Cristian Moroni fa il giro d’Italia a cavallo con Furia
Cristian, romano di origine sarda, ha sempre avuto tante passioni nella vita, vive a Roccasecca dei Volsci ai confini con la Ciociaria, prima di intraprendere questa impresa si occupava di accompagnare i ragazzi autistici a scuola, lavorava presso il teatro dell’opera anche se la sua più grande passione è sempre stata il cinema.
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Come nasce il tuo rapporto con i cavalli?
Sono sempre stato molto appassionato di animali e di cavalli, vado a cavallo da quando sono bambino. Furia, la cavalla con cui sto facendo il giro d’Italia, ha 14 anni, è una cavalla maremmana, questa è l’età perfetta per fare un lavoro del genere con un cavallo, io ce l’ho da 8 anni, ho costruito un ottimo rapporto con lei.
Credo molto nella dinamica uomo animale e di quanto gli animali ci possano aiutare, infatti il mio progetto post viaggio sarebbe proprio quello di creare una fattoria didattica.
2. Come è nata l’idea di fare il giro d’Italia a cavallo?
L’idea l’ho avuta 4 anni fa, ero stanco di fare le solite passeggiate a cavallo, anche di molti aspetti della mia realtà e ho deciso di fare qualcosa che nessuno avesse mai fatto prima d’ora: seguire il perimetro dello stivale a cavallo.
All’inizio la mia idea era molto più strutturata, pensavo che fosse necessario fammi seguire da un veterinario, da un veicolo per cavalli in caso di sicurezza e da un Videomaker, purtroppo le persone e le aziende soprattutto, non mi hanno preso sul serio e non hanno voluto supportarmi, così ho deciso di partire lo stesso, senza sponsor, senza supporti, solo io e Furia.
3. Come è strutturato il tuo viaggio?
Purtroppo ho dovuto posticipare la partenza a causa della pandemia, sono partito dal mio paese in direzione nord, arriverò fino alla fine delle Liguria poi risalirò le Alpi, non toccherò gli ultimi paesi alpini altrimenti richiederebbe troppo sforzo per Furia. L’idea è quella di seguire una strada che mi permetta di spostarmi senza dover scendere e salire dalle montagne o almeno non troppo, quando inizierà il freddo troveremo un posto dove svernare, non so ancora dove e per quanto tempo, vedremo sulla strada.
4. Come si viaggia con un cavallo?
Non si fanno troppi programmi, lei è la mia priorità io faccio in modo che lei non sia mai stanca. Generalmente cammino lungo le spiagge, le ciclabili, nelle pinete, su tratti di Aurelia con banchina, marciapiedi, strade stradali sicure in contromano, quello che il territorio ha da offrirmi. Monto la cavalla solo in piano, in salite e discese cammino a piedi, per me è importante che non si stanchi e che non si faccia male. Non uso il morso e ho un secchio di pezza militare per farla bere quando trovo delle fontane. Io ascolto i bisogni della cavalla ed insieme troviamo la via migliore. La mattina lei riposa e mangia a sufficienza, partiamo quando è pronta, non abbiamo orari predefiniti.
5. Come ti organizzi per la notte?
Anche in questo caso la priorità ce l’ha Furia, per me è importante che sia un posto comodo e sicuro. Lei dorme in uliveti abbandonati recintati, campi sportivi abbandonati in modo che sia sicura e che abbia lo spazio per muoversi e l’erba per mangiare, oppure chiedo supporto ad un ranch. Chiamo spesso dei maneggi o aziende agricole, chiedo se ci possono mettere a disposizione del fieno, molte volte lei dorme nei paddok che mi mettono a disposizione, ed io in altre strutture come ad esempio negli spogliatoi in tenda. Per me non è un problema dove dormire, basta che sono vicino alla cavalla e la possa sentire. Ho la mia tenda e una campana che metto al collo di Furia la notte, così so sempre dove si trova.
6. Quanto durerà questo viaggio?
È un viaggio all’insegna della lentezza, quindi ci vorrà il tempo che ci vorrà, credo un anno e mezzo o forse due, vedremo cosa ci porterà la strada.
7. Come sei organizzato con la questione soldi?
Questo è un viaggio senza budget, io chiedo supporto alle persone che incontro sia per la cavalla che per me, magari qualcuno mi invita a cena o qualche negozio mi da i prodotti che stanno per scadere. Ho messo in pausa la mia vita per fare questo viaggio, mi appoggio all’ospitalità della gente.