viaggiare da soli

Gianluca: a 58 anni dall’Italia all’India in Vespa

Dopo una vita di lavoro, Gianluca ha realizzato l’importanza della risorsa “tempo”: l’unica non acquistabile né replicabile in alcun modo, una volta passata. Così ha deciso di salire su una Vespa, attraversare l’Asia e arrivare fino all’India. Ha poi raccontato questa sua avventura in “NEPAL IN VESPA”. Oggi è ancora in Vespa alla “scoperta” dell’Africa dove supporta progetti dedicati ai bambini e si dedica alla diffusione del suo libro. Gianluca Pellegrinelli, ho 58 anni, separato con due figli, uno di 22 e l’altro di 30 anni.
Nella mia vita ho sempre lavorato molto, iniziando da venditore di computer e poi di detersivi, successivamente ho fatto carriera fino a ricoprire in varie società ruoli sempre crescenti di area manager, direttore vendite, direttore generale e amministratore delegato.
Nei 15 anni successivi da imprenditore in diversi settori del commercio fisico e online, ho creato e venduto 4 startup -ahimé senza diventare mai ricco – oggi aziende affermate.

1) Sappiamo che a un certo momento della tua vita hai deciso di lasciare la tua vecchia vita, salire su una Vespa e girare il mondo. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta così radicale?

Nel 2019 ho iniziato a prendere consapevolezza che la risorsa più importante che abbiamo è il tempo e questo non è infinito, anzi, passa ogni giorno e diminuisce inesorabilmente. Non è acquistabile o recuperabile in nessun modo.
Ecco che ho deciso di dare al tempo la giusta importanza e quindi ho scelto di non aspettare, non rimandare per fare quello che avrei desiderato, per non avere rimpianti.

 

2) Perché secondo te conoscere se stessi è importante per il proprio benessere?

Siamo in un mondo di corsa, apparentemente iper-connessi, ma in realtà molto soli, al punto che non conosciamo neanche noi stessi, cosa facciamo, cosa desideriamo, tutti presi dall’accumulare oggetti materiali. Io ho imparato ad ascoltarmi, a leggermi dentro e a costruire le mie consapevolezze, le mie certezze sulle cose giuste ed importanti. È un processo di crescita personale continuo.

3) Quali sono state le tappe del tuo viaggio?

Sono partito dall’Italia in Vespa, con l’obiettivo di arrivare almeno in India. Ho attraversato l’Europa dell’Est, la Turchia, l’Iran, il Pakistan dove ho viaggiato sempre scortato per motivi di sicurezza, cambiando ben 63 scorte e poi l’India. Per ultimo sono andato in Nepal dove mi sono fermato due settimane e da dove non ho potuto proseguire via terra come avrei voluto, verso il Sud Est Asiatico in quanto il Myamar (ex Birmania) ha le frontiere chiuse e non è attraversabile in alcun modo.

4) E quanto è durato?

Sono stato via due mesi, maggio e giugno 2022, percorrendo 11.500 km.

5) In questo momento dove ti trovi?

In questo momento sono nei pressi di Gibilterra. Sono partito 20 giorni fa dall’Italia, direzione Africa, sempre con la mia Vespa e sempre in solitaria.

6) Quali consapevolezze hai maturato e in cosa ti ha cambiato?

La consapevolezza principale che ho maturato è stata quella di aver fatto la scelta giusta. Questo viaggio è stato l’inizio di un nuovo percorso di vita, che, seppur tra mille difficoltà, mi ha fatto dei grandi regali. Uno di questi è sicuramente l’aver scritto un libro “NEPAL IN VESPA” che è molto di più di un diario di viaggio, per quanto avvincente e rocambolesco.
Nel libro racconto molto di me e delle scelte che ho fatto, delle difficoltà che ho incontrato ma anche del riscatto che ho avuto nel portare avanti con determinazione le mie idee.

7) Quali consigli daresti a chi volesse intraprendere un’esperienza di vita di questo tipo?

  1. Il primo consiglio è il sottotitolo del libro “non è mai troppo tardi per cambiare vita“.
  2. Il secondo consiglio è che “cambiare vita” non vuol dire necessariamente mollare tutto e andare in Nepal con una Vespa. Cambiare vita vuol dire migliorare la propria vita, cosa che si può fare anche decidendo di fare un viaggio di un mese, lavorare mezza giornata in meno a settimana, stare più tempo con i figli, imparare l’inglese o a ballare, oppure fare del volontariato. Ognuno deve saper trovare il suo modello di “cambio vita”.
  3. Il terzo consiglio è quello di abbandonare la “scusite” che è quella sindrome che ci porta a trovare sempre mille scuse a tutto, mentre la realtà è che abbiamo paura di uscire dalle nostre comfort zone. Io non sono ricco e la pensione è ancora troppo lontana, dovrò tornare a lavorare, ma se avessi guardato solo a questo, non avrei fatto niente.
    Per ottenere quello che non hai mai avuto, devi fare quello che non hai mai fatto.

8) Quali sono i tuoi progetti futuri?

Tanti e importanti.

Il primo è la divulgazione del mio libro, affinché sia uno stimolo di crescita personale per molte persone e non solo per appassionati di viaggi, di Vespe o di moto.

L’altro grande progetto è “VESPUP FOR AFRICA“, il viaggio che sto facendo adesso, dall’Italia al Ghana in Vespa.
È un viaggio di 20.000 km abbinato a un progetto umanitario e di volontariato. Supportiamo la missione comboniana “In My Father’s House” che gestisce oltre 800 bambini e lo facciamo tramite una raccolta fondi o con l’invio di volontari che per un periodo di tempo definito vanno in missione a svolgere compiti di supporto.

 

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