Superjab il viaggio interattivo di Angelo dove la community sceglie

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Angelo Lo Presti, in arte Superjab, 30 anni. Viaggio da undici anni e ho visitato più di trentacinque nazioni e vissuto in Italia, Inghilterra, Australia, Canada e Germania. Da Gennaio 2015 sono il protagonista di un’avventura interattiva.

Un viaggio da Cuba alla Terra del Fuoco nel quale tutte le tappe vengono decise da un pubblico. Il mio ruolo è di filmare l’esperienza e condividerla attraverso dei vlog settimanali.

1. Ci racconti che cosa è il progetto SuperJab?

Molta gente è convinta che per viaggiare e vivere una vita non convenzionale bisogna essere speciali, che bisogna avere “fortuna”.

Cosi ho inventato Superjab, il supereroe dell’avventura. Ovviamente non ho nessun super potere e mi sento una persona “normale che vive una vita “anormale”.

Il nome Superjab si ispira ai personaggi dei cartoni animati, fumetti e film d’azione. Da piccolo sono sempre stato affascinato dalle storie dei miei super eroi preferiti e la mia professione di artista per film di animazione hanno avuto una forte influenza in questo progetto.

superjab angelo lo presti
Foto di Alex Jones


Utilizzare l’idea di un personaggio dalle doti comuni che decide di viaggiare per il mondo è un modo per prendersi un pò in giro, mi allettava e diciamo che calza a pennello con la mia personalità.

2. Cosa ti ha spinto a creare un “viaggio collaborativo ” invece di essere tu a seguire i tuoi gusti??

I miei primi lunghi viaggi nascono dall’esigenza di sfidare me stesso e dall’insaziabile curiosità di conoscere il mondo.

Sono dei percorsi introspettivi e di ricerca personale e quindi non ho sentito l’esigenza di documentarli.

Sfortunatamente però è difficile raccontare quei momenti vissuti in paesi esotici e condividere con le persone lontane le emozioni di una vita ricca di scoperte, eventi casuali, incontri e continue sfide.

In questo viaggio quindi ho deciso di cambiare approccio. L’obiettivo è di condividere il percorso in maniera integrale e reale per dimostrare che viaggiare è possibile.

superjab viaggio interattivo

Inizialmente volevo creare un documentario. Però mi serviva qualcosa di più coinvolgente per attirare le persone a seguire la mia avventura. Mi serviva qualcosa che mi differenziasse in un campo saturo di blogs di viaggiatori.

Decisi quindi di creare un format unico nel suo genere.

Filmare tutta l’esperienza e condividerla in episodi settimanali come una serie TV diventò il metodo più innovativo.

In questa maniera il pubblico può conoscermi meglio, e il format settimanale mi permette un maggiore coinvolgimento e suspense che generano più curiosità e interesse nel pubblico.

L’idea di far scegliere a loro le tappe è nata una sera tra amici. Si parlava delle storie a fumetti di Paperino, e un mio amico mi disse: “Le mie storie preferite sono quelle dove si sceglie la pagina seguente per far proseguire la storia”.

Un’idea un pò pazza che mi affascinò. (Giacomo, se stai leggendo questa intervista, grazie!)

Dare la possibilità alle persone di scegliere il percorso è fondamentale perchè coinvolge la gente a vedere gli episodi video settimanali e a scoprire come le loro scelte influenzano il percorso.

3. Che tipo di relazione hai creato con la tua community on line?

Siamo abituati a vedere l’isola dei famosi, uomo vs natura, o programmi fatti a tavolino dove la linea tra verità e finzione non è mai chiara.

Il mio modo di comunicare con la gente è genuino, le esperienze che vivo sono vere, e le condivido senza censure, quando accadono, nel bene e nel male.

Questo modo di relazionarmi con le persone che mi seguono è importante perchè da la possibilità a loro di immedesimarsi più facilmente in me e in questo percorso.

Non posso di certo competere con un programma televisivo dai budget milionari, però posso portare avanti un messaggio di speranza, un messaggio vero.

Le persone che mi seguono si identificano con me, e mi guardano come un amico, non come una star. In questo modo diventa più facile per loro convincersi che possono essere in grado di fare un percorso del genere.

Da quando ho iniziato, ho ricevuto tante email di persone che sono state gentili e mi hanno motivato ad andare avanti.

Alcuni di loro hanno addirittura prenotato i loro primi viaggi a lungo termine e questa per me è una delle soddisfazioni più grandi.

Sapere di aver ispirato qualcuno a viaggiare è una grande vittoria per me.

4. Nella pratica come racconti i tuoi viaggi attraverso i video? come li giri, come li monti?

Quello che succede dietro le quinte è un lavoro che richiede tanta professionalita, passione, pazienza, determinazione e tempo.

Ogni giorno filmo dai 50 ai 200 video che vanno dai 6 secondi ai 40 secondi.

Quindi, quando monto il video della settimana, ho di fronte 500-700 video e più di 3 ore di filmati che devo ridurre in una storia di 7,8 minuti!

Ogni episodio del viaggio interattivo richiede 8, 9 ore solo per il montaggio.

Successivamente l’ostacolo principale è il caricamento dei video su YouTube. Essendo sempre in viaggio, devo sempre prevedere in anticipo problemi di connessione internet e l’impossiblità di poter lavorare.

superjab viaggio interattivo angelo lo presti

Inoltre ogni giorno nei miei canali sociali, twitter, facebook ecc.. condivido foto, pensieri e aggiornamenti. Questi devono essere prestabiliti in anticipo per mantenere il pubblico coinvolto e aggiornato in tempo reale.

Inoltre, per gli iscritti al sito superjab.com scrivo una serie di emails che raccontano scoperte di viaggio, esperienze e pensieri, queste vengono condivise settimanalmente e si aggiungono alla mole di lavoro.

Per concludere devo gestire il sito, le votazioni, creare dei video mensili promozionali, fare marketing, interagire con la community e condividere i miei contenuti in altri canali e gruppi.

Senza dimenticarsi che non so mai dove sono veramente e che devo, in qualche modo, trovare il modo di andare avanti e organizzare il viaggio dal punto di vista economico, logistico e tempistico.

Molti paesi che visito sono in via di sviluppo o molto poveri e quindi le difficoltà sono maggiori.

Il mio budget è molto limitato, quindi oltre alle evidenti difficoltà negli spostamenti, alle poche comodità e alle grandi distanze, molto spesso mi ritrovo in posti remoti in uno dei continenti più grandi del mondo.

5. Se tu vuoi andare da una parte e la community di dice il contrario?? Come gestisci la “frustrazione” o cerchi di trovare una soluzione alternativa?

Credo fortemente che viaggiare sia un obbligo che dobbiamo a noi stessi e che non è importante il luogo che visitiamo, ma come lo visitiamo.

Generalmente questo messaggio non viene colto dalle persone che vivono una vita troppo distante dalle mie esperienze. Per loro i miei viaggi, cosi come il mio stile di vita, sembrano irraggiungibili.

Molta gente ha paura di viaggiare perchè non riesce ad abbandonare un ambiente sicuro nel quale pensa di conoscere tutto, per un mondo completamente nuovo.

Tanti cercano tutte le infomazioni necessarie sperando di costruire il viaggio “perfetto”, ma il più delle volte rimangono delusi perchè le loro aspettative sono irreali.

Non ci saranno mai abbastanza informazioni per soddisfare la casualità degli eventi.

Per esempio, è inevitabile incontrare ostacoli e difficoltà in questo percorso di un anno in più di 20 nazioni diverse, quindi che senso ha cercare di prevederli?

Avere un piano, o un itinerario generico va bene, ma ho imparato che gli avvenimenti migliori nella vita sono quelli inaspettati, quelli che non abbiamo previsto.

La magia della vita avviene negli istanti quando si ha il coraggio di intraprendere un percorso che non conosciamo.

Non c’è frustrazione, perchè in fondo pensare di avere il controllo della propria vita è solo un’illusione.

Credo che sia molto più facile lasciarsi andare e come dico sempre:

  1. Aspettative ZERO

  2. Continuare a rimbalzare

  3. Trovare il lato positivo in qualsiasi situazione

E quindi, in questo viaggio lascio che siano la casualità e gli eventi che si presentano a decidere del mio destino.

Dare la possibilità alla gente di scegliere rende il viaggio più imprevedibile e mi spinge a vivere al meglio ogni destinazione e a scoprire il meglio in ogni luogo.

Inoltre, questo metodo comunica un altro importante messaggio. Vivere il momento.

Questo fattore posso controllarlo, perchè dipende da me, e per me è li il vero segreto della felicità.

6. Che cosa vuoi trasmettere nel tuo progetto?

Viaggiare è importante per la formazione di una persona, per crescere, imparare a conoscere il mondo e noi stessi.

Purtroppo, la società ci ha insegnato a tarparci le ali e a non credere nei nostri sogni. Ci ha indottrinato a metterci la testa a posto, a conformarci e ad accontentarci. E così, la maggior parte delle persone vive una vita fatta di tappe scritte e decise da altri.

Si va a scuola, ci si diploma, università, per quei pochi che se lo possono permettere, si cerca un lavoro “sicuro”, ci si sposa e si fa una famiglia, e intanto la vita vola via. In questo percorso ci sentiamo i padroni del nostro futuro, ma stiamo semplicemente seguendo un disegno che qualcun altro ha deciso per noi.

Io voglio trasmettere un’alternativa a tutto questo.

Voglio dimostrare che se io posso viaggiare per un anno, senza nemmeno conoscere le mete del mio percorso, qualsiasi persona può intraprendere un’avventura di viaggio e scoprire il mondo. Voglio dare la possibilità alla gente di sentirsi parte di questa avventura e non di essere solo degli spettatori. Condividendo tutto quello che succede, le persone possono finalmente vivere con me le esperienze che vivo e il percorso in tutta la sua evoluzione. Sono convinto che questo metodo sia quello più efficace per raccontare un viaggio e per motivare le persone a credere di più in se stessi e a seguire i loro sogni.

Superjab vblog

7. Come stai finanziando il tuo progetto?

Il progetto, cosi come tutto il viaggio è interamente finanziato da me.

Negli anni precedenti ad esso ho lavorato e desistito al fascino di vivere una vita che non potevo permettermi, una vita fatta di tante cose, ma in fondo vuota.

La maggior parte del denaro che guadagnavo lo mettevo da parte e devolvevo tutto il mio tempo a cercare la felicità dentro di me e non fuori di me.

Lo scrittore Henry van Dyke disse che la felicità è una cosa interiore, non esteriore; infatti non dipende da ciò che abbiamo, ma da ciò che siamo.

Fortunatamente le esperienze passate mi hanno insegnato molto sulla mia persona, i miei punti di forza, le mie debolezze e ad essere felice con poco.

Naturalmente, come ogni essere umano, anche io cerco l’approvazione delle persone accanto a me, ma la differenza è che non lascio agli altri il compito di forgiare il mio essere.

Anche perchè è facile cadere nella trappola della pressione sociale, e nel volere dimostrare di essere chi non si è per far parte di un gruppo o di un elite. E cosi, molte persone vivono una vita che non gli appartiene e cercano di soddisfare le aspettative, i desideri e le esigenze degli altri.

Cercano d’impressionarli con il loro falso stato sociale e vivono una vita che non si possono permettere economicamente. Io ho sempre cercato di vivere una vita modesta e semplice. L’influenza della mia famiglia e gli insegnamenti dei miei genitori hanno avuto un ruolo importante nel mio percorso di vita.

superjab vblog interattivo

Quindi, per me non era un sacrificio non comprare l’ultimo modello di cellulare, o prendere il bus o girare in bicicletta invece che compare una macchina.

Era solo il prezzo che dovevo pagare per vivere la vita dei miei sogni.

Ho anche un rapporto molto selettivo e minimalista con quei pochi e intercambiabili oggetti che mi circondano e viaggiando molto, ho imparato a vivere con poco.

Ho imparato che nella vita sono le esperienze ad arricchirci e non i beni materiali. E quindi il mio obiettivo personale è continuare a collezionare memorie e conoscenza e non frivoli oggetti.

8. Che tipo di incontro ti ha dato di più?

Sono tanti i momenti che ricordo con piacere e con emozione. Molte volte quelli più speciali si nascondono dietro la semplicità. Come per esempio il sorriso di una bambina che ti sbircia con curiosità, la gentilezza di un estraneo che ti regala un biscotto, gli occhi di una persona innamorata. Viaggiare ti costringe a confrontarti con il mondo, con te stesso e con i tuoi limiti fisici, mentali e psicologici. Nel viaggiare ci si di da e si riceve in maniera multilaterale e ogni scambio è reciproco, non unidirezionale.

Credo che non sia corretto selezionare un incontro e renderlo più speciale degli altri, perchè si rischierebbe di denigrare tutto il resto.

Per me, tutti i momenti e le fasi della vita, come anche di questo viaggio, sono stati e continueranno ad essere importanti nella formazione e nell’evoluzione della mia persona.

superjab in viaggio da 11 anni

Quelli piacevoli mi riempiranno di gioia, quelli sgradevoli saranno ricchi d’insegnamenti e mi modelleranno il carattere.

Viaggiare solo e per lunghi periodi di tempo ti offre tantissime opportunità per scoprire nuove emozioni.

Il processo di selezione dei ricordi avviene in maniera autonoma, indipendentemente dai nostri desideri. Non siamo noi a scegliere quale esperienze diventerà un ricordo e quale sfumerà col tempo.

L’importante però è essere sempre presente e vivere ogni esperienza al massimo.

9. Una cosa che non pensavi su di te che hai scoperto in viaggio.

Come ho scritto precedentemente, sono in viaggio perpetuo da tanti anni e ogni percorso mi ha regalato innumerevoli insegnamenti, ricordi ed emozioni.

Quello che ho compreso nel tempo è che viaggiare è una scoperta interiore prima che esteriore.

Solo quando ci s’impara a conoscere veramente si può offrire al mondo il meglio di noi stessi.

E quando questo avviene, l’universo ci regala i doni più preziosi.

Ho imparato che il primo passo spetta sempre e solo a noi, dobbiamo essere noi ad avere il coraggio di dire SI.

Viaggiare soli significa prendersi cura di se stessi, imparare a volersi bene, ad accettarsi, a migliorarci e a paragornarci con il nostro passato e non con gli altri.

Il viaggio diventa un processo di pulizia interiore, di selezione, di sfumature.

Con il tempo si comprende che tutto quello che desideriamo vive già dentro di noi, e il nostro compito e di sapersi ascoltare e di tirare fuori la persona che vogliamo essere.

Michelangelo diceva che ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé ed è compito dello scultore scoprirla.

Questo concetto è applicabile alla nostra persona.

In fondo, dietro tutte le maschere e gli abiti che indossiamo, ai ruoli che ricopriamo nella nostra vita, alle responsabilità, desideri, aspirazioni e ansie, nascosto nel profondo di noi stessi vive il nostro essere.

E credo che il nostro compito è quello di andare a scoprilo.

sperjab in viaggio per un anno

10. Con quanti kili viaggi e quali sono le cose più importanti da mettere in uno zaino?

Ho uno zaino di quasi 13kg, e i vestiti che ho con me mi danno l’opportunità di affrontare qualsiasi condizione climatica.

Potrei viaggiare con meno, ma in questo viaggio ho anche un portatile, un hard disk esterno, una camera, un telefonino e vari cavi, adattori e carica batterie. Questi sono gli strumenti indispensabili per poter lavorare al mio progetto.

Lo stile minimalista che vivo mi aiuta ad essere estremamente selettivo e credo che organizzare uno zaino ideale per un lungo viaggio sia una forma d’arte in se stesso.

Il processo di selezione è principalmente un processo di confronto psicologico delle nostre paure.

La paura di ritrovarci senza “quell’oggetto indispensabile” ci provoca l’ansia di portare più di quello di cui abbiamo veramente bisogno.

Ma sinceramente, in tutti questi viaggi, non ho mai desiderato di avere “quell’oggetto indispensabile”. Se mai, ho desiderato di avere meno oggetti e capi inutili.

Ho scritto un articolo interessante che analizza tutto il processo di selezione e che sicuramente può aiutare meglio a spiegare questo concetto: http://www.superjab.com/travel-guide-chapter8/

In generale, è sempre meglio portare meno cose, perchè ogni oggetto ha un suo peso specifico, emotivo e psicologico.

Portare cose che sono facilmente sostituibili e di poco valore sicuramente giova ad una maggiore tranquillità mentale.

Una cosa che non manca mai nel mio zaino sono dei semi di albero.

In qualsiasi posto che vado raccolgo o compro semi di alberi che dono a persone di altre nazioni. Il gesto di donare un seme d’albero ha un significato molto importante per me. Prima di tutto, regalare un dono ad un’altra persona è un segno di gentilezza e rispetto. In secondo luogo, immagina quando quell’albero crescerà in un nuovo paese, saranno multeplici gli elementi che beneficeranno di questo dono speciale.

La persona con l’albero coglierà i suoi frutti e avrà un dono eterno e un ricordo del nostro incontro indelebile nella sua memoria, e il mondo avrà un nuovo albero.

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Per seguire il viaggio di Angelo potete trovarlo su superjab.com

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Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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