Come ti cambia il viaggiare con l’autostop

Francesca Di Pietro Pubblicato il

[box style=’info’]Nunzio, nato nel 1980, curiositá senza fondo, sognatore da sempre, ho lavorato dai 15 ai 30 anni senza interruzione, sono un tecnico specializzato (oggi lavoro in Norvegia). A 30 anni ho lasciato un contratto a tempo indeterminato da 2200 euro al mese netti, piu benefits pagati dalla ditta tipo casa, bollette, auto aziendale ecc.
Perché? Perché volevo ció che i soldi non possono dare, mai.
Sono uscito dall’Italia per la prima volta il 19 novembre 2010, avevo 30 anni, conoscevo circa 20 parole di inglese (mai studiato) e andai a caccia di aurore boreali in Lapponia, in autostop.[/box]

1. Come hai inizato a viaggiare con l’autostop?

Ho cominciato dopo averlo sognato per anni e letto per poche settimane, sul web si trova molto a riguardo, anche se impararlo dal vivo  richiede pratica, perspicacia, creativita e una vena artistica. Dico sempre che l’autostop è un esperimento sociale e mi ha dato le piu belle emozioni di sempre, é teatro di strada dove non esistono spettatori passivi ma ognuno é protagonista; é uno spettacolo per gli attori. Viaggiare in autostop e’ una cosa che hai dentro, un po come quelli che nascono artisti, calciatori, scrittori o maestri. Certo, l’istinto va assecondato e coltivato, ma devi averlo. Era un mio sogno. Un giorno ero andato a Genova col treno, al ritorno il mio treno era soppresso, era una splendida giornata primaverile, mi sono messo sull’Aurelia e ho pensato di fare l’autostp al ritorno, quella é stata la prima volta che ho teso il pollice al bordo di una strada; avevo 29 anni.

autostop

2. Quali sono i lati positivi di questa modalità di viaggio?

Se intendi sotto il profilo tecnico di mezzo di spostamento forse è l’economicità del prezzo a chilometro: imbattibile, he he. Nell’estate del 2012, in 3 mesi, ho fatto 12.000km gratis attraversando molti paesi e due continenti. Ma vederlo solo sotto il profilo del prezzo é riduttivo e dispregiativo (a mio parere).
La caratteristica che differenzia l’autostop dal 99% delle attivita che svolgiamo durante il corso del nostro tempo è che è un’attività che non prevede uno scambio monetario o interesse materiale; pensateci, tutto cio che facciamo giornalmente (a volte anche alcuni rapporti affettivi) si basano su un interesse, scambio materiale o monetario. L’autostop è l’ECCEZIONE. Direi che basta come “lato positivo”…o direi che cercarci dentro “un lato positivo” non e il giusto approccio a questo stile di essere. Molti credono che sia economico, ed è vero, ma è uno scambio. Bisogna cercare di dar qualcosa alla persona che si è fermata per darci il passaggio, le parole sono sempre sufficienti; la maggior parte di loro sono solo curiosi, hanno voglia di conversare o vogliono semplicemente aiutarci, a volte capita che si è stanchi, ma bisogna impegnarsi a comunicare in una lingua non nostra. Spesso il conducente mi ha fatto da guida lungo il percorso mostrandomi luoghi famosi e le relazioni con la storia, mi è stato offerto spessissimo cibo, posto per dormire, inviti a feste, ospite d’onore a una festa popolare (krasnoyark), abiti e anche soldi.
Se intendi come strumento per migliorarci moralmente é indescrivibile. Come puó esserlo il teatro, quello piú nobile che esiste: una valanga di emozioni, pure.

3. Hai mai avuto paura?

Ricordate il primo giorno di scuola, il primo aereo, il primo viaggio da soli? Tutti abbiamo paura, ma non tutti le affrontiamo, cosi si radicano e divengono insormontabili trasformandoci in schiavi mentali. Io adoro affrontare le paure; ció che sono oggi lo devo a loro.

4. Quali sono secondo te i pregiudizi più diffusi delle persone sull’autostop?

Da parte del guidatore uomo: “se è un criminale puo derubarmi o uccidermi”
Da parte del guidatore/autostoppista donna: “puo derubarmi o violentarmi”
Chiedetevi quante volte avete sentito in tv che un’autostoppista ha derubato e poi chiedetevi quante volte avete sentito che un politico ha derubato e decidete se e a chi volete dare un passaggio.

5. Dimmi 3 motivi per cui le persone dovrebbero accogliere in macchina un’autostoppista.

Tecnicamente posso dirti:
-per inquinare meno, visto che il 75% delle auto viaggia con 4 posti liberi
-per aiutare qualcuno che ha bisogno (non ti costa nulla, a parte un incremento del 3% sui consumi del veicolo) e poter incrementare nel tuo paese un metodo di spostamento UTILE e INTELLIGENTE
-per fare due chiacchiere con qualcuno e scoprire/imparare qualcosa di nuovo
-per avere piu basse percentuali di cadere nel colpo di sonno
-per far guidare qualcun’altro se sei stanco (mi é capitato! in Estonia, he he)

Moralmente posso dirti:
Quando vedo qualcuno che ha bisogno, invece che fare il bigotto e classificarlo secondo i dettami della televisione, io mi chiedo: “cosa mi costa?”…rifletto, e agisco di conseguenza.

6. 3 consigli per chi vuole inizare a farlo?

3 punti sono pochi, bisognerebbe approfondire, ma neanche tanto.

Potrei dire che é importante:
-il posto che scegliete lungo la strada
-la mimica del corpo (non da pagliaccio ma neanche da manichino)
-SORRIDERE

7. Le cose necessarie da portarsi dietro?

Questa é una variante personale e temporale. Se andate al mare non portate cio che portereste in montagna, e se andate per una settimana non portate le stesse cose che portereste se andate al mare un giorno. Dipende in che paese lo fate e per quanto. Generalmente nel mio modo di farlo non manca mai:
-stradario o carta stradale del paese che attraversiamo o gps con carte stradali
-tenda
-sacco a pelo
-scarpe comode e versatili
-piccolo block notes e dizionario tascabile della lingua del paese che visitiamo
-SORRISO

8. Cosa hai capito su te stesso dopo aver fatto tanto autostop?

Non basterebbe un libro a descriverlo, prima di farlo mi aspettavo molto dal punto di vista umano e morale e alla fine ho avuto piu di cio che mi aspettavo. Ho sondato e delineato i miei limiti, le mie virtu, imparato a migliorarli e riconoscerli senza mentirmi, imparato l’arte di congiungermi alle persone e ai luoghi, entrarci, non solo attraversarli ma essere parte di essi, confondermi, mimetizzarmi culturalmente, ho capito come si sentiva Marco Polo, imparato a capire le situazioni da una frazione di secondo, da un particolare, che la libertá é nulla se non si sa essere indipendenti, la magia del caso, che nel mondo c’è un’infinità di cose belle, ma la piu bella di tutte sono le persone. Ho imparato ad osservare e capire, a saper vedere le cose dal verso umano e quindi a saper imboccare il sentiero su come risolvere ansie, pregiudizi, timori, insicurezze, impulsività, rabbia, frustrazione. Ho migliorato i miei rapporti con la gente, con chi mi sta vicino…semplicemente perché ho migliorato il rapporto con me stesso.

9. Il paese più facile per farlo e perchè?

Russia dell’est, Mongolia, Corea del sud, Albania, Montenegro, Bosnia: potrei darti molti perché tecnici, ma sono tutti riconducibili a un perché socio/culturale…perché la loro anima e il loro modo di vivere e di agire non é inquinato dai soldi.

10. Useresti mai un sito di ride sharing?

Usato 3 volte: in Italia.
Sono due cose completamente differenti, non paragonabili.
Car sharing si pone una necessitá pratica di spostamento come scopo unico e include uno scambio monetario.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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