Mauro: tutti i parchi di UK in solitaria per raccogliere fondi per il cancro
Sono Mauro, ho 59 anni e da 12 vivo in Inghilterra. Sono sempre stato appassionato di viaggi e, dopo aver scorazzato per l’Europa, all’eta’ di 21 anni ho lasciato l’Italia, intenzionato ad esplorare gli altri continenti. Il mio lavoro di istruttore subacqueo, un’altra grande passione, mi ha aiutato molto consentendomi di lavorare stagionalmente in moltissime località, sopratutto ai tropici, per poi approfittare della bassa stagione per conoscere il paese in cui mi trovavo. In questo modo sono riuscito a viaggiare per almeno sei mesi consecutivi ogni anno. A parte Artide ed Antartide, ho girovagato ampiamente in tutti gli altri continenti, praticamente viaggiando ininterrottamente per 25 anni. Ho sempre preferito mete un po’ remote, isolate e poco turistiche, dove la nature è ancora quasi incontaminata ed è necessario sapersi adattare.
-
Raccontaci come mai hai deciso di compiere questa impresa epica
Negli ultimi anni ho cambiato lavoro e sono diventato più sedentario, facendo una vita più normale in modo da dare a mia figlia l’opportunità di avere stabilità durante l’educazione scolastica. Così ho deciso di esplorare quelli che sono gli spazi più “selvaggi” del paese nel quale mi trovo, senza dover viaggiare all’estero. Per aggiungere un elemento di avventura ho avuto l’idea di attraversare tutti i parchi nazionali del Regno Unito e di farlo in solitaria e senza supporto (cioè portandomi tutto il necessario per mangiare, dormire ed essere autosufficiente) oltre a transitare sempre dal punto di massima elevazione.
-
Il tuo viaggio ha anche una finalità sociale ce la racconti?
Qui nel Regno Unito si usa molto affrontare vari “challenges” per incoraggiare la gente a fare donazioni in beneficienza: c’è chi corre maratone, chi si rasa i capelli a zero, chi si paracaduta, ho pensato che combinare le mie piccolo avventure con qualcosa di socialmente positivo fosse uno stimolo personale in più.
Tre anni fa sono fortunatamente sopravvissuto al cancro, il che mi ha fatto capire quanto sia importante finanziare la ricerca in questo settore se vogliamo aver la possibilità di rendere curabili tutti i tipi di cancro al più presto, ho quindi associato le mie micro-spedizioni con enti di beneficienza legati alla ricerca, alla cura e d alla prevenzione del cancro. Per adesso ho raccolto quasi 3.000 Sterline in donazioni.
-
Come mai hai scelto poprio di visitare i parchi?
Due cose mi hanno attratto: innanzitutto sono aree di estrema bellezza paesaggistica, poi sono anche le parti del paese che sono meno urbanizzate ed hanno una densità di popolazione bassissima rispetto al resto, per cui la natura è ancora predominante. Il contatto con la natura e l’assenza di “civilizzazione” sono elementi importanti nei miei viaggi.
-
Quali hai visitato ad oggi?
Per adesso ho concluso cinque traversate, tra un divieto di viaggiare e l’altro. Ho iniziato nel 2020 con un trekking di tre giorni attraverso l’Exmoor National Park seguito qualche settimana dopo da sei giorni in kayak attraverso il Norfolk Broad National Park e poi tre giorni in Mountain bike nel New Forest National Park.
Nel 2021 ho fatto un altro trekking di cinque giorni attraverso il Peak District National Park e ho concluso con quattro giorni in Mountain bike per attraversare il South Downs National Park.
-
Quali sono i programmi per il 2022?
Per quest’anno ho intenzione di attraversare, sempre a piedi, il Dartmoor National Park, Il Breacon Beacons National ParK e il North York Moors National Park. In totale sono circa 230 Km di terreno, in prevalenza montagnoso.
-
In che modo ti sei organizzato?
Visto che devo portarmi tutto nello zaino, cerco di avere l’indispensabile e allo stesso tempo ridurre il peso al minimo.
Ho una tenda monoposto “ultralight”, un sacco a pelo ed un materassino gonfiabile, un fornellino a gas, razioni di cibo disidratato a sufficienza per i giorni di durata previsti e solo il vestiario indispensabile.L’acqua la devo trovare lungo il percorso.
Mi limito ad un peso massimo di 15 Kg in tutto, in modo da potermi muovere abbastanza velocemente e senza troppo sforzo. Per viaggi di questo tipo bisogna sempre raggiungere un compromesso tra comfort, sicurezza e peso, di solito si sacrifica il comfort a scapito del peso.
-
Cosa vuol dire per te a livello personale riuscire in questa impresa?
Se riesco a portarla a termine con successo sarà una grossa soddisfazione anche perché è un impresa che non è stata compiuta in precedenza. Spero anche di ispirare un po’ di gente, sopratutto nella mia fascia d’età ma non solo, ad avventurarsi all’aria aperta e, indubbiamente, spero nel mio piccolo di dare un aiuto nella lotta contro il cancro, grazie alla generosità dei miei sostenitori. Quest’ultima rimane sempre la motivazione principale!
-
Un incontro indimenticabile ad oggi
Sono stato molto fortunato fino ad ora e, passando molto tempo in natura ho avuto un’infinità di incontri spettacolari! Mi troverei in difficoltà a dover sceglierne uno, ma metterei in primo posto i giganti del mare: mante, squali balena, delfini, balene, squali martello.
Un altro incontro che non dimenticherò mai, anche se la taglia dell’animale è decisamente meno impressionante, è stato quello con un ornitorinco, in un ruscello della Tasmania; sembra che siano rari da avvistare, anche perché sono prevalentemente notturni. Per puro caso sono sceso al ruscello a tarda sera, poco prima del tramonto, per scattare qualche foto vicino ad una cascatella che mi aveva colpito. Nella pozza alla base della cascata c’era un ornitorinco che nuotava a pelo d’acqua!
Per chi fosse interessato potete seguire, Mauro Solive su Facebook e Instagram e se vi interessa supportare la sua raccolta fondi a sostegno della ricerca contro il cancro potete fare una donazione a questo link |