Daniel: 2 anni il giro del mondo in autostop più di 200 couchsurfing
Daniel, di Siviglia, 31 anni, ha lavorato per l’ambasciata di Spagna prima 2 anni in Messico, poi in Italia, a Roma (è così che l’ho conosciuto); un lavoro fisso, di prestigio, un sacco d’amici, ma un sogno nel cassetto: fare il giro del mondo! Lui vorrebbe girare tutto il mondo prima di compiere 40 anni, ma quella è un’altra storia…
È un bravissimo fotografo, potete seguire i suoi viaggi e i suoi racconti sul sito Universal Traveler e la sua pagina Facebook molto aggiornata.
Ci siamo incontrati a gennaio a Buenos Aires dove abbiamo trascorso qualche giorno insieme e a parte le cose bellissime che ha detto in questa intervista, mi sento di dire che l’ho trovato molto più dolce, non che non lo fosse già, ma credo che questo viaggio gli abbia aperto il cuore, è una di quelle persone che solo per il suo tono di voce ti fa nascere un sorriso.
1. Il giro del mondo in 2 anni, una sfida non da poco, quanto tempo ci hai messo per organizzarlo?
L’idea di fare il giro del mondo mi è venuta nel 2009 quando ho fatto un viaggio in Africa di 3 mesi sono stato un mese in Senegal a fare volontariato a Dakar, poi sono risalito via terra attraverso il deserto, Mauritania e Marocco, quel viaggio mi ha cambiato la vita, forse anche di più di quello che sto facendo ora. Ho capito che mi piaceva conoscere le persone, esplorare le culture e fare viaggi lunghi, anche perché solo in questo modo posso conoscere tanti paesi spendendo di meno.
Solo nel 2010 quando ho iniziato a lavorare per l’ambasciata ho iniziato ad organizzarlo e a mettere da parte i soldi. E poi un anno e mezzo prima di partire ho iniziato più seriamente ad organizzare.
2. Avevi già un itinerario prima di partire o hai deciso strada facendo?
Si avevo già deciso un itinerario prima di partire, ho incontrato molti viaggiatori che partono senza un itinerario preciso e anche in quel modo è molto bello, ma io avevo le idee già così chiare che ho seguito il mio sogno. Ovviamente ho fatto piccoli cambi, ad esempio volevo attraversare il Pakistan ma era pericoloso quindi sono sceso in nave fino all’Oman e poi ho voltato. Oppure non pensavo di andare nel nord dell’Iran, ma poi una volta in Turchia ho visto che era possibile e ho attraversato i confine. Diciamo che l’idea di massima era attraversare tutta l’Asia fino al Giappone, poi volare negli Stati Uniti, poi scendere fino all’Argentina e arrivare in Brasile.
3. Più di 200 couchsurfing , c’è differenza nel mondo nella maniera di ospitare? Di solito quando vai a casa di qualcuno, tu cosa cerchi di dare “in cambio”?
Non ci sono tante differenze, ovviamente tra l’Iran al Nicaragua ci sono differenze culturali, ma tutti apparteniamo alla stessa comunità di couchsurfing e tutti sono disposti ad aprirti la porta di casa. Tutti sono stati sempre curiosi rispetto al viaggio che sto facendo, e hanno cercato di aiutarmi il più possibile. Io quando vengo ospitato cerco di dare qualcosa in cambio a modo mio, quel qualcosa di solito è cucinare perché è un modo semplice per donare qualcosa del mio paese senza portarmelo da casa. Un’altra cosa che ho fatto diverse volte è stato regalare dei segnalibri che ho fatto con le mie foto di viaggio, è un modo per regalare qualcosa di mio e del mio cammino.
4. Hai percorso metà del tuo viaggio facendo autostop, quali sono le tecniche per ispirare fiducia?
Si ho scelto di fare l’autostop in tutti i paesi dove il trasporto costa tanto come Giappone, US, Argentina, Cile, mentre negli altri usavo i mezzi locali.
Si, c’è una strategia “psicologica” dietro l’autostop perché in 2 secondi, devi mostrarti posturalmente e fisicamente il più inoffensibile possibile, devi ispirare fiducia senza dire una parola. Devi vestirti un po’ meglio, essere ordinato e pulito, mettere gli zaini in modo che non sembrino troppo grandi, devi sorridere molto, fare gesti simpatici, magari scrivere un cartello con la destinazione. C’è anche un sito hitchwiki dove si trovano tante tante tecniche per fare autostop.
5. Pensi che l’autostop lo possano fare tutti? Anche le donne sole?
Si penso che lo possano fare tutti, ho visto famiglie con bambini fare autostop, donne in gruppo donne da sole, insomma chiunque. È sicuramente più difficile essere presi se si è un gruppo di ragazzi che di ragazze, io non ho mai sentito storie brutte, non dico che non ci siano, dico che le persone che hi incontrato non avevano avuto brutte esperienze. Certo magari qualche autista di camion ci ha provato con alcune ragazze, ma sempre con “rispetto”. Meglio seguire l’istinto, se una persona non ti ispira fiducia è giusto dire di no.
6. Come monitori i tuoi costi, so che stai molto attento alle spese.
I costi li monitoro a mano, ho un quadernino e una matita, so che esistono app o fogli excel, ma lo usavo tanto per lavoro, in questa esperienza volevo tornare a qualcosa di più “antico”
Sono partito con un budget di 12.000€ e ora mi mancano poco più di 3 mesi e posso dire che ci sono rientrato . Scrivo ogni giorno qualsiasi tipo di spesa, anche se è una bottiglia d’acqua o un caffé. Poi divido le spese per paesi e per categorie tipo: alloggio, cibo, trasporti. Così ho monitorato le statistiche per capire dove stavo spendendo di più e dove di meno. Ho scritto dei post sul mio blog su questo, ma ho deciso di scrivere un libro alla fine del mio viaggio e sicuramente ci sarà una parte su questo.
7. Personalmente ritengo che oltre l’esperienza di scambio culturale in viaggio si impari molta storia e geopolitica, tu cosa ne pensi?
Lo scambio culturale e sociale è la cosa più importante per me. Io sono un appassionato di geopolitica, è stato molto bello poter andare in un paese di cui ho letto tanto e parlare con la gente direttamente.
8. Hai imparato qualcosa di nuovo su di te in questi mesi?
Questa è una domanda difficile, direi che più che imparare cose nuove, ho confermato quello che già sapevo, sicuramente la principale è la mia grande passione per i viaggi. Quando sono partito non sapevo effettivamente che avrei viaggiato per due anni, sapevo che avevo i soldi da parte, ma non ero sicuro di averne l’energia. Non è facile viaggiare così, è stato davvero duro, ma quello che trovavo in cambio mi riempiva ogni giorno di più. In questo viaggio ero più maturo di quando ho attraversato l’Africa, quindi direi che ho avuto meno sorprese. Ho testato la mia pazienza, la mia resistenza.
9. Progetti per il futuro?
Lavorare! Dato che ho finito i miei soldi. Devo risollevarmi economicamente e iniziare nuovamente a mettere da parte i soldi perché fra altri 3 anni vorrei fare un altro giro del mondo e coprire le zone del mondo che ancora non conosco. Sono molto aperto per un nuovo lavoro, ho trovato delle opportunità interessanti in Asia, ma volevo prima finire questo viaggio . Quindi quando tornerò, verificherò se queste opportunità ci sono ancora e magari andrò per due o tre anni lì a lavorare. L’idea è che se davvero posso lavorare in Asia ci arriverò via terra, prendendo la Transiberiana o i paesi dell’Asia centrale.