Fedele alla linea – In fuga verso me di Nicola Fermani

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Fedele alla linea – In fuga verso me

Nicola Fermani

L’autore mi ha confessato che qualche mese fa, durante il suo primo incontro con l’editore ed il direttore di redazione prima dell’uscita del libro, gli è stato chiesto a bruciapelo:”Perché qualcuno dovrebbe leggere il tuo libro?”

La sua risposta è stata “Gnftrz.”

Non si tratta di un errore di typing, è semplicemente la trascrizione più fedele possibile al suono/verso che ha emesso prima di aggravare la situazione con un “Perché no?

Mi ha anche detto che se dovesse rispondere alla domanda “Perché viaggiare da soli?”… confermerebbe il “gnftrz”. Però mi risparmierebbe il “Perché no?

Fedele alla linea – In fuga verso me parla di “un viaggio lungo 7 anni”, inizia con il restituire pari dignità al turista e al viaggiatore, nel rispetto e nella consapevolezza delle possibilità di ciascuno di noi. I viaggi in solitaria, Polonia, Danimarca, Olanda, Irlanda, Serbia, Perù, Bolivia, Cile, sono strappi furiosi, fughe alla ricerca di qualcosa da cercare intervallati da patine melmose di mesi inermi passati dall’autore-protagonista ad accattare ossigeno, senza mai una pausa da se stesso.

Una sorta di focolaio mai spento, un pizzicorio dannato e perverso di andare fino in fondo che lo porta a ritrovarsi sul terrazzo della sua casa 7 anni dopo e con I bagagli da disfare e con la stessa risposta:”gnfrtz”.

Un percorso reale, metaforico, cronologico ed emozionale. Ci sono date, stati d’animo che si evolvono, “fotografie” di quei luoghi visitati (a volte calpestati ciecamente e furiosamente) che hanno quasi sempre un ruolo strumentale a convergere ad imbuto verso quella che l’autore considera l’unica vera risposta (!) al senso della vita: diventare ciò che si è. Ci tiene a sottolineare che non è sua intenzione appropriarsi della paternità di una quote che ha già un padre poco incline ai compromessi.

“Non affondo, io vado in fondo. Tengo il timone, magari mi ci aggrappo a peso morto ma non lo mollo. Stoico, sfinito, logoro, cazzuto. Fedele alla linea, quella che è mia ma non c’è, quella che non c’è ma è mia.”

fedele alla linea

Ci sono anche autoironia e leggerezza, teorie stampalate ma affascinanti, episodi divertenti e piuttosto surreali che contribuiscono a delineare l’up and down tra I momenti di sconforto e quelli di pura esaltazione, parentesi deliranti (un tributo al Lidl e all’Eurospin), il sesso e le donne, continui riferimenti a film, cantautori e scrittori contemporanei:

“A una staccionata, con gli occhi fissi a scrutare il mare, si fermò. La luna splendeva davvero, la spiaggia era deserta e una leggera brezza prendeva d’infilata lo stadio. No, scusate, questo è Bruno Pizzul. E una leggera brezza… cullava le onde e i miei pensieri. Peccaminosi.”

“Il bandolo, non lo trovai mai. Ma trovai sempre una exit strategy. La exit strategy: FCD. Fuga con disonore. Un’espressione trasformata in acronimo e presa in prestito da Valerio Mastandrea in Tutti giù per terra, ri-soluzione di cui tutt’ora abuso con estrema viltà ogni qual volta mi trovo dinanzi a una matassa da dipanare.”

Prima del finale, che sussurra la possibilità di ribaltare (quasi) tutti I luoghi comuni che forse segnano la linea di molti di noi senza che ce ne rendiamo davvero conto.

“In questo grande teatrino ti ci avranno pure messo, ma ormai ci sei. Resisti quando il copione è scialbo. Prendine possesso quando ti senti ispirato. Onoralo fino all’ultimo dei tuoi giorni, perché solo allora scoprirai se ce ne sono altri.”

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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