Anatomia dell’irrequietezza di Bruce Chatwin

Anatomia dell’Irrequietezza

di Bruce Chatwin

edito Gli Adelphi

Durante l’ultimo Festival della Letteratura di Viaggio, ho assistito ad un intervento della moglie di Bruce Chatwin, ammetto che è una donna che invidio molto. Credo che non deve essere stato facile sposare un uomo del genere.. ha detto che era sempre fuori che la lasciava molto sola, ma l’idea che un uomo così abbia scelto te tra tutte le altre, ti deve far sentire davvero speciale.

Anatomia dell’irrequietezza è un libro postumo, diciamo che qualcuno ha letto tutti i suoi scritti e ha capito che la caratteristica principale di Bruce era la sua impossibilità a stare fermo, la sua irrequietezza, come tutti i viaggiatori direi.

anatomia dell irrequietezzaForse non tutti sanno che Bruce come letteratura di viaggio ha scritto solo “In Patagonia” (e dici.. ti pare poco) ma tutte le altre sue opere sono romanzi.. spunti di verità infarcite da una fervida fantasia. Eppure si può diventare icona della letteratura di viaggio anche se nn si scrive sempre di viaggi, perchè essere irrequieti è uno stile di vita, non hai bisogno di chiuderlo in categorie o mestieri che lo giustifichino.

Reputo che ogni viaggiatore debba leggere questo testo, a maggior ragione se viaggia da solo, perchè sicuramente si identificherà in moltissimi pensieri intimi dell’autore.

Chatwin era un archeologo e poi mercante d’arte, ho sempre trovato un legame molto forte, tra storia, curiosità, rispetto e viaggio. Per me viaggiare non significa solo visitare tanti paesi, mettere le bandierine o come anno alcuni, farsi un selfie e ripartire, ma costruile e scoprire i legami.

Come dico spesso con i miei amici, quando farò un figlio, gli insegnerò la storia viaggiando, solcare i cammini letti sui libri ci fa capire molto di ieri e di oggi, leggere le differenze , le ragioni e i significati ci allontana dal ponere continualmente la nostra società al centro del tutto. Essere nomade perchè non esiste una sola verità, un solo luogo in cui si sta bene, un solo popolo che ti appartiene, ma ognuno scopre lati di te che non pensavi d’avere.

L’uomo umanizzandosi aveva acquisito insieme alle gambe dritte e al passo aitante un istinto migratorio, l’impulso a varcare lunghe distanze nel corso delle stagioni; questo impulso era inseparabile dal sistema nervoso centrale; e quando era tarpato da condizioni di vita sedentarie trovava sfogo nella violenza, nell’avidità nella ricerca di prestigio e nella smania del nuovo.

Forse per questo tutti i viaggiatori si assomigliano, forse per questo se stai da mesi sulla strada ti racconti quello che fai e non quello che hai , come invece si fa in città.

Personalmente amo molto di più i primi capitoli che gli ultimi, ma consiglio Anatomia dell’irrequietezza come uno dei must per ogni viaggiatore anche solo di fantasia.

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