24 East un libro per viaggiatori, un’esperienza vera.

Francesca Di Pietro Pubblicato il

A volte ci si pone le domande giuste, domande che ci spingono ad andare a cercare le risposte. Questo libro racconta la ricerca di una risposta in luoghi che sono lontani solo prima di arrivare, luoghi meravigliosi fatti di persone e di silenzio, fatti di stranezze e di strade assolate.

24 East è un viaggio nel Sud-Est asiatico, ma è anche un continuo confronto con la diversità, con culture nuove e sempre affascinanti. Dalla Malesia all’India, dall’Australia al Vietnam, questo è un libro che vuole condividere un’esperienza in maniera ironica e poetica. 24 East è un libro per Viaggiatori, ossia per coloro i quali riconoscono nella strada ed in quello che ci deve insegnare il vero scopo del viaggio. Ad esempio come nel racconto intitolato “Sei un bicchiere d’acqua”:

Fuori: spazi, uomini e donne mai incontrati prima, portatori di storie e verità di cui ignoriamo l’esistenza. Storie che non verranno a bussare alla tua porta o compariranno magicamente su di uno schermo. L’unica maniera per capirle davvero è uscire di casa e mettersi in cammino, lasciandosi alle spalle tutto quel che ci rappresenta o definisce.

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Sbagliata è l’idea secondo la quale allontanarsi dal posto in cui si è nati significa rinunciare a delle parti di se perché in questa maniera andare viene vissuto come una perdita. Questo è un pensiero pericoloso. È un po’ come affermare che noi siamo un quartiere, una strada, una mentalità e cultura precisa e che questo ci definisce per il resto della vita. Se fosse così facile che senso avrebbe aprire gli occhi e guardarci attorno? Si può invece immaginare di appartenere ad un posto ben più grande sospeso in un vuoto di cui sappiamo davvero poco, e che non solo sei parte di esso, ma ne sei profondamente legato, fatto della stessa materia e con un destino in comune.

È certo, almeno per la maggior parte di noi, che vi è una località, un ponte, un mattone che possiamo definire casa, ma quel posto non è altro che un punto di partenza – una mappa con una scritta “tu sei qui” – è il posto in cui sei nato e che conosci a memoria. Ma sapere dove si è nati genera in ogni individuo una domanda fondamentale: resto o vado via? Molti treni, aerei, coincidenze mancate, telefonate notturne, letti, pavimenti, cucine senza tovaglioli, salite, mappe disengate e indicazioni dopo mi hanno dato modo di pensarci. Sono giunto alla conclusione che restare o partire ha molto a che fare con la pioggia e con un bicchiere d’acqua.
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Restare significa avere il bicchiere pieno d’acqua, sicuro sotto un tetto mentre partire significa doversi liberare di un po’ di quell’acqua perché è più facile muoversi ed esporsi alla casualità del tempo. Alcuni giorni pioverà e potrai godere di acqua nuova e fresca, altri giorni saranno così caldi che rimpiangerai di non avere un tetto sopra la testa. Tu, la persona che ti porti dietro come una valigia, sei il bicchiere ed il gioco sta tutto nel saper gestire l’acqua. Non c’è una risposta giusta o sbagliata a quella domanda. Ci sono semplicemente persone a cui piace la pioggia ed altre a cui differenza del mondo.

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Il libro scritto da Carlo Convertini provoca alcuni effetti collaterali. Ad esempio spinge il lettore a mettersi in discussione ma soprattutto a mettersi in viaggio, come se si dovesse in qualche modo contribuire a quelle storie aggiungendovi le proprie partenze ed i propri arrivi. Per maggiori informazioni ed acquistare il libro online visita il sito:  http://24east.tumblr.com

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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