Priscilla: da un desiderio espresso in ospedale il viaggio per il grande nord

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Mi chiamo Pryscilla Fava Alves (ho 2 cognomi.. Uno portoghese e uno italiano), ho 31 anni. Sono nata a Rio de Janeiro, Brasile da mamma brasiliana e papà italiano. Ho vissuto tra i 2 paesi per tantissimi anni e ora sto provando ad andare a vivere in Austria (almeno per un po’). Parlo portoghese, italiano e inglese. Ho studiato tedesco e mandarino (cinese) all’università ma con i problemi di salute mi sono dovuta fermare.. E ora sto cercando di riprendere gli studi. Sono innamorata dei viaggi, dei musei “strani”, del mio cane e della musica rock.

1. Raccontaci come è iniziata l’idea di esplorare l’Europa del Nord?

L’idea di esplorare l’Europa del Nord è nata qualche anno fa. È sempre stato un sogno per me conoscere i paesaggi nordici, la loro cultura e soprattutto riuscire a vedere l’aurora boreale (sono metà italiana e metà brasiliana. Per cui sono cose molto lontane da ciò che sono “abituata”). Circa 4 anni fa mi sono operata per un tumore al cervello e mentre ero in ospedale Ho deciso di farmi una lista delle cose che volevo ancora vedere oppure fare (per farmi forza) probabilmente per la maggior parte delle persone non ha senso però per me sì… in cima alla lista c’era appunto l’aurora boreale.. dopo la chirurgia c’ho messo un po’ a recuperarmi e poi con il casino covid, ho finito per rimandare questo sogno. Quindi quest’anno appena passati i 14 giorni dalla seconda dose di vaccino decido  finalmente di cercare di realizzare questo sogno. Decido quindi di  provare a vedere  l’Aurora a Rovaniemi in Finlandia ma l’idea di andare dritti a Rovaniemi non mi piaceva e mi toglieva un po’ del fascino del viaggio con lo zaino in spalla. Economicamente era una grande spesa e mi sono appunto detta :“Se devo spendere così tanto per andare lì allora passo anche da qualche altra parte perché in fin dei conti quello che spenderò sarà poco di più.”  Quindi decido per le capitali baltiche, parto da Riga, mi sposto a Tallinn con l’autobus e da Tallinn il traghetto per Helsinki. Ad Helsinki ho visito anche Porvoo, poi ho preso un treno notturno per Rovaniemi (13 ore di treno) dove  riesco a vedere l’aurora.

Nonostante il brutto tempo riesco a vedere l’Aurora la prima sera al primo tentativo. Poi da Helsinki torno a Riga per raggiungere Vilnius dove doveva finire il mio viaggio. Lo so che è strano, ma volevo veramente tanto visitare Auschwitz e mi sono resa conto che partendo dalla Lituania potevo raggiungere la Polonia facilmente in autobus. Quindi decido di aggiungere Varsavia e Cracovia e le raggiungo con l’autobus. A  Cracovia prendo l’aereo di ritorno per l’Italia.

2. Cosa ti spingeva ogni volta a prolungare sempre di più il tuo viaggio?

Sono rimasta solo 1 settimana in Italia,  dopodiché sento che il mio viaggio non era al completo e voglio ripartire. Decido che voglio andare a Copenaghen, ma non voglio prendere un aereo diretto quindi guardo su internet e vedo un biglietto a poco per  Zagabria e decido di iniziare lì la seconda parte del viaggio. Da Zagabria prendo un autobus e raggiungo Vienna da Vienna un altro autobus e raggiungo Budapest e a Budapest c’era finalmente l’aereo per Copenaghen e da Copenaghen il treno per Malmo in Svezia. Quindi il motivo per cui continuavo a prolungare il viaggio era che, sicuramente avevo la possibilità di farlo, avevo finalmente il tempo perché tornavo a lavorare a dicembre (cambio lavoro). Il secondo motivo ovviamente era che da tanto tempo volevo  farmi un viaggio lungo, da sola, zaino in spalla senza piani. Volevo farlo come lo sentivo sul momento, se  mi andava di prolungare per un giorno la mia permanenza in quella città lo avrei fatto, se mi fossi sentita stanca mi sarei riposata per un giorno. Insomma, un viaggio senza piani, rispettando i miei tempi e il mio corpo. Avevo sempre in mente dove volevo arrivare ma non volevo farlo seguendo una  linea dritta per cui così come nella prima parte il mio obiettivo era arrivare nella mia meta ma passando da altri posti che mi incuriosivano, usando i mezzi più economici (usavo spesso Omio per capire come arrivare nel posto X in maniera più economica).

3. Come è stato viaggiare durante questo periodo di pandemia? hai avuto delle restrizioni?

Viaggiare durante la pandemia ha avuto degli aspetti negativi, ovviamente, ma anche positivi. Le restrizioni le ho incontrate in diversi paesi ma non mi hanno limitato nel conoscere posti, culture ne tantomeno a fare amicizie. Anzi, personalmente mi trovavo più al mio agio in paesi con restrizioni rispetto ad altri completamente senza. Il lato positivo era sicuramente trovare meno gente in alcune attrazioni che in tempi “normali “sarebbero state affollate. Ho avuto l’opportunità di vedere come ogni paese (dove sono passata ) ha scelto di gestire la pandemia. Da paesi come l’Austria dove le restrizioni erano più rigide come la mascherina che doveva essere ffp2 e c’era un controllo del greenpass costante ad altri paesi come ad esempio l’Ungheria e la Polonia, dove le restrizioni erano praticamente inesistenti. La Danimarca dove nessuno portava la mascherina fuori dall’aeroporto, ma dove c’era tantissima gente a fare i test gratuiti nelle HUB sparse per le città. Sono riuscita a girare tutti questi paesi solo presentando il Green Pass (in Svezia mi era stato richiesto anche il test rapido ma lo avevo lo avevo fatto a Copenaghen). A Copenaghen tutti i test sono gratuiti, ci sono dei tendoni sparsi per la città, dov’è anche un turista può recarsi registrandosi sul sito e  fare un test PCR oppure rapido. Alcuni paesi hanno richiesto anche la compilazione di un form online ma molto più corto rispetto al nostro PFL.

4. In questo momento in cui viaggiare è così diverso dal solito, in che modo hai fatto amicizia con altri viaggiatori o persone del luogo?

Non ho avuto difficoltà a fare amicizie soprattutto in ostello, ma ho conosciuto anche gente del posto andando nei locali oppure sul sito di Couchsurfing (anche se decidi di non dormire nella casa di questa persona puoi scegliere di conoscere gente e svolgere attività /esplorare la città insieme) a Rovaniemi, ad esempio, tramite l’app di CC ho conosciuto alcune persone del posto siamo andati insieme a fare hiking in giro per la città e poi in  qualche locale.

4. Dove hai soggiornato ? Dormivi in ostello? Ci sono approcci diversi rispetto alla “normalità”?

ho sempre soggiornato in ostello. Alcuni ostelli avevano più restrizioni. Ma si respirava più che altro aria di normalità. A Zagabria dovevamo sempre portare le mascherine nelle aree comuni e ci veniva richiesto più volte a Budapest o Copenhagen e Varsavia ero probabilmente l’unica o comunque una delle pochissime che aveva la mascherina costantemente nelle aree comuni. L’ostello di Zagabria ha scelto di lavorare con la metà della capacità dei loro dormitori è stato probabilmente l’unico tra quelli che ho visto. Ma in tutti gli ostelli dove sono passata tranne quello di Budapest c’era una pulizia costante delle aree comuni.

6. Passare da un’idea di 10 gg di viaggio a 2 mesi in una delle zone più care del mondo non facile, come hai fatto per contenere i costi?

Io cammino tantissimo per cui prendevo i mezzi solo quando veramente necessario o altrimenti in paesi dove costava veramente poco come ad esempio la Polonia non mangiavo praticamente mai al ristorante probabilmente in Polonia e a Budapest ho mangiato di più fuori perché appunto costava molto di meno, in Finlandia ho mangiato un giorno fuori a Copenaghen ho fatto massimo un brunch fuori. Facevo la spesa al supermercato spesso, dormivo negli ostelli, acqua nei paesi nordici non la compravo perché è buonissima per cui mi sono portata una bottiglietta e la riempivo, non sembra però si risparmia anche lì. La Danimarca, senz’altro, è stato il paese più costoso e probabilmente il paese dove mi sono limitata di più come ad esempio volevo andare ai Tivoli ma con un biglietto che sfiorava i €50 mi avrebbe mandato completamente fuori budget. Per le località molto costose tendevo a scegliere le attività che potevo permettermi, mi fissavo un budget.

7. Che cosa ha significato questo viaggio per te?

Questo viaggio significa la rinascita. È stato il viaggio più lungo in solitaria che io abbia mai fatto. Il periodo sicuramente non era il più indicato però con i vaccini e certe restrizioni si può assolutamente fare. Non mi sono sentita come se avessi goduto di meno il viaggio per via del covid-19. Ho conosciuto tanta gente. Ho visto quasi tutte le cose che volevo in quelle città. Mi mancava viaggiare perché da quando è iniziata la  pandemia non sono andata da nessuna parte per cui credo che sia una rinascita per me stessa anche dal punto di vista della salute. Se tutti noi scegliamo di viaggiare in sicurezza si può assolutamente fare. Non ci dobbiamo far pesare semplici regole (io al rientro ho  fatto test ecc anche se non ero obbligata dallo Stato ma sentivo che era giusto così) per cui si può assolutamente viaggiare. Dobbiamo solo seguire alcune semplici regole e che  nel mio caso non hanno avuto alcun peso. Non mi pesava far vedere il Green Pass quando richiesto e nemmeno girare con una mascherina. Mi pesa molto di più stare a casa, non viaggiare oppure stare in lockdown. Dopo le prime volte lo fai praticamente in automatico per cui ti abitui, ti dimentichi che il Green Pass è questa cosa nuova, diventa quasi come se fosse una carta d’identità che devi presentare per accedere ad alcun posti.

8. Quello che non dimenticherai mai

Non dimenticherò le persone, ho fatto tantissime amicizie. Non dimenticherò l’Aurora e alcune altre cose della mia lista che sono riuscita a realizzare. Non dimenticherò i posti, i sapori, le risate e sicuramente la sensazione di libertà nel viaggiare che mi mancava così tanto.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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