Francesco Alaimo, da solo in bicicletta verso EST

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Francesco Alaimo, 24 anni, originario di Bologna. Ho vissuto un po’ in Australia, un po’ a Trieste, un po’ a Monaco e un po’ nel grigio Leiceistershire inglese. Sono appassionato soprattutto di bici e letteratura americana. Ho trascorso l’ultimo anno a preparare panini da Burger King e a laurearmi in fisica teorica. Poi, a Novembre, ho preso la mia bici e ho iniziato a pedalare verso Est.
Francesco Alaimo
Francesco Alaimo
1. Come è nato il progetto dall’Italia all’Australia in bicicletta?

E` stato più un processo, in parte anche inconscio, iniziato probabilmente tempo fa e fatto di piccoli episodi (i sei mesi trascorsi in Australia durante le superiori e i cinque giorni passati a camminare tra Bologna e Firenze con altri amici anni fa fanno parte di questi episodi).
Però mi ricordo il momento esatto in cui ho pensato che volevo farlo. Ero in un autobus notturno tra Sucre e Tupiza in Bolivia e, complice la strada non asfaltata, non riuscivo a dormire. E senza un motivo preciso ho pensato che il prossimo viaggio poteva essere da Bologna a Sydney, in bicicletta. Una delle prime cose che ho fatto arrivato a Tupiza è stata andare in un internet point a controllare la fattibilità del tutto. Ora comunque invece che pensare alla meta, Sydney, mi godo questo lento pedalare verso Est.

2. Quando sei partito e quando pensi di arrivare? Raccontaci il tuo itinerario passato e futuro.

Sono partito il primo Novembre da Bologna e, dopo dieci giorni di sosta a Trieste a casa di amici, sono ripartito verso i Balcani. Ho pedalato lungo la costa croata per qualche giorno e poi sono andato verso l’interno, per entrare in Bosnia. Arrivato a Sarajevo mi son diretto di nuovo verso la costa, facendo però una piccola deviazione di due giorni per passare attraverso alcune montagne, in modo da raggiungere la costa del Montenegro, e dunque Kotor, dall’alto, dopo una lunga discesa. Ho poi continuato lungo la costa del Montenegro ed in Albania, dove sono stato costretto a fare una pausa di qualche giorno a Tirana. Dopo l’Albania son stato in Macedonia (un sacco di neve, montagne e vallate deserte) ed in Grecia, dove ho passato Natale a casa di amici di amici a Salonicco. Da lì verso Istanbul e la Turchia. Ora sono ad Ankara a raccogliere visti.

Per il futuro questi sono i miei piani per la Turchia, e dopo Iran, dove mi piacerebbe spingermi sino ad Esfahan e Shiraz, per poi attraversare il Turkmenistan, l’Uzbekistan, il Tagikistan (con l’autostrada del Pamir) ed il Kirghizistan. Dopo c’è la Cina e da lì in poi e’ tutto molto aperto. Qui c’è una mappa dettagliata del percorso fatto sinora ed una, molto poco dettagliata, del percorso che potrei fare.

3. Come organizzi il tempo e le distanze? hai una tabella di marcia giornaliera?

Non ho alcuna tabella di marcia (non ho neanche un contachilometri). Spesso al mattino non so dove arriverò la sera (a meno che non ci sia qualcuno che mi aspetti in qualche città), di solito faccio 70 km al giorno, ma a volte mi capita di farne 30, altre 120. Però cerco di evitare di iniziare salite lunghe di pomeriggio, non vorrei che diventasse buio mentre la strada è ancora in salita. Per le distanze ho sempre a portata di mano una mappa che studio ogni sera e che tiro fuori quasi sempre quando incontro qualcuno del posto, si ottengono spesso ottimi consigli in questo modo.

Viaggiare da soli in bicicletta
Viaggiare da soli in bicicletta

4. Quanto tempo ti sei allenato prima di partire?

Andavo in bici quasi ogni domenica facendo giri di 60/100 km, però sempre senza borse. Questi giri erano utili più che altro per abituarmi mentalmente allo stare tante ore sopra ad una bici, pedalare una bici carica è completamente diverso, quindi direi che l’unico vero allenamento che ho fatto è stato il viaggio da Monaco a Trieste, insieme ai primi giorni di viaggio.
Comunque, per quanto allenati si possa essere da un punto di vista fisico, c’è poi il problema di abituarsi a tutto il resto, il cercare un posto dove piantare la tenda, preparare le borse tutte le mattine, comunicare con le persone e molto altro. E per queste piccole, ma importanti, cose non sarai mai preparato. Quindi meglio partire non troppo allenati, almeno si evita di pensare che non si incontreranno difficoltà.

5. Quale è il valore aggiunto di percorrere il mondo pedalando?

Che hai il tempo di vedere i cambiamenti delle cose attorno a te (paesi, paesaggi, persone) e che la gente è più aperta ed ospitale nei tuoi confronti. E poi, se ti porti dietro l’attrezzatura da campeggio, sei quasi completamente indipendente e puoi decidere dove e quando fermarti senza alcun vincolo; se vedi un bel posto dove campeggiare e sono le due di pomeriggio ti puoi fermare lì e ripartire il giorno successivo, anche se il villaggio più vicino dista decine di km; per questo motivo il fatto di campeggiare è una componente del viaggio importante almeno quanto il muoversi in bici.

6. In tutte queste ore di pedalate sicuramente avrai molto tempo per pensare, quale è la cosa più importante che hai imparato su te stesso?

Che ci sono dei limiti e  l’importanza di valutare le situazioni. Prima di partire pensavo che, con la giusta attrezzatura, sarei stato in grado di pedalare sotto la neve e con ogni temperatura. Ho capito che in realtà ci sono un sacco di variabili da tenere in considerazione (quanto dista il prossimo posto dove puoi trovare un riparo, passerai la notte in tenda o in un posto caldo e molte altre) e che, prima di iniziare un pezzo di strada che rischia di essere particolarmente difficile, bisogna valutarle tutte e cercare di capire se si sta rischiando di superare i propri limiti o meno.
E chissà quante altre cose più importanti di questa ho imparato che verranno fuori col tempo.

7. Che attrezzatura hai con te? quanti Kg?

Tanta, troppa roba, perchè è inverno e voglio essere pronto ad affrontare (quasi) ogni temperatura. Tra attrezzatura da campeggio (tenda, sacco a pelo e fornelletto), vestiti, pezzi di ricambio e attrezzi per riparare la bici ho circa 25 chili di roba, a cui vanno aggiunti 5/7 chili di acqua e cibo che ho quasi sempre con me (non realmente necessari, almeno per ora, ma in questo modo non devo preoccuparmi troppo di fare la spesa ogni giorno o di rimanere senza acqua)

8. Hai attraversato i Balcani in inverno, che valore ha il clima in questa esperienza?

Un valore non secondario, anche se in realtà sono partito d’inverno per caso. Quando fa freddo tutto diventa più difficile, dal lavare le pentole dopo aver mangiato al togliersi i guanti per aprire il lucchetto della bici, e si deve pianificare un minimo il percorso per evitare di finire in posti dove c’è troppa neve. Però si imparano un sacco di cose, sia pratiche che su se stessi, e la soddisfazione di esser passati per posti freddi, magari dormendo anche in tenda, è (irrazionalmente) tanta.
Ad Istanbul, ad esempio, ero incerto se fermarmi per qualche tempo ed aspettare che facesse un po’ più caldo o continuare a pedalare verso posti dove potrebbe fare abbastanza freddo. Alla fine ho deciso di continuare perche` so che mi sarei pentito se non avessi almeno provato ad andare avanti, anche se questo significa correre il rischio di dover prendere un autobus se il tutto diventa troppo difficile.

9. L’incontro che ti ha colpito di più fino ad adesso.

Sinceramente non c’è un incontro che mi ha colpito di più rispetto ad altri. Qui ho parlato di alcuni degli incontri piu’ significativi che ho avuto sinora, ma ce ne sono stati anche molti altri.

10. Come stai vivendo l’ospitalità dei locali, dormi solo in tenda, ti fai ospitare, fai couchsurfing?

Quando non sono in grandi città dormo praticamente sempre in tenda o in posti che mi vengono offerti. A volte vengo invitato in casa della gente, altre volte faccio campeggio libero nei campi o in spiaggia, ma ho anche dormito in mezzo ai tavoli di un ristorante, in una roulotte, in case in costruzione o in una officina per auto, mentre nelle grandi città provo a fare couchsurfing o a farmi ospitare da amici di amici.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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