Mauro: il deserto del Sahara a piedi insieme ad una carovana di Beduini

Ciao, mi chiamo Mauro, ho 32 anni, sono di Roma e vivo attualmente in Spagna. Ho lasciato la mia città natale a 18 anni dopo una laurea in eventi culturali che mi ha portato a viaggiare e vivere in Australia, Spagna, Francia, Germania e poi di nuovo in Spagna, ed ogni volta a ricominciare da zero. Attualmente aggiusto bici ed organizzo allo stesso tempo viaggi nomadi nel deserto del Sahara.

  1. Come sei venuto a contatto con il deserto?

Era il 2015 e mi trovavo a Berlino e avevo bisogno di staccare dal tran tran quotidiano del lavoro, dallo stress dei mille impegni, dallo smog dei motori, dalla mentalità occidentale e spegnere lo smartphone per un po’. Cercavo il calore delle persone e della terra. Su internet avevo trovato una piccola agenzia francese che organizzava dei trekking nel deserto e l’idea mi piacque immediatamente. Li contattai, traslocai a Roma per un po’, e feci il biglietto per Marrakech.

2. Raccontaci il tuo primo viaggio nel deserto?

Rimasi nel Sahara per sette giorni. Eravamo una piccola carovana composta da 3 beduini, Saïd, Atman e Hassan con i loro dromedari e tre viaggiatori. La notte la passavamo intorno al fuoco, raccontandoci storie, ascoltando Saïd e Hassan suonare, a volte ballando ai ritmi della loro musica, contemplando il cielo stellato in silenzio. Il giorno camminavamo ed ogni tanto ci fermavamo all’ombra di un tamarindo per bere un thé e mangiare qualcosa, giocare ad una versione del deserto del nostro tris e riposare. Visitammo anche un paese in rovina tra le dune, con tanto di cimitero, dove si possono ancora vedere le ossa dei defunti a fior di sabbia. Il bivacco nomade veniva smontato la mattina e rimontato la sera. Mentre Atman pensava alla cena Saïd faceva il “pain de sable” (una specie di pane pizza cotta sotto la sabbia incandescente del falò). Poi Hassan, il pastore responsabile dei dromedari, spariva per quasi un’ora per andare a cercare i dromedari che erano stati lasciati liberi di ruminare nel deserto. Ancora mi domando come facesse ad allontanarsi così tanto e soprattutto a ritrovarli ogni volta senza perdersi. L’ultima sera fu qualcosa di speciale. In effetti i miei compagni di viaggio tornarono prima del previsto a M’Hamid ritrovandomi così unico ospite in compagnia dei beduini. Saïd chiamò un suo amico per organizzare un falò. Fu una notte stupenda, fatta di amicizia, danze, musica, stelle e risate. Saïd sapeva che ero in quel momento disoccupato e mi propose di lavorare con lui. E fu lì, nel deserto, durante questa festa magnifica, che nacque il mio progetto di viaggi nomadi nel deserto, HarmonyDesert.com, sicuramente sotto una buona stella.

3. Perchè hai deciso di percorrerlo a piedi?

Per rispetto verso i beduini, chiamati anche uomini blu per il fatto che le loro vesti, col sudore, stingevano colorando la loro pelle di azzurro, che mi hanno accolto con tanto amore e della loro cultura; per capire cosa volesse dire immergersi nel silenzio del Sahara, trovarsi tra le sue dune millenarie e vivere al ritmo della carovana; per dimenticare il rombo assordante dei motori; per preservare le dune e l’habitat del deserto; per sentirmi parte integrante di quel mondo.

4. Come ti cambia camminare nel deserto?

Ci si sente depurati fisicamente e mentalmente. Percorrere quelle infinite distese a piedi ti fa dimenticare i tuoi problemi quotidiani e ti spinge a riconnettere con il tuo presente. In più si mangia veramente sano, per lo più verdure, si beve acqua e thé. Personalmente ero partito per isolarmi, ma nel deserto, contrariamente a quanto si possa pensare, si riscopre il gusto dello stare in compagnia! Non essendoci la distrazione di Internet, si riscopre il piacere e l’importanza delle relazioni umane. Per me il Sahara é stato una panacea per ogni tipo di stress.

5. Quali sono i suggerimenti tecnici per poterlo fare?


Il livello di comfort é paragonabile a quello del campeggio. Scarpe da ginnastica da alternare a sandali da camminata, occhiali da sole, un turbante da comprare al villaggio (i beduini vi insegneranno a metterlo) ed uno zainetto. A volte il suolo é più duro, a volte si sprofonda un po`di più. Dipende se si attraversano zone dunari piuttosto che l’Oued o il Reg. L’Oued é infatti il vecchio letto del fiume Drâa. Oggi il Re ha fatto costruire una diga per ridistribuire l’acqua alla popolazione che sfortunatamente non raggiunge più questa parte di deserto, in passato molto più verde. Il Reg invece é un altopiano desertico di terra nera dove si ha l’impressione di camminare sulla luna. Da qui la vista é molto bella.

6. Perchè hai deciso di portarci altri viaggiatori?

Trovo che sia un’esperienza stupenda che lascia il segno. Immaginavo che sarebbe stato bello lavorare con i beduini, che sarebbe stato un lavoro totalmente fuori dal comune. Harmony Desert é nata per avvicinare in piena sicurezza e serenità i viaggiatori al deserto. Sono già partite persone dai 20 ai 60 anni, single, coppie e famiglie, a volte anche con bambini tra i 6 ed i 10 anni. É veramente un viaggio per tutti.

7. Cosa offri nei tuoi viaggi nel deserto, cosa si deve aspettare una persona che decide di partire con te?

Offriamo vitto e alloggio nel deserto, le guide, la carovana di dromedari, il materiale tecnico necessario per il bivacco (tende, coperte, etc), il transfert da/per Marrakech e la visita durante il transfert alle più belle destinazioni turistiche. Desideriamo che i nostri viaggiatori portino con se la memoria di un’esperienza autentica di vita nomade da raccontare ai propri amici. Un viaggio fatto di persone e di incontri, notti stellate intorno al fuoco, tradizione e bellezza, lontani dai soliti circuiti affollati.

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