Christian, 30 anni di Rotterdam, dal marketing al backpacking, è in viaggio da più di un anno.

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Christian, 30 anni di Rotterdam, dal marketing al backpacking, è in viaggio da solo da più di un anno.

1.     Come mai hai deciso di lasciare tutto e iniziare a viaggiare?

Avevo già viaggiato in precedenza, ma solo per brevi periodi, e mi era piaciuto un sacco. Non avevo mai viaggiato per lunghi periodi, anche se avevo sempre desiderato farlo. Prima di partire avevo un lavoro che davvero non mi piaceva, e mi stava trasformando in un uomo mediocre. Ho pensato,” non so proprio quale altro tipo di lavoro potrei fare, ma di sicuro so che se non lascio subito questo lavoro, mi paralizzerà e poi non sarò più in grado di fare nient’altro”! In aggiunta io e la mia ragazza ci siamo lasciati circa sei mesi prima che iniziasse tutto questo, inoltre non avevo vincoli economici che mi trattenessero a casa, tipo un muto o prestiti. Tutto mi sembrava perfetto per inizare a viaggiare da solo intorno al mondo.

2.      Come hai deciso l’itinerario? Avevi una specifica idea prima di partire? Qual è stato il tuo cammino fino ad oggi?

Prima di partire non avevo in mente nessun itinerario. Avrei viaggiato ovunque la strada mi avesse portato. Ovunque avessi voglia di viaggiare o qualsiasi cosa fosse arrivata sul mio cammino. Ovviamente avevo qualche vaga idea su dove andare, ma le idee cambiano sempre. All’inizio l’idea era viaggiare verso l’Asia partendo dall’Europa dell’est, ma poi sono iniziate le rivolte nel medio oriente è ho pensato che non sarebbe stato molto saggio visitare i paesi arabi, specialmente la Siria, che avrei voluto attraversare per andare verso est. Così ho iniziato in Europa, poi ho conosciuto dei ragazzi che avevano intenzione di fare un giro dell’Europa e ho deciso di unirmi a loro e sono finito nell’Europa del’est in luoghi dove non pensavo assolutamente di andare. Ad un certo punto, ero vicino Monaco, non solo con mia sorpresa, ma anche con quella dei miei amici a casa che pensavano che fossi già molto lontano, ho pensato che poteva essere giunto il momento di tornare a casa, così mi sono fissato una data di ritorno e un itinerario che mi avrebbe fatto tornare verso l’Olanda. Questa data di ritorno e questo piano è quello che sto seguendo adesso, anche se può sempre cambiare, anche perché di solito cambio spesso itinerario. Infatti in questo momento sto comprando un biglietto per la Californiaper viaggiare verso la costa est del Canada, dato che qui in Panama sta piovendo davvero tanto, e io odio la pioggia. Non ho problemi ne con il caldo ne con il freddo, ma la pioggia su di me, ha un effetto depressivo. Questo a volte mi fa pensare che l’Olanda non sia proprio il paese adatto a me per vivere.

Tramonto alle Galapagos
Tramonto alle Galapagos

Comunque ad oggi il mio itinerario è stato questo: Olanda -> Ungheria -> Austria -> Slovenia -> Croazia -> Italia-> Svizzera -> Austria -> Slovacchia -> Ungheria -> Slovacchia -> Polonia -> Slovacchia -> Ungheria -> Romania -> Bulgaria -> Turchia -> Hongkong -> Cina -> Thailandia -> Taiwan -> Thailandia -> Laos -> Cambogia -> Vietnam -> Cina -> Singapore -> Indonesia -> Australia -> New Zealand -> Cile -> Peru -> Ecuador -> Colombia -> Ecuador -> Panama -> ????

3.     Quale è stata la tua più grande difficoltà a livello personale che hai dovuto affrontare, decidendo di viaggiare per un lungo periodo?

Diciamo che in general e non credo ci sia stato niente in cui abbia avuto specifiche difficoltà. Forse l’unica cosa che mi viene in mente, è che ero un po’ preoccupato al pensiero di lasciare il mio lavoro in azienda e prendermi un periodo sabbatico, non sapevo in che modo avrebbe potuto impattare sulla mia carriera. Ma considerando che non ho nessuna idea del tipo di carriera che voglio intraprendere, deduco che questa sia solo una paura minore.

4.      C’è un tratto della personalità che hai imparato a gestire meglio durante questi mesi di viaggio?

Si c’è, ma è davvero difficile spiegarlo. Soprattutto perché molte persone non l’hanno mai sperimentato su stessi, quindi anche se lo spiegassi non sarebbero in grado di capirlo. Sarebbe come spiegare ad un sordo come suona la musica.

5.     Dammi tre motivi per cui ti piace viaggiare da solo.

Libertà. Libertà. Libertà.

6Hai fatto molto couchsurfing? In quale paese hai avuto la migliore esperienza?

Non ho fatto molto couchsurfing, sono un po’ al momento. Perché i miei programmi di viaggio cambiano continuamente, e non so mai quando arriverà in un posto. Ma ad ogni modo la mia migliore esperienza di couchsurfing è stata in Romania.

7.     Secondo te quali sono le caratteristiche più importante che un viaggiatore solitario deve avere?

Penso che tutti possano viaggiare da soli; ma non devi avere troppa paura delle esperienze nuove. L’ansia del nuovo è quello che allontana la maggio parte delle persone dal viaggiare da soli. E d’altro canto l’ignoto sempre genera una sorta di ansia nelle persone, alcune persone lo affrontano meglio e più facilmente rispetto ad altre. Personalmente a me piace l’ignoto e le situazioni ansiogene, e lo cerco di proposito. Ma se il pensiero di non sapere dove dormirai domani notte ti fa avere una palpitazione tipo cocainomane che ascolta musica tecno, ti suggerisco di prenotare un tour organizzato ed andare a viaggiare con i sessantenni.

8. Una situazione o un’esperienza che ha avuto un grande impatto su di te durante questo viaggio. 

Anche questo è difficile da spiegare, ma ho imparato davvero tanto su me stesso in questo viaggio. Su come funziona davvero il mio cervello. Ora ho capito cose su me stesso, che hanno avuto un grande impatto sulla mia vita in passato, che non avevo capito prima. Non so se le ho capite perché stavo viaggiando, ma di sicuro le ho capite mentre viaggiavo. Forse non sarebbe stato impossibile arrivare alle stesse conseguenze rimanendo a casa, ma non credo che se avessi continuato a vivere la vita che stavo vivendo le avrei imparate. Inoltre viaggiare mi ha fatto capire ancora una volta quanto sono fortunato ad aver vissuto la vita ho avuto.

Spero solo di non dimenticarmelo di nuovo, una volta tornato a casa, vivendo quello che la gente chiama una vita normale.

9.     Credi che viaggiare per lunghi periodi ti aiuti a pensare veramente sulla tua vita o sia solo una maniera di scappare?

Io credo che la maggior parte delle persone viaggia per scappare da qualcosa; ma questo non lo limiterei solo per i viaggi lunghi. Chi prenota due settimane al mare in un isola caraibica cerca di scappare dalla sua stressante e incasinata vita che ha a casa. Hanno bisogno di lasciarsi andare sull’isola in modo da sentirsi rilassati e in forma un’altra volta. Si sentono come se avessero caricato le loro batterie, pronti a ritornare. Quello che non capiscono è che in realtà l’unico modo per scappare davvero dalla loro vita stressante e frenetica, è cambiare la maniera in cui vivere la vita. nessuna vacanza di due settimane può avere un impatto reale.

Per quanto riguarda me stesso, non ho nessun rimpianto nella mia vita. L’unica cosa è che mi sarebbe piaciuto viaggiare di più quando ero più giovane, perché credo che sarebbe stato davvero utile capire tutte queste cose su me stesso anni prima. Anche se ovviamente non si sa mai se avrei potuto comprendere le stesse cose quando ero più giovane e più immaturo. Ad ogni modo, se un giorno dovessi avere dei figli, cercherei di spronarli il più possibile ad prendersi un anno sabbatico tra il liceo e l’università, per esplorare il mondo.

10. La cosa più importate che hai imparato.

Qualcosa molto semplice, ma molto importate. Ho capito che in realtà la cosa che mi motiva di più nella vita, che mi spinge avanti è la sfida.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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