Ilaria Corli da Ferrara a Capo Nord in bicicletta in 30 giorni

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Sono Ilaria Corli, ferrarese di 28 anni. Pratico triathlon, podismo e ciclismo, avendo una predilezione per le lunghe distanze e i viaggi in solitaria.

Nei due anni trascorsi ho realizzato in bicicletta, la Barcellona – Ferrara in sei giorni del 2013 e la Ferrara – Oslo 2014 in dodici giorni, alla media di circa duecento km al giorno.

Sono laureata in Matematica, Management dello Sport e attualmente sto frequentando la facoltà di Scienze Motorie. Sono istruttrice di triathlon e alleno un gruppo di ragazzi nella mia città.

1. Cosa ti ha spinto a percorrere da Ferrara a capo nord in bici ?

Caponord è una meta simbolica, il punto più a nord del nostro continente, una meta particolare che permette di attraversare da sud a nord tutta l’Europa. Per me rappresenta inoltre la realizzazione di un sogno che tengo nel cassetto dal 2010, quando per la prima volta nella mia vita sono salita su una bici da corsa, quella di mio nonno.

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2. In che modo e per quanto tempo ti sei allenata ?

La preparazione per il viaggio non è durata molto, circa 4 mesi, con i 2 mesi finali di preparazione più specifica ed intensa. Non volevo semplicemente andare a Caponord, ma andare a Caponord in un mese esatto, che avrebbe significato pedalare in autonomia per una media di circa 150 km giornalieri.

3. Hai avuto difficoltà inaspettate o è andata tutto come il previsto?

Fortunatamente non è andato tutto come previsto, in quanto avevo messo in previsione varie forature, incontri poco piacevoli, situazioni di pericolo. E’ stato un viaggio bellissimo, e le difficoltà non ci sono quasi mai state. Non mi aspettavo che andasse cosi bene, infatti, per la legge delle probabilità ho atteso per un mese di avere qualche problema, ma non l’ho avuto. Zero forature, incontri con gente fantastica e aperta, vari ciclisti, e soprattutto posti fantastici. Certo non è mancata qualche pioggia violenta, qualche incontro con insetti fastidiosi, ma meglio di cosi non avrebbe potuto andare.

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4. Hai incontrato altri cicloturisti come te? Hai potuto condividere la sfida con qualcuno ?

Si, ne ho incontrati vari. I primi in giro per il sud Europa, e poi, dalla Finlandia, tutti diretti a Caponord! Ho percorso qualche km, ora o giorno con alcuni di essi, ma poi inevitabilmente ognuno ha continuato per la sua strada.

5. Ci racconti l’itinerario e quanto ti ci è voluto ?

L’anno scorso sono stata in bicicletta ad Oslo, attraversando la Germania. Per non ripetere parte dello stesso tragitto, quest’anno ho deciso di salire per l’est Europa, approfittandone per conoscere e vedere per la prima volta anche questi paesi.

Sono partita simbolicamente durante il solstizio d’estate, ossia il 20 giugno a mezzanotte da Ferrara, la mia città. Ho attraversato Austria, Slovacchia, Rep Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia e Norvegia, arrivando il 20 luglio alla meta, un po prima di mezzanotte, quando il sole era ancora alto nel cielo. I km complessivi sono stati quasi 4500, percorsi esattamente in 30 giorni.

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6. La tua paura più grande da superare?

La mia paura più grande è stata inizialmente quella di aver danni meccanici importanti che non mi avrebbero permesso di arrivare fino in fondo. Verso la fine, la paura è stata invece quella di far finire questo sogno.

7. Cosa hai imparato su di te in questa avventura ?

Ho imparato che i sogni non sono fatti per restare dentro ai cassetti e anche le cose che possono sembrare più difficili sono realizzabili. Basta perseverare, avere fiducia in se stessi, e sicuramente essere disposti a correre qualche rischio. Più di una volta il parere delle persone ha cercato di dissuadermi dall’iniziare questo viaggio, ma ogni volta che mi riguardavo dentro, sentivo che dovevo andare. E così ho fatto.

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8. Cosa consiglieresti a qualcuno che vuole fare il tuo stesso viaggio?

Se uno lo vuole fare, lo può fare e lo deve fare. Non sono la prima né l’ultima che l’ha fatto. E’ un viaggio fattibilissimo, a patto che si sia disposti ad avere qualche imprevisto, che si abbiano delle conoscenze sulla riparazione della bicicletta, e soprattutto che si sia allenati. Metterci 2 settimane, 2 mesi o 6 mesi non cambia, però stare in sella tante ore al giorno è impegnativo soprattutto se non lo si ha mai fatto.

9. Essere una donna è stato un vantaggio o un limite?

Per me è stato un vantaggio. Le persone che ho incontrato erano sempre incuriosite, aperte e pronte ad aiutarmi per questo motivo, perché sono poche le donne che viaggiano in solitaria, purtroppo!

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10. Che tipo di attrezzatura avevi e quanti chili?

Con me avevo un rimorchio monoruota attaccato alla ruota posteriore della mia bicicletta da corsa.

E’ stato molto comodo per quello che ho fatto. Lo sconsiglierei a cicloturisti che vogliano fare soste o muoversi nelle grandi città, perché muoversi tra le auto, ai semafori o sui marciapiedi con quello è parecchio impegnativo. Il carrello pesava una decina di chili, comprensivo di carico arrivava a circa 40.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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