Claudio: un viaggio a piedi da Malaga al Tibet in quasi 2 anni
Claudio Arthaere Scarapazzi, ha 41 anni anagrafici, è nato a Roma dove ha vissuto per 36 anni. Di natura eclettica, ha lavorato in diversi campi con la sensazione di non trovare una strada che ha sentito di voler percorrere.
1. Cosa ti ha spinto a viaggiare a piedi fino al Tibet?
Il desiderio e il bisogno di scoprire la cultura d’oriente attraverso la conoscenza diretta con le culture e i popoli, dall’Europa dove ho sempre vissuto, attraverso il mezzo di trasporto più diretto e umano che conosco.
2. Perché sei partito da Malaga e perchè fino in Tibet?
Da Málaga perché quando ho deciso di partire stavo abitando li in Andalusia. Fino al Tibet perché credo che sia un centro energetico molto potente dell’oriente.
3. Come mai hai scelto un modo così estremo, cosa cambia dal viaggiare in altro modo per te?
Più che estremo penso che sia il modo più naturale. Ho messo insieme alcuni punti. Sento di voler conoscere il mondo attraverso le persone e la natura che lo popolano.
Da quando ero adolescente ho iniziato a nutrire in desiderio di camminare tanto senza dover tornare ogni volta a casa. Mi piace tanto poter recarmi ogni giorno in luoghi nuovi, dormire ogni volta in posti diversi, percorrere nuove strade ogni giorno. Adoro vivere nei costumi dei popoli e mi sento molto attratto dalle culture che non conosco e che sono molto diverse dall’occidente in cui ho tanto vissuto. Mi sono chiesto se fossi disposto a vivere oltre un anno e tanti mesi in viaggio ininterrottamente e mi son risposto “si”. Non mi sono mai veramente stancato camminando, neanche quando alcune rare volte mi sono stancato.
Nel dare un senso specifico ho intitolato questo viaggio walking heart perché voglio confermare che nel mondo c’è molta più bontà di ciò che conosciamo. Viaggiare in un altro modo lo sento poco naturale e spontaneo, per quanto abbia i suoi vantaggi ad esempio visitare tanti posti in poco tempo viaggiando in treno o in aereo. Voglio riscoprire la predisposizione umana e spontanea del camminare.
4. Cosa cerchi in questo viaggio?
Forse lo scoprirò camminando, forse dopo questo viaggio. Forse cerco di scoprire chi sono. Voglio riscoprire l’essere umano da Occidente a Oriente direttamente in prima persona.
5. Come organizzi le tue giornate?
Innanzitutto mi impegno per soddisfare i bisogni primari di nutrirmi, riposare, mantenere un’integrità fisica e motoria. In questo viaggio chiedo ospitalità per dormire e mangiare in cambio di una breve collaborazione temporanea e pubblicità nei social. Imposto la mappa sul telefono e mi dirigo verso il luogo stabilito mantenendo una media di 25 km al giorno, che sono circa 5 ore e mezzo di cammino nette, facendo pause a seconda di come mi sento. Aggiorno i miei canali social riguardo al viaggio.
Solitamente la sera scrivo ciò che hi vissuto, sul diario di viaggio, e alle 21 ogni sera trasmetto una diretta su Instagram per raccontare le avventure della giornata. Poi stabilisco il luogo in cui penso di arrivare il giorno seguente.
6. Come è l’ospitalità ai tempi del Corona Virus?
Fino ad ora sembra non essere influenzata. Rare volte la sento nominare. Personalmente mi sento tranquillo.
7. Quanto è necessario un allenamento prima di intraprendere un viaggio a piedi?
Dipende da come vuoi iniziare. Se vuoi partire con zaino di tot chili facendo subito 15, 20, 30 km al giorno che non sei abituata a fare, io consiglio di allenarsi almeno 2 mesi prima gradualmente e con le scarpe che vuoi indossare in viaggio.
Io non mi sono allenato considerando che ogni giorno prima di partire uscivo spesso a piedi e facevo almeno 5 km. Infatti la prima settimana di viaggio con 14 kg di zaino ho iniziato con 15 km al giorno. Credo che si può partire senza allenamento specifico iniziando con pochi chilometri al giorno per almeno una settimana.
8. Hai idea di quanto ci metterai?
Si. Ho calcolato circa 13.000 kilometri complessivi. Considerando di fare alcuni giorni di pausa e forse alcuni giorni di attesa per passare alcune frontiere, più o meno 1 anno e otto nove mesi.
9. Questa esperienza rivoluzionerà il tuo lavoro una volta tornato?
Secondo me si, profondamente.
10. Cosa porti con te?
Tutto ciò che io sono.
Riguardo all’equipaggiamento, sono partito con documenti, scarpe adatte, circa 250€ per le emergenze, sacco a pelo e tenda, pochi cambi, busta medical base, telefono e caricatori e pochissimo altro.
Grande amico mio …sei un mito
Ciao Arthaere, mi ritrovo molto in ciò che fai e nello spirito con cui lo fai. Averlo saputo prima ti avrei fatto compagnia, essendo una buona camminatrice. Magari per la prossima meta Un mio amico nel 1984 ha fatto la stessa cosa dalle Marche all’ India, Nepal e Tibet. A quei tempi non c’erano i cellulari né tantomeno internet. Mi ha raccontato cose bellissime ed una grande ospitalità da parte di tutti. Buon viaggio Trbkr
Grande arti! Sei un esempio e sei di ispirazione per molti, l’espressione pratica di cosa vuol dire raggiungere un obiettivo un passo alla volta, anche se sembra troppo distante!