Umberto: viaggio a piedi nei i balcani con una carriola!

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Mi chiamo Umberto Guerra, 28 anni, sono di Ferrara. Nella vita faccio il videomaker (riprese e montaggio video) e pratico sport a livello amatoriale.
Prima di quest’estate non sono mai stato un grande viaggiatore. Anzi si può dire che ho messo poche volte il naso fuori da Ferrara.
Il  mio viaggio, in realtà non è ancora finito: l’idea iniziale era percorrere Trieste-Atene a piedi, passando per i Balcani. Sono partito il 3 luglio da Trieste, zaino in spalla e in solitaria. Dopo 500 chilometri però ho avuto problemi alle spalle a causa dello zaino. Non sapendo dove sbattere la testa ho preso una carriola che ho utilizzato come carretto, e con la quale ho percorso i rimanenti 900 km.
Il 2 settembre all’altezza di Preveza, Grecia, mi son sentito completamente a secco di carburante, sia fisico che mentale. E ho deciso di fermarmi, mettendo la parola fine al mio viaggio a piedi. Ora sono a Istanbul (che ho raggiunto direttamente in bus da Preveza) e sto aspettando un aereo che partirà il 15 settembre (avevo trovato una buona offerta mesi fa) e mi porterà in Nuova Zelanda. In NZ ho un visto di un anno, e cercherò di lavorare sempre nell’ambito della produzione video.
Paesi attraversati: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia.
viaggio a piedi nei balcani

1. Cosa ti ha spinto a scegliere i piedi come mezzo di trasporto ?

Mi piace camminare e mi piace la fatica fisica. Avere il tuo corpo come mezzo di trasporto significa essere molto lenti, ma anche molto liberi. Inoltre entri in contatto coll’ambiente circostante in una maniera molto stretta, direi quasi intima.

2. L’itinerario che hai fatto aveva una ragione o hai solo seguito la strada?

Nessuna ragione specifica. Mi piaceva l’idea di costeggiare il mare, e volevo partire non troppo lontano da casa, perciò ho scelto i Balcani.
Carriola e cavallo durante una pausa

3. Come ti sei organizzato per bagaglio e ore di cammino al giorno?

Son partito con zaino in spalla di 14 chili (oltre a tenda, sacco e pelo e stretto indispensabile, avevo con me anche attrezzatura video necessaria a riprendere il mio viaggio, per un video di cui ora sto facendo il montaggio). Ma ho avuto seri problemi alle spalle a causa del peso e dopo 500 chilometri non mi era più possibile proseguire. Ho cercato dei carretti, di quelli che usano altri camminatori, ma in Croazia (ero all’altezza di Dubrovnik circa) non ho trovato niente. Quindi, disperato, in un negozio ho visto una carriola e l’ho presa. E’ stata una rivelazione. Le spalle si son riprese e anche il camminare mi era diventato molto più agevole.
Viaggiare con una carriola attirava, come è ovvio, molta attenzione, che in molti luoghi si trasformava in simpatia da parte dei locali, con annesse offerte di cibo.
Camminavo circa 8 ore giornaliere, per un totale di una trentina di chilometri.

4. Quale paese ti ha colpito di più per ospitalità ? 

Senz altro l’Albania. Anche per il fatto che qui mi son inoltrato in zone interne, e quindi meno turistiche. La cordialità da parte della gente, e la voglia di aiutarmi, era palpabile con mano.
Viaggio a piedi

5. Il tuo viaggio era organizzato più in tenda e autonomia o dormivi in ostello o a casa della gente?

Principalmente andavo nei campeggi con la mia tenda. Ogni tanto ostelli, quando ne trovavo. Ma le notti più belle ed economiche le ho trascorse con la mia tenda, a pochi metri dal mare, in qualche spiaggia isolata.

6. L’incontro che ti ha colpito di più?

Non ce n’è uno in particolare. Direi le persone, perlopiù anziani, che incontravo seduti in qualche bar di provincia. Arrivavo con la mia carriola e mi guardavano come se fossi stato un alieno (giustamente). Poi spesso insistevano per offrirmi da bere, e provavano comunicare con me (in Albania molti sapevano l’italiano). Era gente spesso povera, ma molto dignitosa.
carriola nei balcani

7. Il momento più emozionante?

Probabilmente tutte le sere, quando potevo finalmente distendermi sul mio stuoino. Era sempre un piacere

8. Quali sono secondo te le difficoltà maggiori in un viaggio del genere?

Onestamente se ti senti di farlo, se pensi di essere predisposto a questo tipo di esperienza e ne senti la necessità, allora particolari difficoltà non ci sono. E quando ci sono, si superano.
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9. Cosa hai scoperto su di te che prima non sapevi?

Bella domanda. Senz altro posso affermare che il viaggio non mia ha cambiato di una virgola. Sono sempre la stessa persona. Semmai sono diventato più consapevole di me stesso, sia dei lati positivi che di quelli negativi. Ecco, direi che la parola chiave è consapevolezza. 

10. Un errore che nn rifaresti?

Mi verrebbe da dire la non adeguata preparazione al peso sulle spalle. Ma in realtà è stato poi quel problema che mi ha portato a girare per i Balcani con una carriola. Ed è una cosa che per quanto assurda, son contento di avere fatto. Anche se probabilmente la inserirò nella lista “esperienze da fare una volta soltanto nella vita”.
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Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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