Nicky giro del mondo social per sfidare la teoria dei gradi di separazione

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Ciao! Sono Nicky, ho trent’anni e sono una viaggiatrice da poco prima di diventare maggiorenne. Mi occupo di comunicazione, strategia digitale, social media, eventi ed è un mondo che mi piace tantissimo. 

La bellezza di attimi di magia, di storie, di sogni mi ha sempre affascinato e oggi ho realizzato il mio: partire per un anno per il giro del mondo grazie ai miei contatti social (media). Potete seguire il viaggio su Il Filo di Nicky.

1. Cosa ti ha spinto ad iniziare questa avventura?

L’amore per la vita. Stavo facendo il mio lavoro prima di partire, quello che amo cosí tanto dal riuscir a commuovermi ancora per un evento particolarmente emozionante o una campagna ben riuscita.

Ti dirai, perchè l’hai lasciato? Perchè avevo bisogno di riempirmi gli occhi di cose nuove, perchè la routine era diventata cosí ripetitiva che il più grande azzardo era ormai ridotto al chiedere la brioches al cioccolato anzichè alla marmellata la mattina al bar sotto l’ufficio.

Avevo bisogno di ricostruirmi, rimettermi alla prova fuori da un contesto che ormai era diventato “sicuro”. Oggi non ho ancora una famiglia mia, posso permettermi di scommettere ancora una volta su me stessa e vedremo come andrà.

2. Quale è la sfida che c’è dietro?

Secondo la versione moderna della teoria dei gradi di separazione, grazie ai social media questi sembrano esser scesi a 3 1/2 e quindi non dovrebbe esser difficile trovare sempre qualcuno a darmi il benvenuto ovunque io vada nel mondo, no?

Beh, ora sono quattro mesi che sono in viaggio ed in effetti no, non è difficile e al contrario è pazzesco il meccanismo che si mette in moto e come diventi automaticamente amico di qualcuno per osmosi, solo perchè è amico di un tuo amico! Si creano relazioni che tante volte fanno quel “click” già nel momento in cui ti incontri e sai che hai trovato una nuova persona speciale che da quel momento farà parte della tua vita.

3.Tu stai viaggiando solamente ospitata?

No no, diciamo un 60% ospitata e un 40% con Airbnb o hotel. Sarebbe impensabile esser ospitata sempre in primis per una questione di salute fisico/mentale e poi perchè non in tutte le culture è vista come una cosa semplice e naturale come lo può essere per noi.

In Vietnam, ad esempio, se si ospita qualcuno anche solo per una notte bisogna andar a denunciarlo alla polizia con tanto di burocrazia annessa, o ancora in India non è frequente che qualcuno di esterno al nucleo famigliare venga accolto a dormire in casa. Nel mio caso sono stata ospitata in entrambi gli Stati, ma non per il mio intero soggiorno.

In un viaggio cosí lungo in cui cambi in continuazione luogo, punti di riferimento, abitudini, cibo, moneta, lingua e cultura hai per forza bisogno di momenti in cui stai da sola e riposi. Quindi ogni tanto mi coccolo con un bel posticino dove immancabilmente faccio un impacco ai capelli, la ceretta, le unghie e una gran dormita. Questo ormai è il mio lusso: aver i capelli profumati!

Capita anche quando sono in viaggio e faccio tappe molto brevi che prenda una stanza per non andar a disturbar qualcuno solo per un letto: sarebbe davvero poco carino. È un modo per conoscere le persone, non per approfittarne.

4. In base a cosa costruisci l’itinerario?

Hai presente la lista “le cento cose da vedere prima di morire”? Ognuno di noi ne ha una sua personale. Beh, ho preso la mia e ho cercato di far coincidere più luoghi possibili durante questo giro.

I dettagli, invece, si definiscono strada facendo in base ai consigli che gli amici (o amici di amici) ti danno, i tempi e il budget a disposizione.

5. Cosa ti sta dando questo viaggio che non trovavi a casa?

Il tempo. Sembra un paradosso perchè sto schizzando come una trottola da un lato all’altro ma ora ho tempo per guardare un tramonto in santa pace, di dormire la mattina un’ora in più se mi va, di leggere un libro e scrivere.

È la cosa più preziosa che abbiamo il tempo, ora sono padrona di gestirlo come meglio credo e godere di ogni singolo momento.

6. Rappresenta una pausa o un inizio si un nuovo modo di vivere?

Assolutamente un inizio! Ho immaginato, definito, plasmato questo progetto per due anni e spero mi porterà molto più lontana di quanto non sia già oggi (…E guarda che sono in Cambogia!)

Quando si parte si ricomincia sempre, difficile mettersi davvero in pausa a meno che non si vada ad arenarsi in qualche spiaggia: ma quello è andare in vacanza, ben diverso dal viaggiare.

7. Essere così intrecciata con la tecnologia non ti sta allontanando dalla libertà della strada?

È un gioco di equilibri come in tutte le cose. Certo che vedere il mondo attraverso gli occhi e non lo smartphone ha tutto un altro sapore ma, come diceva il mio insegnante di marketing in università “se non lo sa nessuno, non esiste” e io voglio che esista non solo per me.

Mi sento dire spesso “stiamo viaggiando con te” e è bellissimo! La condivisione è quello che rende ogni attimo più speciale e senza tecnologia tutto questo non sarebbe possibile.

8. L’incontro che nn dimenticherai mai..

Difficile dirlo, sono tanti e ogni volta legati a occhi sinceri e mani forti. Il mondo è fatto di persone e le persone sono fatte di storie, ognuna diversa ma in qualche modo legata. Impari ogni giorno.

9. Cosa diresti a chi vuole prendersi un anno sabatico e non ha trovato il coraggio?

In realtà nemmeno io sono molto per gli anni sabatici: star un anno con le mani in mano in un mondo che corre a 300km/h non mi sembra un’idea furbissima se hai mire di carriera.

Però sono molto favorevole ai cambiamenti: siamo fatti per evolverci o saremmo ancora a camminare a quattro zampe. Più sappiamo più miglioriamo è più miglioriamo più saremo felici.

Se però siamo ad un bivio e non sappiamo proprio cosa fare della nostra vita, allora partire potrebbe esser in modo per vedere la nostra vita da un punto di vista diverso e forse ci sembrerà più chiara la strada da prendere.

10. Con che bagaglio viaggi?

Ho un trolley gigante che funge da guardaroba che lascio nella città dove arrivo e da cui prima o poi ripartirò con tutto quello che non mi serve: se mi trovo in climi caldi porterò con me vestitini e costumi da bagno lasciando giacche e maglioni e viceversa.

Con me uno zaino blu (che ormai è come se fosse il mio compagno di viaggio) con tutto il necessario e un sacco a pelo.

Quando volo imbarco entrambi e tengo con me solo la borsa con un maglioncino, un foulard e la tecnologia così da viaggiare leggera.

23 – 29 Luglio 6-12 Agosto

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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