Maddalena: viaggio sostenibile dal Veneto al Sudamerica senza aerei

Nicole Tirabassi Pubblicato il

Sono Maddalena, ho 23 anni e fin da piccola ho una forte passione per la natura ed i viaggi. Mi sono diplomata in un istituo tecnico turistico e mi sono presa un anno sabbatico lavorando in un ristopub. 

1. Da dove nasce il tuo sogno di viaggiare in maniera sostenibile e cosa ti ha spinto a realizzarlo?

Terminato il mio anno di lavoro ho deciso di iscrivermi all’università, non molto per volontà personale se non più per una “pressione sociale” che sentivo.
Ho frequentato per 2 mesi il corso di “Assistenza sanitaria” finché un giorno, guardando fuori dalla finestra mi son detta
“Ma cosa cavolo sto facendo qui? Io voglio conoscere il mondo.”  Così inizia la mia prima avventura di viaggio in solitaria in Europa.

2. Come hai scelto le tappe del tuo viaggio e quali sono state le fonti che ti hanno aiutato a informarti e a prepararti?

Dopo aver percorso tutta la costa del Portogallo a piedi dormendo in tenda, arrivando fino a Finisterre, ho apprezzato moltissimo questa forma di viaggio “lento”. Ho visto dei posti che mi rimarranno per sempre nel cuore e fatto conoscenze importantissime per a mia vita.
Quando sono rientrata in Italia, avevo trovato lavoro in una fabbrica e quindi avevo la mente molto libera. Sentivo una grande impotenza di fronte ai tanti problemi climatici di cui sentivo parlare, così ho pensato di iniziare questo progetto: Treeps, viaggiare responsabilmente. Il mio prossimo viaggio sarebbe stato condiviso sulle piattaforme social, sono diventata Ambassador di WOWnature e chiunque avrebbe voluto, poteva fare una donazione per piantare alberi con quest’associazione. Durante il mio percorso avrei intervistato persone/progetti che stanno portando un cambio positivo a tema ambientale.
Le tappe del mio viaggio le scelgo man mano, la mia idea iniziale era quella di arrivare fino alla fine dell’America Latina, ad Ushuaia, ma infine ho deciso di vivermi di più ogni paese facendo tappe a tempi indeterminati, seguendo l’istinto e il cuore.
Ero sicura che avrei voluto attraversare l’Oceano Atlantico in barca a vela, non prima di aver conseguito la patente nautica, un mio sogno da qualche anno.
Ho iniziato a cercare barche che avessero bisogno di equipaggio: su FB ci sono molti gruppi dedicati al mondo della vela ma ho avuto fortuna tramite il sito “FindaCrew” e sono stata scelta come membro d’equipaggio da Desmond, un signore irlandese di 70 anni.

3. Qual è stato il tuo itinerario finora?

Ho iniziato il mio viaggio da Cittadella, il mio paesino natale ed ho raggiunto il Portogallo in autobus, con l’aiuto di un autostop.
Da qui mi sono imbarcata, abbiamo fatto una breve tappa a Fuerteventura e Capo Verde ed in 3 settimane in mezzo all’Oceano abbiamo raggiunto le isole caraibiche.
Sempre insieme allo stesso equipaggio (5 persone) abbiamo raggiunto la Carolina del Sud, negli Stati Uniti. Qualche giorno di viaggio per arrivare in Florida con autostop e bus e qui ho trovato un’altra imbarcazione, aveva bisogno di un po’ di restauro e con questa saremmo dovuti arrivare in Guatemala.

4. Come hai affrontato la situazione con il capitano della barca a vela che doveva portarti in Guatemala?

Il viaggio è stato un totale disastro, molti apparecchi hanno iniziato a rompersi a bordo, c’erano tempeste non previste ogni notte, forti correnti da contrastare e il “capitano” non era per nulla in grado di gestire la situazione, tanto che assieme al resto dell’equipaggio abbiamo deciso di ammutinarlo e fare tappa in Messico, dove poi sarei sbarcata.

5. Cosa ti ha colpito di più delle culture e dei paesi che hai visitato?

Durante questi mesi in Centro America sono rimasta piacevolmente stupita dalla socievolezza, cordialità e condivisione della cultura di questi popoli.
Questi Paesi hanno una grandissima ricchezza a livello culturale e naturale, purtroppo a molti manca un’istruzione ecologica. nelle strade si trovano molti rifiuti e odore di plastica bruciata (perché non hanno un sistema di smaltimento).

6. Quali sono stati i progetti ambientali più sorprendenti e innovativi che hai conosciuto durante il tuo viaggio?

Tra tutte le interviste che ho fatto, ne ho 2 che tengo nel cuore.
La storia di Marie, una signora francese che si è trasferita a vivere assieme al suo cane Cachì nella selva del Messico, utilizzando esclusivamente energia da fonti rinnovabili e Victor, uno scienziato ecologo che ha comprato 450 ettari di selva nello Yucatan per dar vita a una riserva naturale e proteggere quest’area da disboscamenti e future costruzioni.

7. Dove possiamo seguire il tuo viaggio?

Potete seguire il mio viaggio su Instagram come @treeps.eco

8. Come possiamo sostenere il tuo progetto Treeps?

Se volete, potete fare una donazione al link che trovate in Bio, per far crescere nuovi alberi. Ecco il link

9. Quali sono le tappe e/o i progetti futuri?

L’obiettivo ora è quello di raggiungere Panama: da qui cercherò un imbarco per tornare a casa per Natale, dato che però non è la stagione ideale per attraversare l’Oceano da Ovest verso Est, non escludo l’opzione che dovrò ricorrere a comprare un biglietto aereo, l’unico in quest’anno di viaggio.

Nicole Tirabassi

nicoleti83@gmail.com

Per lavoro vivo con e nel Web per aiutare altre professioniste a riprendersi tempo, libertà, sogni. Quando non esploro la Rete, probabilmente sto saziando la mia fame di conoscenza viaggiando nel mondo reale. Cerco sempre di trovare soluzioni per farlo in maniera sostenibile. Umorismo, meditazione e connessione umana sono alla base del mio rapporto con la vita. Di tutto questo, ormai, non potrei più fare a meno.

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