Viaggiare da soli in Sudan per 3 mesi – un viaggio traboccante
Sono Angelo Calianno, ho 36 anni e la mia vita ha sempre ruotato attorno al viaggio, da circa 14 anni scrivo e fotografo come free lance da zone considerate “complicate” del mondo, questo lavoro è nato prima per la pura passione di vivere esperienze in luoghi di cui si parlava poco e in seguito ho sentito la necessità di raccontare e dar voce a chi non ne ha, molte delle storie che racconto le ho raccolte nel mio sito internet www.senzacodice.com (fb: senzacodice.com; twitter: @Senza_Codice
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Sudan: nord sud? Perchè hai scelto di passarci 3 mesi da solo?
Sono stato nel Sudan oggi chiamato del nord, anche se questa divisione da quelle parti è abbastanza indicativa perché, anche se si è deciso di tracciare un confine tra Sudan del Nord e Sudan del sud, gli stati come quello del Kordofan si sentono più vicini culturalmente al sud pur essendo geograficamente a nord, quindi direi che la zona in cui ho passato più tempo la chiamerei la parte sud del Nord Sudan.
Ho deciso di andarci perché da questo angolo di mondo non arrivano quasi più notizie, c’è una grande emergenza umanitaria, una guerra civile alle porte, l’area è vietata a ONG e osservatori occidentali, volevo raccontare quello che sta succedendo, farlo in solitaria è sempre stata la scelta più logica in luoghi come questi, se dovesse esserci una situazione di pericolo conosco i miei tempi e devo preoccuparmi solo della mia incolumità, strettamente legato al lavoro poi, preferisco muovermi da solo dando poco nell’occhio piuttosto che con un’ intera troupe televisiva che monta uno spettacolo ad arte.
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Si ha ancora parecchio timore in Italia rispetto al viaggiare da soli nell’Africa Nera, tu cosa ne pensi è davvero pericoloso?
Dipende in quali luoghi, si ha la tendenza a considerare l’Africa come uno Stato solo ma è un continente, è diversissimo da Stato a Stato e nelle stesse nazioni ci sono differenze abissali tra etnie ed aree geografiche quindi la prima distinzione da fare è questa, l’Africa è talmente grande che paragonarne le sue nazioni sarebbe come paragonare un viaggio in Italia con uno in Svezia. Detto questo alcune zone sono magiche e ospitali mentre altre veramente pericolose, non per un odio rispetto agli occidentali, ma per le continue guerre tribali, conflitti dovuti al petrolio e risorse minerarie o la fame che porta a rapine sommarie, nonostante questo la maggior parte della gente, che con queste violenze non c’entra nulla, è sempre ospitale e gentile con qualsiasi viaggiatore.
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Quali raccomandazioni servono per viaggiare in Africa da soli?
Le raccomandazioni che darei variano da luogo a luogo, difficile darne una in generale, se dovessi farlo direi sempre: il rispetto per i costumi locali, se il paese che si visita ha delle regole islamiche ferree, anche se non ci sembra giusto, rispettiamole, se i costumi ci impongono di coprirci, facciamolo, non avete idea di come alcuni nostri comportamenti possono essere presi come offesa personale, consigli pratici è: attenti all’ acqua, cibo cotto, zanzariera e dormire nel proprio sacco a pelo, eviterete di farvi decine di vaccini che lasciano il tempo che trovano.
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Come cambia il tuo concetto di tempo quando attraversi l’Africa?
Il mio personale concetto di tempo lì non esiste più, nella maggior parte degli Stati africani la parola da usare come mantra è:” calma”, gli autobus partono quando sono pieni, si possono aspettare ore in alcune fermate e trascorrere giorni in uffici per ottenere visti e permessi, meglio rilassarsi e usare quel tempo a nostro favore per fare due chiacchiere, leggere e scrivere.
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Mi hai detto che racconti le storie che la gente ti raccontava, quale era la cosa che tutti volevano “raccontarti”?
Il Sudan è un luogo enorme e pieno di storie, queste variavano da regione a regione, i profughi mi raccontavano di come erano fuggiti e dei soprusi che subivano dal governo, i ragazzi giovani in città ci tenevano a raccontarmi che studi avrebbero voluto intraprendere e i loro sogni, la maggior parte mi hanno raccontato della storia della loro vita, tantissimi invece volevano sapere com’è la vita in occidente, se è così come la leggono sui giornali e in tv e soprattutto il perché io fossi lì e cosa pensassi del Sudan.
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Come è la situazione in Sudan rispetto a quello che dicono i media tradizionali?
Come risposta a bruciapelo direi “ caotica”, i media tradizionali non si occupano quasi più del Sudan e quando lo fanno parlano solo del Darfur, situazione ormai in crisi dal 2003, in realtà è molto più grave, il governo bombarda i ribelli negli Stati del sud infischiandosene dei civili, la capitale affonda tra corruzione e affaristi (sauditi con il petrolio, traffico di prostitute), ci sono 6 milioni di profughi che vagano per una nazione intera e decine di culture tribali prese in mezzo da un caos generale di guerre che non comprendono.
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Pensi che sia un luogo anche aperto al turismo? Ovviamente di nicchia ma diciamo a chi vuole conoscere quel popolo e la sua storia?
Lo è una parte, la parte a nord, è facilmente visitabile, ospitale e incontaminata dalle masse, è la parte ai confini con l’Egitto con le splendide piramidi dei faraoni neri, la storica “Nubia”; il mar rosso dal lato sudanese poi è splendido con una delle barriere coralline più belle del mondo e non toccata per niente dal turismo, uno spettacolo. Dalla capitale verso sud ci sarebbero bellissimi scenari naturali come le montagne del Nuba tra gli alberi di ebano, ma da anni sono teatro degli scontri più violenti tra governo e ribelli, sono i luoghi da dove ho raccontato la situazione attuale.
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Cosa ti ha dato il Sudan?
Come sempre accade in Africa il Sudan mi ha restituito il senso della realtà, mi ha ricordato quanto futili possano essere in nostri problemi in occidente. Quando ti trovi davanti ad un anziano che ha lavorato tutta una vita e di colpo ha perso tutto per un bombardamento, e lo vedi rovistare nell’ immondizia di chi vive nei “palazzi” degli occidentali, di certo i tuoi problemi si ridimensionano e di parecchio.
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Cosa ti ha insegnato come persona attraversare quelle terre?
Attraverso questo tipo di luoghi da tanto tempo, devo dire che il Sudan fatto in solitaria non è un viaggio che avrei fatto 10 anni fa, ci sono voluti anni di esperienza e situazioni per attraversare alcuni luoghi da solo con poca conoscenza della lingua e praticamente quasi nessuna fonte di informazione, forse mi ha insegnato che per ogni luogo da visitare c’è un tempo giusto che va di pari passo con la nostra crescita personale.
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Un aggettivo per descrivere questa esperienza?
TRABOCCANTE