Norwegian Wood – Tokyo Blues di Murakami
Norwegian wood. Tokyo blues
di Murakami Haruki
edito da Einaudi
Se ascoltate la parola Tokyo o Giappone, quale è lo scenario che avete in mente? Luci, tecnologia oppure geishe e manga.
Anni fa, [altra vita, altra storia] decisi non so bene per quale motivo che sarei partita per il Giappone. Ero affascinata dai templi, dall’acqua o forse solo da un’offerta di voli. Prima di partire compro sempre libri che mi facciano sognare; in quella vita c’era qualcuno che li comprava per me. Così un giorno, al ritorno dal lavoro trovo un pacchetto sul tavolo, immaginavo che potesse essere un libro sul Giappone, ma avevo in mente una cosa tipo Banana Yoshimoto o Memorie di una geisha, scarto il libro ed era: Tokyo Blues [anche se il vero nome è Norwegian Wood] di Murakami e lui mi dice: “è una delle più belle storie d’amore che abbia mai letto, è un libro con la colonna sonora, volevo che lo leggessi.”
Quando amo mi fido ciecamente, quindi ho iniziato a leggere Norwegian wood. Tokyo bluesMurakami racconta la scena in una maniera così ricca di dettagli che ti immagini ogni ambiente, la cosa che mi colpì di più in questo libro è il rumore della neve. Ci sono molte scene ambientate in inverno, in quegli inverni giapponesi freddi e bianchi dove la neve toglie i suoni ad un popolo già di per se silenzioso. La neve era fredda come le vite degli adolescenti protagonisti del libro. Norwegian Wood racconta delle dinamiche adolescenziali dei ragazzi giapponesi degli anni ’70, può sembra un vissuto simle al nostro, ma leggendo il libro capisci che mai niente è stato più lontano.
Già di per se l’adolescenza è un epoca di forti contrasti, di debolezze, fallimenti, amori struggenti, amori mai vissuti in più tutti i limiti e i taboo della cultura giapponese la rendono ancora più difficile. Quando parlo dei miei viaggi dico sempre che amo vivere i luoghi da insider, questo libro ti fa vedere il Giappone da insider. Ti fa sentire sulla tua pelle, e molto di più nella tua pancia, cosa significa vivere l’adolescenza per un ragazzo giapponese, magari non un’adolescenza comune, ma di sicuro intensa. Ho sempre associato a questa fase della vita più dolore rispetto alla felicità, forse perchè non si hanno i mezzi e la consapevolezza per reagire ai primi spiragli di vita, o forse perchè io l’ho vissuta così. E’ un libro d’amore e morte, quando prendiamo coscienza con entrambi vuol dire che siamo diventati adulti.
…si percepisce un po’ di malinconia per quella vita in cui “c’era qualcuno che comprava i libri per me”…e come la capisco, quella malinconia. Avventurarsi nel mondo da soli è una terribile fatica, e lo dice una che è abituata a gestire con soddisfazione la sua libertà. Ma dividere un pezzo di cammino con qualcuno è ancora un’altra cosa. Grazie per la bella recensione, libro che lessi anche io e regalai molto (ad amici, ma anche a un ex-compagno di viaggio per così dire esistenziale…)
Sono una persona fortunata, per la vita di oggi e quella di prima, ho amato e sono stata amata tantissimo, c’era un momento in cui tornare a casa mi faceva venire ogni volta le farfalle nello stomaco, non credo che fosse più bello di adesso, credo che fosse un’altra epoca. Certo a volte mi manca non provare più quelle sensazioni, ma forse non tutti abbiamo lo stesso destino nella vita. Per me non è una fatica terribile avventurarmi da sola per il mondo, anzi credo sia una delle cose che mi riesce meglio e per il momento quella che mi emoziona di più.