Viaggiare da solo mi ha ridato la forza per guardare avanti

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Mi chiamo Alessandro, 27 anni, da Palermo. Ho studiato giapponese all’università perché ho sempre avuto la fissa per le culture orientali. Da piccolo stavo ore ad osservare l’Atlante piuttosto che la TV e conoscevo tutte le capitali europee ed extraeuropee meglio delle tabelline.
Palermo mi é sempre stata stretta per una serie di motivi e ho deciso di andare studiare a Torino prima e Venezia dopo. Ho seguito un corso di perfezionamento della lingua in Giappone e lavorato in Cina. É poi seguito il mio primo viaggio backpacker nelle Filippine con una mia carissima amica.
E oggi, dopo un lungo periodo trascorso a Palermo per motivi familiari, sono di nuovo in Asia, nel sud est asiatico, in solitaria e con uno zaino di quasi 10 kg. Che dire, l’Asia mi ha completamente rapito. Potete seguire i meiei viaggi su tampasingaround.it 

1. Hai deciso di partire in un momento molto difficile della tua vita, molti pensano che sia fuga tu come hai interpretato il tuo viaggio?

Sono tornato improvvisamente a Palermo dalle Filippine a causa di un lutto in famiglia che mi ha segnato profondamente e che mi ha portato a chiudermi in me stesso. Un malessere amplificato dalla fine del lavoro in Cina. Sono passato dal paradiso tropicale delle Filippine ad un inferno vero e proprio. Ho trascorso mesi davvero difficili a Palermo, ero depresso e avevo perso totalmente l’entusiasmo per tutto. Non avevo alcuno stimolo per uscire da questo tunnel. Poi, un giorno, ho deciso di reagire e uscire dal questa situazione malsana. La decisione di partire é stata la scelta migliore che abbia mai preso in tutta la mia vita. Oggi sono carico, pieno di entusiasmo e con tanta voglia di riprendere in mano la mia vita. Oggi mi sento un po’ fenice: rinato dalle mie stesse ceneri.

viaggiare da solo_ in asia

2. In cosa, secondo te, andare verso l’ignoto e l’avventura ti aiuta a vedere la tua vita in maniera diversa?

Ignoto e avventura sono un binomio ideale per mettersi in gioco e scoprire i propri limiti. Tutte le occasioni che si presentano diventano un ottimo campo di gioco per testare le proprie capacità.
Un esempio banale: non avere guide, o la sim del cellulare non ti permette di accedere ad una semplice mappa per orientarti. Dopo uno spostamento in pullman, ti ritrovi nel centro abitato senza avere la minima idea di dove tu sia precisamente. In questo caso é semplice, chiedi alla gente del luogo. E se il suddetto pullman dovesse lasciarti completamente fuori dal centro abitato e ti ritrovi in mezzo al nulla senza nessuno a cui chiedere una mano? (Mi é successo in Vietnam quando sono stato scaricato in piena zona demilitarizzata, la vecchia linea di confine tra il Vietnam del sud e del nord durante la guerra, alle 5.30 del mattino per vedere i tunnel di guerra).
Inizialmente sono stato sopraffatto dal panico e non sapevo come comportarmi, ma poi ho pensato che ero su una strada e prima o poi sarebbe passata qualche macchina a cui chiedere un passaggio. Insomma, sembra una soluzione logica e semplice da prendere ma quando ti ritrovi in quell’occasione in cui non hai la mente lucida non é una cosa così ovvia.
Tutto questo per dire che l’ignoto e l’avventura sono parte integrante della nostra vita, un ottimo condimento alle nostre giornate, e quotidianamente dobbiamo affrontare le nostre paure e preoccupazioni con serenità e lucidità. Nulla é impossibile e tutti, dentro di noi, abbiamo le capacità per trovare la soluzione. Sta solo in noi credere in più in noi stessi.

3. Quale era la tua più grande paura prima di partire e come si è rivelata?

La mia più grande paura prima di partire era il primo approccio con gli altri backpacker. Sono una persona molto timida e introversa ed ero intimorito dal non riuscire a stringere amicizia con gli altri viaggiatori che avrei incontrato lungo la strada. Il pensiero di rompere e il ghiaccio e fare nuove conoscenze mi terrorizzava.
Ma ho preso questa esperienza come l’occasione ideale per abbattere questo muro e migliorare questo lato del mio carattere. È così è stato. Anzi, é andata meglio di quanto mi aspettassi! La mia paura iniziale in realtà si é rivelata inesistente, viaggiare in solitaria ti rende più socievole e aperto nei confronti del prossimo e, alla fine le occasioni in cui cercavo volutamente un po’ di solitudine si sono presentate raramente. Oggi mi ritrovo ad avere la rubrica piena di amici provenienti da tutti e cinque i continenti.

viaggiare da solo

4. Per te sono stati più importanti gli incontri con altri viaggiatori o con la gente del posto?

Sono partito con l’intenzione di conoscere il più possibile la gente del luogo. Ho fatto volontariato in una fattoria della Thailandia e lì ho avuto l’occasione di entrare a far parte di una comunità di contadini del luogo. Mi hanno accolto con un membro della loro famiglia e dato tantissimo dal punto di vista umano.
Già durante la mia esperienza nelle Filippine avevo capito che un sorriso, un semplice gesto di solidarietà o due parole scambiate con la gente del luogo vale tutto l’oro del mondo. La loro gentilezza e cordialità mi ha davvero aperto gli occhi e ho imparato a dare il giusto valore alle cose. Il nostro bisogno materiale di possedere oggetti oggi mi membra davvero triste e sterile. Si può vivere con lo stretto indispensabile e il mio zaino da 10 kg ne é la prova.
Gli incontri con gli altri viaggiatori sono stati e sono altrettanto importanti e divertenti in quanto, grazie ai diversi background culturali di partenza dei tuoi “colleghi” viaggiatori, puoi imparare come cambia il modo di vivere zaino in spalla di ognuno di loro.
Alla fine ogni incontro vale.

5. Cosa stai cercando in questo viaggio?

Quando sono partito avevo completamente perso la voglia di agire, di mettermi in gioco, l’entusiasmo e la sensazione di libertà e indipendenza che avevo fino a qualche tempo prima. Oggi credo di avere trovato queste cose e sono davvero contento di avere ritrovato la forza di ricominciare daccapo. Vorrei che la mia esperienza possa essere d’aiuto raccontando come il viaggiare, seguendo i propri istinti e le occasioni che ti capitano, possa riaccendere la voglia di scoprire. Forse scriverò della mia esperienza su un blog. Vedremo.

coraggio di viaggiare da solo

6. Sei in giro da Febbraio, dove sei stato e dove andrai?

Ho comprato un biglietto di sola andata per Bangkok e sono partito molto sprovveduto. Per la prima volta non ho pianificato proprio nulla, non ho consultato guide o prenotato alcunché. Ho seguito il flusso delle cose e degli incontri che facevo quotidianamente. Questo flusso mi ha portato a visitare il sud della Thailandia e fare il volontariato nella fattoria vicino al confine con il Myanmar, poi sono andato in Vietnam risalendo il paese da sud a nord per poi proseguire in Laos. Da qui sono tornato in Thailandia (questa volta a nord) risalendo il fiume Mekong in barca, un’esperienza unica durata due giorni. Ho avuto la fortuna di festeggiare il Songkran, il capodanno thai, a Chiang Mai per quattro giorni. E procedere a tappe in direzione Bangkok. E oggi mi trovo in Cambogia, tra templi khmer e isole paradisiache.
Prossima tappa? E chi lo sa! Il mio programma é non avere un programma. Onestamente preferisco scoprire all’ultimo momento quale sarà la mia prossima tappa. Vado dove mi porta il cuore.

7. Come scegli i tuoi spostamenti?

Come ho accennato prima, mi faccio ispirare dalle situazioni e dalle persone che conosco. Non c’è migliore guida che i viaggiatori stessi i quali ti consigliano cosa vedere e dove andare con annesso tutti i segreti ed espedienti per raggiungere tale posto con il minor sbattimento e il maggior risparmio possibile.

timidezza in viaggio

8. Che cosa è la solitudine in un viaggio secondo te?

É la parte migliore del viaggio. Quei momenti in cui ti ritrovi per assurdo in compagnia di te stesso e godi a pieno di quell’istante perché le emozioni che provi sono amplificate al massimo. La solitudine é terapia: scopri sfaccettature inaspettate del tuo carattere, analizzi i tuoi comportamenti e ritrovi la serenità mentale che la nostra società ci strappa via con la sua frenesia quotidiana. E soprattutto ti metti a parlare da solo a voce alta e la gente ti prende per pazzo! Mi é capitato un sacco di volte!

9. Un errore che non faresti?

Prima ero solito scoraggiarmi prima ancora di averci provato. Passavo all’istante dalla totale convinzione di potere scalare una montagna insormontabile a una totale mancanza di fiducia in me stesso. E mi pentivo spesso di non averci provato.
Oggi se sbaglio, fallisco o non riesco in qualcosa, non mi butto giù moralmente ma, al contrario, mi sento fiero di avere provato un’esperienza nuova, anche se negativa.

10. L’oggetto più importante che hai nello zaino.

Una crema antistaminica. Tra zanzare e bedbugs non so a chi stare dietro prima!

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Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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