Cento anni di Garbatella a Roma: cosa devi assolutamente vedere

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Era il 1920 quando Vittorio Emanuele III posò la prima pietra di fondazione del quartiere della Garbatella, con l’obiettivo di creare un quartiere residenziale che crescesse parallelamente allo sviluppo industriale della capitale e in particolar modo di Roma Sud che vicino aveva Testaccio e Ostiense. L’architettura di questo quartiere unisce la funzionalità con l’estetica, è stato uno dei primi quartieri pensato per il benessere della popolazione. Ispirato dal Garden City Movement inglese, si è dato spazio a giardini e orti dove il popolo potesse avere un ulteriore supporto coltivando autonomamente alcune verdure. Il quartiere è costruito a lotti, condividendo spazi importanti della vita quotidiana come lavatoi, stenditoi e cantine. I palazzi vengono comunemente chiamati villini in quanto sono edifici di massimo tre piani. Questo piano urbanistico doveva servire a chiamare in città gli abitanti dell’agro pontino, attutendo il trauma ambientale e facendogli mantenere il senso di comunità che è così importante nei paesini. Con l’avvento del fascismo il piano urbanistico cambiò drasticamente si preferì costruire grandi condomini a discapito di villini e giardini, ma per fortuna l’aspetto della Garbatella non venne completamente stravolto.

Negli anni ’50 la Garbatella si stabilizzò come un presidio fermo di sinistra, l’aspetto comunitario che l’architettura aveva favorito, cristallizzò un sentimento di classe.

Pasolini ce lo racconta come un quartiere popolare ma “de core” che spesso confliggeva con le baraccopoli circostanti provocando atti di violenza molto estremi.

Verso gli anni ‘70 e ’80 divenne il quartiere prescelto da artisti e nuovi ricchi di Roma come racconta Nanni Moretti in Caro Diario, il suo rimanere un quartiere verde non troppo lontano dal centro lo trasformarono in una zona residenziale molto ambita tra gli intellettuali di sinistra.

Nella seconda metà degli anni ’90 divenne anche esso scelto da moltissimi studenti che grazie all’Università di Roma Tre si sono spostati nella parte sud della città. Uno dei simboli di questa invasione giovanile lo vediamo nel Teatro Palladium ex cinema costruito nella seconda metà degli anni ’20 per dare uno sfogo ludico agli abitanti della borgata, ora diventato espressione della cultura e delle esigenze dell’Università di Roma.

In questo 2020 la Garbatella si autocelebra, con feste, mostre fotografiche, investimenti atti a creare centri digitali e startup tra queste strade.

Se pur ospitando il fermento giovanile, per molti anni la Garbatella ha mantenuto il suo sapore popolare autentico, un luogo verace dove ancora si poteva mangiare la vera cucina romanesca o sedersi fuori ad un bar a parlare di calcio con i vecchietti.

Tra i quartieri di cui vi ho parlato forse questo è l’ultimo che ha iniziato un processo di “riposizionamento” è da meno di cinque anni che iniziano a nascere nuovi spazi alla moda o attività creative.

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Dove Mangiare alla Garbatella:

Un locale sicuramente fuori dal comune è L’Ambretta, concept gastronomico che ha preso piede all’interno del Teatro Gabratella, l’idea è quella di creare un luogo che accolga i cittadini ad ogni ora e che dia la possibilità di farli incontrare, creando aperitivi, cene sociali, mercatini e serate a tema Lambretta.

Nelle sere d’estate, quando l’afa romana non perdona, concentrate la vostra serata intorno a Piazza Santa Eurosia, i posti più frequentati sono sicuramente l’Acino Brillo e Cucina in Piazza famoso per servire pesce fresco a prezzi contenuti, l’unico problema è che ha tavoli solo all’aperto quindi il meteo diventa una discriminante importante, ma a Roma noi siamo fortunati.

La cucina romana dalla Garbatella ha nei suoi racconti un personaggio “mitologico” femminile, una donna con i capelli verdi che cucina splendidamente, è la proprietaria del Ristoro degli Angeli, uno dei ristoranti più buoni della borgata. Fu uno dei primi ristoranti che diede un tocco più ricercato alle osterie romane di quartiere inserendo anche una cantina vinicola di grande spessore, infatti è praticamente sempre pieno.

I quartieri in divenire sono peni di contrasti, che a parer mio è quello che gli conferisce sempre più fascino, prendete Via Basilio Brollo, un lotto con piccole case a due piani con incise sui muri frasi della lotta di classe, c’è una scaletta a destra che porta al Ristorante La Nuova Cantinetta, osteria super popolare a gestione familiare, una di quelle in cui meglio se ci mangi nel week end altrimenti di viene un “abbiocco” come si dice a Roma, che non lavori per tutta la settimana, mentre di fronte ha da poco aperto La Latteria, a parer mio il locale con più stile contemporaneo della Garbatella. Luci soffuse sedie in pelle e tavoli riciclati, rigorosamente moscow mule in tazze di rame.

Inclusione e buona cucina la troviamo da One Sense, un ristorante molto particolare perché tutto il suo personale è non udente. La cucina è buona, italiana rielaborata, ha un bellissimo dehor per le giornate di sole.

La Maisonette Ristrot, un locale un po’ nascosto, che ha aperto le porte al pubblico già un paio di anni fa. Protagonisti una cucina giovane ma consapevole e un grande giardino accogliente, si definiscono Ristrot ossia un luogo a metà tra ristorante e bistrot.

La Casetta Rossa, un forno nel parco “Cavallo Pazzo”, nel cuore del quartiere, questo ristorante è una sorta di esperimento sociale, c’è cucina biologica  a km 0, organizzano spesso cene sociali, il ristorante è gestito da un collettivo che si occupa anche dei gruppi d’acquisto solidale e del forno sociale, aperto ogni giorno, dove è possibile infornare i propri prodotti come una volta.

In un quartiere come questo ogni mese si possono scoprire nuovi semi, piantati da qualcuno con la vista lunga che sa che la Garbatella si trova in uno dei suoi ciclici periodi di cambiamento e non è ancora chiaro in cosa si trasformerà, ma siamo tutti curiosi di vederlo.

Film ambientati alla Garbatella:

Questo quartiere ha ispirato moltissimi artisti e registi a cominciare dal primo dopoguerra, cercherò di raccogliere tutti i film che conosco ambientati in questo quartiere, disseminati negli ultimi 100 anni.

  1. Caro Diario di Nanni Moretti (’93)
  2. C’eravamo tanto amati di Ettore Scola (’74)
  3. Una vita violenta di Paolo Heusch e Brunello Rondi  (’62)
  4. Le ragazze di Piazza di Spagna di Luciano Emmer (’52)
  5. Audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy (’60)
  6. Chi nasce tondo di Alessandro Valori (2008)
  7. Mamma mia che impressione di Roberto Savarese (’51)
  8. Totò e Marcellino di Antonio Musu (’58)
  9. Vado a vivere da solo di Marco Risi (’82)
  10. Romanzo Criminale di Michele Placido (2005)
  11. I Cesaroni fiction italiana del 2005

Fu ovviamente teatro di molti libri di Pasolini, personaggio molto amato e commemorato da questo quartiere.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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