Cristian: 137 paesi visitati – Viaggia in van attraverso l’Africa

Nicole Tirabassi Pubblicato il

Sono un elettrotecnico bresciano di 45 anni e lavoro in giro per il mondo come supervisore freelance del montaggio e messa in servizio di impianti industriali. Questo lavoro mi permette di crearmi anche lunghe finestre durante le quali faccio la cosa che più amo: viaggiare. Al traguardo dei 100 paesi visitati ho scritto un libro (i miei primi 100) e ora sono a quota 137 (su un totale di 194).

1.Qual è stata la tua motivazione iniziale per intraprendere questo viaggio attraverso l’Africa?

L’Africa era il continente che avevo visitato meno e che mi ha sempre affascinato. Ero in Russia a lavorare e ho conosciuto il Bukhanka (van 4×4 di marca UAZ) e mi sono detto: questo è il mezzo ideale per esplorare l’Africa. Non è un mezzo facile…molto spartano, senza comfort, senza aria condizionata, piuttosto rude e duro da guidare, ma mi sono innamorato… inoltre a me piacciono le sfide difficili e questa senz’altro lo è stata. Sono stato il primo a raggiungere Cape Town dall’Europa attraverso la costa ovest africana con un Bukhanka.

2.Quali sono stati i momenti più memorabili del tuo viaggio in Africa?

Senz’altro al primo posto metto l’arrivo a Cape Town, che in realtà doveva essere la meta del mio viaggio, ma che poi è diventata solo una tappa in quanto sono risalito dalla costa est.

Gli spettacoli di clown che ho fatto in Burundi, Rwanda, Uganda con un mio amico che mi ha raggiunto per 3 settimane.

Gli incontri con gli elefanti selvaggi nei fiumi secchi e sabbiosi della Namibia.

La cerimonia del Bull Jumping della tribù degli Hamar in Ethiopia.

La visita a Mogadiscio…

Poi di momenti memorabili ce ne sono stati talmente tanti che fatico a sceglierne alcuni…

3. Hai incontrato delle sfide durante il tuo viaggio? Se sì, come le hai superate?

Tante sfide…Quasi quotidiane.

Ma il west Africa è stato senz’altro la parte più difficile: tanti paesi, quindi tanti visti e tante frontiere. Migliaia di checkpoints (solo in Nigeria ne ho contati 325), spesso e volentieri con poliziotti e soldati corrotti, che fanno di tutto per estorcerti del denaro.

Il segreto è non avere fretta e non perdere la calma, anche se a volte confesso che non è facile.

In Burkina Faso sono stato arrestato per avere fatto una foto a una stazione di polizia: il mio intento era puramente logistico, nel senso che dovevo trovarmi lì per richiedere un visto con una ragazza australiana che stava viaggiando con me e volevo mandarle la foto in modo che riconoscesse il luogo… I militari non l’hanno però intesa così…. E mi hanno tenuto sotto interrogatorio per 12 ore, pensando fossi una spia. Alla fine mi hanno rilasciato tra sorrisi e pacche sulle spalle…

Alcune strade sono state parecchio impegnative: la più difficile senz’altro i 200km tra Gembu (Nigeria) e Banyo (Camerun): ci sono voluti quasi 5 giorni per percorrerli, a causa del terreno sconnesso e roccioso, ma alla fine piano piano sono arrivato.

 

4. C’è un paese o una città africana che ti ha particolarmente colpito? Perché?

L’Etiopia mi ha fortemente colpito per la sua autenticità e un forte senso di tradizioni e cultura. Inoltre ha dei paesaggi davvero mozzafiato, che svariano da montagne a laghi, da depressioni a vulcani.

Come città forse Mogadiscio (Somalia) e Malabo (Guinea Equatoriale) perché difficili da raggiungere e ancora molto poco conosciute.

5. Se ce ne sono stati, come hai gestito i momenti la solitudine durante il tuo viaggio?

Ce ne sono stati molti ovviamente, ma credo che facciano parte di un viaggio di questo genere. Bisogna affrontarli e accettarli: tutto tempra…

6. L’Arabia Saudita è una destinazione che hai scelto o è solo una tappa di passaggio?

Per poter rientrare Overland dall’Africa orientale è un passaggio obbligatorio. In passato ci ho lavorato per quasi 2 anni, ma devo ammettere che ora ho trovato un paese in forte cambiamento, che sta puntando molto sul turismo. È un paese tutto da scoprire e sono certo che nel giro di qualche anno aumenterà molto il numero di visite.

7 .Quali sono le tue aspettative per il tuo viaggio in Medio Oriente?

Il medio Oriente lo conosco abbastanza bene: ho lavorato in tutti i paesi della penisola per diversi anni. Purtroppo il mio itinerario comprendeva anche Israele, Palestina e Libano, ma…

8. Cosa speri di portare con te da questa esperienza africana nel tuo prossimo viaggio in Medio Oriente?

Ora sono in Iraq, esattamente nel Kurdistan iracheno, dopo aver attraversato Arabia Saudita e Giordania. Viaggiare qua, dopo un anno di Africa, mi pare una passeggiata: pochi checkpoint (e tutti cordiali) e strade perfette…

Ammetto che mi manca l’Africa, con tutte le sue sfide, mi ha temprato, ma la cosa che più mi manca sono i saluti e i sorrisi dei bambini incuriositi che correvano in strada per vedere da vicino questa simpatica pagnotta (Bukhanka in russo) arancio.

 

9. Quali consigli daresti a qualcuno che sta pensando di fare un viaggio simile?

Partire senza troppe aspettative e senza troppi programmi. Vivere il viaggio giorno per giorno; interagire il più possibile con la gente locale, che sono la parte che piu lascia ricordi nel cuore…

10. Quali sono i tuoi viaggi o progetti futuri?

Ora sono sulla via del ritorno verso casa. Voglio stare un po’ con famiglia e amici a Brescia e poi mi tocca lavorare… A gennaio andrò in India e poi USA per due progetti siderurgici. Credo quindi che il 2024 lo passerò così. Poi ripartirò con la mia pagnotta: viaggiare con un mezzo proprio overland credo sia il miglior modo per conoscere questo bel pianeta.

Le ipotesi più papabili sono 2:

1. Viaggio overland fino Al Sud-Est asiatico

2. Spedire il van in Canada e scendere fino alla Patagonia.

Nicole Tirabassi

nicoleti83@gmail.com

Per lavoro vivo con e nel Web per aiutare altre professioniste a riprendersi tempo, libertà, sogni. Quando non esploro la Rete, probabilmente sto saziando la mia fame di conoscenza viaggiando nel mondo reale. Cerco sempre di trovare soluzioni per farlo in maniera sostenibile. Umorismo, meditazione e connessione umana sono alla base del mio rapporto con la vita. Di tutto questo, ormai, non potrei più fare a meno.

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