vedere quelle terre, era la sua opportunità per conoscer mari diversi, viaggiare in continenti lontani quando le distanze erano proibitive. Io non amo lo stile ” quella fortuitissima notte..” tipico dei suoi scritti; questa rabbia nel sottolineare che si conduce una vita maledetta, questo sottolineare in ogni azione la propria rottura degli schemi. Ma verso la fine di questo libro, quando racconta, come si racconterebbe ad un bambino quale è la filosofia dell’hobo, solo lì ho capito del perché il suo stile letterario forse così inevitabile. Non si può separare Baudelaire dall’assenzio, così come nn su può sempre Kerouac dal “fucking” .
Nei miei viaggi ho incontrato persone come lui, che sceglievano di fare ogni tipo di lavoro per approdare ogni mattina in un posto diverso, per avere la possibilità di perdersi nei mari, nelle vette della Cordigliera; il come riuscissero a sopravvivere in quel luogo non era importante, era i portante solo stare lì, perché ogni altro posto al mondo sarebbe stato scomodo. Questi personaggi sono sempre viaggiatori solitari, come Kerouac del resto, perché non si possono preoccupare di qualcuno che sia altro da se, non saprebbero come collocarlo nella mente e nella vita, c’è posto solo per una persona se si viaggia così.